18 gennaio 2010

DARSENA: THE WATER TALES (I RACCONTI DELL’ACQUA)


La darsena di Milano nasce dall’intersezione della forcella d’acqua formata dai rami del Naviglio Grande e del Naviglio Pavese. Quasi una collana che ha alle due estremità le piazze Cantore e XXIV maggio, con la porta Ticinese del Cagnola. E’ noto a tutti che il destino di una parte della città, mutando nel corso del tempo e inseguendo gli imprevedibili eventi che ne determinano il volto, non può identificarsi con la semplicità teorica della conservazione.

Il futuro del passato è la sua interpretazione; se il testo può mutare marginalmente, la messa in scena può essere solo contemporanea. L’area della darsena presenta una fortissima stratificazione storica che corrisponde alla varietà degli usi funzionali nel tempo. Dall’arena romana nei pressi, alla basilica, allo specchio d’acqua prodotto dalla costruzione dei navigli, fino al suo ruolo di giuntura fra le due porte della città. Ridotta l’arena a reperto archeologico ‘segreto’, cessati i traffici sui navigli e interrati quelli urbani facendo della darsena solo un elemento di colore, annullato il confine tra città e campagna con la riduzione della circonvallazione a superstrada di scorrimento e delle piazze con le porte monumentali declassate a rotatorie. Impossibile la balneazione, la darsena appare oggi come una frattura (l’asfaltatura e la riduzione a parcheggio dell’area interna ne sono la prova, in quanto tentativo di trovare un qualche uso all’area stessa).

Un “vuoto” esterno alla cerchia dei bastioni che dialoga con lo spazio aperto di futura riqualificazione dello scalo di Porta Genova (che disegna una sorta di “controcurva” rispetto alla sagoma della darsena) e gli spazi aperti dei nuovi parchi Argelati e del Sieroterapico, accanto ad ambiti di riqualificazione come quello di Magolfa, con permanenze riconducibili alla trama d’insediamenti rurali, e quello della periferia industriale storica del piano Beruto, a nord del naviglio grande.

Il progetto è fortemente sbilanciato sui temi della sociologia, dell’antropologia e dell’estetica delle contaminazioni. Piazza, porto, acqua, luogo urbano, mercato, pedonalità nella monumentalità, verde progettato, percorsi tematici, segnaletica storica, illuminazione dinamica, poli di aggregazione, studi cromatici, ponti, attraversamenti, aste commerciali, musica, aree archeologiche, siti religiosi, poli museali, centro-periferia, viabilità.

Forme, funzioni e luoghi che hanno assunto valori e sensi urbani diversi, impensabili contraddittori; e dall’acqua partiremo per disegnare il cuore nuovo del Ticinese, con tutta la forza catalizzatrice che l’acqua riveste nell’immaginario collettivo, nel passato dei navigli e nel futuro di Milano. Livelli di case, di parcheggi, di strade, di ponti e di collegamenti che ci hanno spinto a progettare partendo da un’unica gigantesca sezione come se simbolicamente volessimo operare uno scavo archeologico per analizzare anche i suoni viscerali di quella particolarissima parte di città. Quell’acqua deve assumere la forma di una piazza, nuova, unica, diversa e contemporanea su cui si specchieranno le trasformazioni future e dove confluiranno disordinatamente i flussi disordinati delle esistenze che calcano a migliaia i suoli del quartiere.

Sarà il fulcro di un sistema complesso di piazze e di percorsi che avrà come sinergie d’attrazione le piazze XXIV Maggio e Cantore, per cui quella sarà la Piazza del racconto dell’acqua. Quella piazza guarda al mercato/galleria d’arte, aperto 24 ore con tutte le funzioni possibili e immaginabili che lo renderanno un’alternativa pubblica al sistema commerciale e consumistico spesso impersonale del sistema un po’ sfiatato dei locali dei navigli. Nello scambio delle merci è implicito lo scambio di emozioni, nelle diverse parti del giorno e della notte che rappresentano mondi diversi e poco comunicanti. Quel “mercato”e quella piazza sono luoghi dialettici per eccellenza, luogo di antiche grida, di silenzi moderni, di volti, di popoli diversi.

Il progetto si basa sui principi di: integrazione interdisciplinare (con attenzione alla ricostruzione della storia del luogo, alla lettura sociale del contesto, agli aspetti degli usi nello spazio e nel tempo, agli aspetti ecologici e alle suggestioni umanistiche, in particolare artistiche e letterarie, e le nuove prospettive aperte della multimedialità) sostenibilità (con attenzione agli aspetti ambientali, considerando l’ambito di progetto come un eco-sistema urbano connesso a sistemi ambientali territoriali) multiscalarità (basata sulla consapevolezza della necessità di integrare attraverso il progetto con altre opportunità/problematiche di scala metropolitana o di regione urbana, come ad esempio la risoluzione di conflitti fra esigenze di residenti e di city users) partecipazione (considerando una risorsa preziosa la ricchezza sociale del contesto e il lavoro delle varie associazioni che si sono spontaneamente costituite per la valorizzazione di tale ambito e dei navigli ). L’acqua ha un potenziale di fruibilità sociale diretta e/o paesistica al centro del progetto Greenway: la darsena viene interpretata come chiave di volta per connettere il parco agricolo sud Milano con i parchi urbani centrali; tale connessione si svolge sia lungo l’asse principale del parco lineare del Naviglio grande sia lungo l’asse di penetrazione del verde attraverso l’ambito di riqualificazione di Romolo e la serie di parchi di successione Argelati e Sieroterapico.

Il passaggio da una dimensione di consapevolezza (e segno) della tradizione a quella dell’innovazione sarà il significante di questa interpretazione della Darsena. Piazza e acqua ne potranno identificare le declinazioni sia materiali che simboliche. La piazza (sull’acqua) diviene il luogo che nei suoi “contenuti” e destinazioni funge da scenario dei valori innovativi.

Alcuni di questi riguardano la piazza come situazione aperta alle diverse possibili integrazioni:

* dello spazio e del tempo (una situazione organicamente sempre aperta dove accadono costantemente situazioni, occasioni, eventi…);

* del multiculturalismo e del multilinguismo (una situazione dove le istanze culturali, artistiche, espressive in genere…vengono valorizzate e contestualizzate);

* delle arti e delle merci…, una contaminazione che fa il mercato e modella costanti transiti di modalità di fruizione e di profili sociali d’interlocuzione.

In sostanza una piazza che ospita ed esprime contaminazioni e integrazioni, come tale assorbita dalla città e “assorbente” nel senso più modernamente glocal. Il luogo nell’acqua (più che le funzioni sull’acqua) connota la sua relazione con la città anche in chiave di polivalenza simbolica: l’acqua come fluidità comunicativa, l’acqua come origine, l’acqua come rallentamento ipnotico e narrativo Un luogo che richiama la complessità sociale, linguistica, culturale della città e la ri-forma nella fluidità: l’architettura alla prossima puntata.

Maurizio De Caro



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