2 agosto 2010

IL PROGRAMMA AMMINISTRATIVO


Un altro aspetto centrale del programma amministrativo, era rappresentato dalla politica edilizia. Nel capoluogo lombardo, il problema abitativo aveva assunto delle caratteristiche di vera e propria emergenza sociale ed economica. Su questo tema, era stato annunciato da parte del Sindaco un appello indirizzato direttamente ai privati, al fine di una loro maggiore partecipazione e responsabilizzazione nelle attività di ristrutturazione del patrimonio abitativo esistente e di realizzazione di nuove abitazioni, in regime sovvenzionato o convenzionato con il Comune.

In questo settore un vero problema era rappresentato dalla generale lentezza con la quale gli operatori del mercato libero procedevano alla costruzione di nuovi vani; l’attività delle cooperative edificatrici però rappresentava un dato in controtendenza: all’inizio del 1981 risultavano in corso di realizzazione nell’intera Regione nuove abitazioni per un valore complessivo di 300 miliardi, 180 dei quali nella sola Provincia di Milano. (1)

La vera svolta tuttavia fu rappresentata dalla realizzazione di un progetto anticipato dal Sindaco in occasione dell’illustrazione del programma amministrativo, cioè la modifica del regolamento edilizio, per incentivare lo sviluppo dell’attività edilizia e rispondere quindi in termini più flessibili e dinamici alle nuove richieste del mercato. La Giunta, durante la riunione del 20 maggio, elaborò le principali proposte di modifica da inserire nel nuovo regolamento edilizio; esse riguardavano in particolare gli interventi di manutenzione straordinaria (costruzione di una soletta o di una tramezza in un alloggio), per i quali non sarebbe più stata necessaria la concessione edilizia ma sarebbe bastato il silenzio-assenso del Comune (cui si sarebbero dovuti inviare progetto e domanda di autorizzazione ai lavori), e le opere minori (cartelloni murali, insegne commerciali, recinzioni inferiori ai tre metri), il cui iter di realizzazione sarebbe stato abbreviato mediante l’introduzione della concessione gratuita e del parere dei Consigli di Zona. (2)

[…]

Il futuro di Milano sarebbe molto dipeso dalla definizione dei suoi nuovi assetti urbanistici. A questo riguardo, l’annuncio della sostituzione del carcere di San Vittore con due nuove strutture detentive stimolò un acceso dibattito sulle prospettive di sviluppo della zona Navigli-Vercellina e delle aree selezionate per la realizzazione delle due nuove case circondariali, rispettivamente a Baggio e a Opera, al confine tra il quartiere Vigentino e l’abitato di questo centro del Sud- Milano. (3)

Durante la seduta consiliare del 24 giugno, il Sindaco entrò nel merito di questa vicenda, informando i consiglieri degli ultimi sviluppi politici e tecnici dell’annunciata rivoluzione carceraria di Milano, ricordando altresì il progetto presentato al riguardo dall’Amministrazione Comunale, nel 1965. All’epoca infatti il Comune di Milano aveva elaborato un piano di massima relativo alla costruzione di un nuovo istituto di pena a Muggiano. Tale proposta era però naufragata e, come ricordò il Sindaco nel suo intervento, era stata sostituita con il progetto di realizzazione di un carcere, all’interno di un’area compresa tra i Comuni di San Giuliano Milanese e Rozzano, per la cui utilizzazione però i due Comuni non riuscirono a trovare un’intesa.

Il progetto concernente l’edificazione di una nuova struttura detentiva a Milano perse negli anni il carattere di urgenza, che però si manifestò nuovamente con l’esplosione dell’emergenza terroristica e tornò drammaticamente alla ribalta della cronaca nera a seguito dell’evasione dei pericolosi criminali, Alunni e Vallanzasca (però subito intercettati e catturati), dal carcere di San Vittore. Così Tognoli annunciò che la speciale commissione composta dal Procuratore Generale della Repubblica presso la Corte d’Appello di Milano, da un funzionario del Ministero di Grazia e Giustizia e da un funzionario del Ministero dei Lavori Pubblici, in data 23 marzo, aveva deliberato che l’area posta in prossimità della confluenza della tangenziale est con Via Ripamonti risultava idonea alla costruzione di una nuova struttura carceraria. Essa si sarebbe potuta estendere per 242.000 metri quadrati, dei quali 188.000 entro i confini del Comune di Milano, i rimanenti all’interno del territorio di Opera.

Il Consiglio Comunale di Milano avrebbe quindi dovuto approvare una modifica del Piano Regolatore, relativamente alla destinazione d’uso indicata precedentemente per quelle aree, in prossimità delle quali sarebbe dovuto sorgere il nuovo carcere.

Tognoli espresse inoltre l’auspicio che entro la fine del 1981 potesse essere completato dalle autorità competenti il progetto per la costruzione di un’altra struttura detentiva in Milano, in Via Calchi Taleggi, in un’area adiacente al Carcere Minorile “Cesare Beccaria”.

Enrico Landoni

  1. Cfr. “Attività delle cooperative: lavori per trecento miliardi”, Corriere della Sera, 26 gennaio 1981.

(2). G. Lucchelli, “Finalmente costruire sarà più facile”, Il Giorno, 21 maggio 1981.

(3) Cfr. A. Solazzo, “Le carceri che sostituiranno San Vittore”, Corriere della Sera, 24 marzo 1981.




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