10 maggio 2010

GLI ALBERI A MILANO: UN PÒ DI VERITÀ


Mi sono rivolto a Franco Giorgetta che ho appreso da poco essere uno dei tre progettisti del piano che prevede una nuova alberatura in Milano, oltre Renzo Piano e Alessandro Traldi. Al gruppo si aggiunge Giorgio Ceruti per gli aspetti tecnici e le relazioni con i servizi della città, Guido Rossi per le valutazioni giuridiche ed economiche, Alberica Archinto per il coordinamento. Il meta-progetto, nato forse a seguito di una battuta di Abbado che aveva piantato un bel gruppo di alberi in Sardegna e che pensava che una città come Milano ne potesse ospitare almeno novantamila. Abbado, parlandone con Piano aveva formulato alcune ipotesi, che, si sa, potevano diventare meta-progetto da presentare al Sindaco di Milano dopo aver coinvolto altri amici che avevano aderito alle idee e iniziato a studiare, verificare senza pretendere nulla.

Quello che sembrava un boschetto dietro al monumento di Vittorio Emanuele era diventato un progetto esteso a tutta la città. Naturalmente ogni zona presentava problemi diversi, alcuni molto complessi come Piazza Duomo e via Dante, altri semplici comunque risolvibili con concretezza e competenza. La “bocciofila” così si era definito il gruppo promotore, aveva discusso con i tecnici comunali che avevano in mente di distribuire lungo alcune arterie centrali e periferiche vasi con alberi, un po’ com’era stato fatto in via Monte Napoleone dove gli alberelli spuntavano dalle cinquecento bianche parcheggiate lungo i marciapiedi. Fortunatamente era stato dimostrato che quel sistema non avrebbe trasformato Milano in città alberata ma in città di fioriere come bene si vede in Piazzale Cadorna.

Il meta-progetto, che costituisce il primo passo per un’iniziativa importate, rappresenta bene con una serie di tavole cosa è possibile fare ragionevolmente. Non entro nel merito delle scelte paesaggistiche quanto piuttosto cerco di integrare quelle informazioni carenti e spesso tendenziose che la stampa in proposito ha diffuso. Non sono state emesse parcelle né sono stati affidati incarichi a professionisti. L’iniziativa del gruppo proponente potrà aprire in futuro altri argomenti quali la spesa dell’impianto generale o parziale, le tecniche adottabili per le piantumazioni, secondo le scelte che l’Amministrazione vorrà fare, secondo opportunità finanziarie che gli sponsor potranno mettere a disposizione, secondo nuove regole che disciplineranno le gare d’appalto per le manutenzioni.

Il tema della manutenzione che preoccupa molti anche per gli scarsi risultati riscontrabili nelle aree verdi attuali e i forti costi, può essere sviluppato tenendo conto di essenze con crescite controllate che non hanno bisogno di potature e che terranno conto delle caratteristiche dei luoghi e i limiti che ciascun luogo offre. Non vi è dubbio che trentamilacinquecento alberi possano rappresentare un forte contributo al benessere della città. Ma ce lo possiamo permettere? Gli sponsor ci sono come si dice? Perché dobbiamo accontentarci di curiosi “si dice”? Perché la stampa non abitua il cittadino a capire i meccanismi che sostengono un grande progetto e non lo invita a partecipare al dibattito fornendoli dati chiari, cifre, ragioni a favore e ragioni contro. Perché gli stessi tecnici non sono invitati a spiegare i loro punti di vista? Non voglio entrare nel merito del progetto se non per quella parte che riguarda le risorse di una città che spesso promette e non mantiene, dove i monumenti sono ingabbiati a tempo indeterminato, le strade sconnesse, i marciapiedi pieni di buchi, la segnaletica più confusa che in qualsiasi altra città.

Queste lamentele non sono nuove ma non vi è mai una risposta concreta. Se il denaro non c’è perché insistere su progetti che aggiungono problemi lasciando incancrenire quelli vecchi? Spesso queste osservazioni vengono liquidate con un termine abusato come “disfattismo”, ma la strada per uno sviluppo di un progetto richiede verifiche coordinate molto puntuali sia sul piano tecnico che su quello economico amministrativo e la sua condivisione. Vogliamo volare alti, voliamo! Ogni leggerezza e ignoranza però la paga il cittadino ignaro cui vengono sottoposti spesso solo le frange di un tema.

 

Antonio Piva

 

 

 

 

 

 

 

 

 


 



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