31 maggio 2017

CHE LINGUA PARLA LA VIOLENZA?

Creare nuovi codici espressivi per paradigmi culturali


La narrazione della violenza attraverso i media è uno dei temi del Piano antiviolenza che il movimento Non Una Di Meno (NUDM) sta costruendo attraverso un complesso lavoro collegiale in vista del Piano nazionale contro la violenza in allestimento dal Dipartimento Pari Opportunità del Consiglio dei Ministri.

Il linguaggio, l’approccio, la costruzione dell’immaginario e del simbolico relativi alla violenza contro le donne sono da tempo oggetto di critica e il nuovo movimento sta analizzando le varie forme e le diverse fon07rossi20FBti di narrazione. Per arrivare a una descrizione equilibrata e utile al contrasto del fenomeno, le assemblee nazionali e cittadine hanno individuato alcuni punti ritenuti indispensabili.

Contrastare la normalizzazione e la spettacolarizzazione della violenza maschile contro le donne e della violenza di genere che spesso caratterizza gli articoli di cronaca e i servizi televisivi che riguardano i femminicidi. Trasformare la cronaca in spettacolo, spesso macabro, non aiuta certo a divulgare un’informazione puntuale e valida; riconoscere la cultura sessista alla base della violenza e smettere di parlare di raptus, gelosia, delitto passionale, evidenziando la natura strutturale della violenza e ribaltando l’idea di amore romantico e di conflitto di coppia: questo approccio ha la conseguenza di giustificare le azioni degli assassini e dei maltrattanti; strettamente connessa è la patologizzazione dell’uomo violento che rende il fenomeno privato e individuale, eliminando la connotazione culturale e sistemica.

L’esperienza dei centri antiviolenza deve diventare una fonte di ispirazione: fare riferimento ai centri antiviolenza e associazioni femministe come fonti principali di informazione e di intervento e seguire modalità rispettose e tutelanti quando si interagisce con donne che hanno subito violenza è fondamentale per tenere la barra del timone dritta sulla corretta narrazione delle storie; la rivittimizzazione secondaria delle donne è ormai una prassi: per NUDM è fondamentale contrastarla, cercando di proporre modelli positivi.

Obiettivo primario del Tavolo Narrazione della violenza attraverso i media è il cambiamento strutturale della modalità di pensare, rappresentare e comunicare la violenza maschile contro le donne. Prevenire il linguaggio negativo e fuorviante dei media è la strada individuata che necessita di percorsi di formazione in tutti gli ambiti della comunicazione. I corsi dovrebbero essere previsti nelle scuole, negli istituti professionali e negli enti di formazione in cui le operatrici e gli operatori della comunicazione acquisiscono tecniche e competenze.

Tra i desiderata del movimento c’è anche l’inserimento del tema nell’esame per l’ingresso nell’Ordine dei giornalisti. È spesso evidente che i comunicatori e le comunicatrici non si rendono conto degli errori che commettono (e dei danni che provocano) con certi titoli, con alcuni servizi televisivi, con molte pubblicità. Portare nelle aule le esperienze e le riflessioni che sono state sviluppate in tanti anni di attività dai centri antiviolenza per dare una visione del femminile e della violenza più aderente alla realtà potrebbe attivare quel cambiamento ritenuto indispensabile.

Un progetto del movimento riguarda la creazione di un’Osservatoria autonoma e indipendente che monitori la rappresentazione delle donne e della violenza in ogni ambito della comunicazione: stampa, tv, radio, social media, pubblicità. Nell’idea di NUDM, l’Osservatoria non avrà un ruolo censorio, ma formativo, individuando le realtà che hanno bisogno di formazione interna e sarà finanziata con fondi pubblici attraverso un meccanismo simile a quello dei centri antiviolenza, che ne garantisca indipendenza e posizionamento femminista.

Altro punto rilevante è il cambiamento di paradigma dell’immaginario: nell’ultima Assemblea romana di aprile, è stata ribadita l’importanza della creazione di banche immagini alternative sulle rappresentazioni di genere che raccolgano materiali video e fotografici che sappiano rispettare le differenze e che contrastino gli stereotipi di genere.

Richiesta cruciale di NUDM è l’incremento di investimenti per campagne di informazione e di prevenzione a favore del pubblico, contro la discriminazione di genere.

Il tavolo Narrazione della violenza attraverso i media ha suddiviso il lavoro nei tavoli territoriali, tra le maggiori città italiane e il tavolo Narrazione di Milano si occuperà di formazione, pubblicità, social media, netiquette mailing list e pagina Facebook, il tavolo Narrazione di Bologna lavorerà sui principi, sulle banche immagini e sulla proposta di guerriglia marketing; il tavolo Narrazione di Roma sta impostando un vademecum per la cronaca nera, con l’obiettivo di creare relazione con osservatori, istituti di ricerca che lavorano in Rai e lavorerà sulla mappatura di siti e portali di informazione che trattano tematiche di genere in ottica femminista.

Se, come afferma Watzlawick, il linguaggio determina la “nostra immagine del mondo” è evidente quanto i codici espressivi scelti siano fondamentali per sostenere quel cambiamento culturale ritenuto – ormai a livello mondiale – fondamentale per il contrasto alla violenza di genere.

Stefania Rossi



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