3 maggio 2017

A “TEMPO DI LIBRI”, NO ALLE NOTIZIE SPAZZATURA

Il punto sul futuro dell’informazione in quadro europeista


Il patto di fiducia tra chi assume il dovere di raccontare e chi ha il diritto di sapere e comprendere – che il maestro Enzo Biagi considerava inalienabile – è oggi un terreno minato. Troppe bufale, panzane, notizie spazzatura, piccole frottole e grandi mistificazioni, campagne di disinformazione via web e dibattiti pubblici esacerbati da odio e bugie. Notizie false a caratteri cubitali e smentite relegate in minuscoli trafiletti. Sta dilagando un’epidemia che ha investito l’intero sistema dei media e che sembra inarrestabile.

Non ci sta Paolo Pagliaro, che del racconto veritiero dei fatti ha fatto da sempre la sua bussola e insieme a Beppe Severgnini lancia dal palco di Tempo di libri un appello: Fermiamo il declino dell’informazione! Da anni Pagliaro ha intrapreso la sua battaglia civile contro l’”irrilevanza della verità” e la combatte quotidianamente con il suo Punto nel programma di approfondimento condotto da Lilli Gruber su La7. Ora la voce di Paolo Pagliaro si fissa anche nelle pagine di un agile pamphlet che porta il titolo dell’editoriale che lo ha reso noto al pubblico televisivo: Punto. Fermiamo il declino dell’informazione, Il Mulino, 2017.

Non c’è niente di più facile che vendere bugie in rete – “Lo dice la rete” – e in genere le notizie false mobilitano di più e a poco serve cercare di individuare le bufale per provare a denunciarle e smontarle, anche se è comunque doveroso farlo. Sensazionalismo e politicismo vanno combattuti da chi aspira a fare informazione di qualità e per fermare il declino dell’informazione è necessario il rispetto delle regole di comunicazione in rete, ove vengono commessi impunemente reati.

Bugie nazionali e globali e una nutrita serie di fake riguardanti l’Europa, altro facile bersaglio per chi è alla ricerca di nemici esterni grazie ai quali costruire le proprie fortune politiche. L’Europa dello zero virgola, che ci strozza e ci lascia soli. Facile dare sempre la colpa all’Europa e usarla come capro espiatorio: “I politici giocano a piattello con l’Europa”, dice la Presidente della Camera Laura Boldrini, ospite a Tempo di Libri per rispondere alle domande del direttore del Corriere della Sera, Luciano Fontana. Europeista convinta, determinata e appassionata, la Boldrini ha dedicato un libro alla nuova rotta per il futuro dell’Europa, oggi bersaglio troppo facile del malcontento (La comunità possibile. Una nuova rotta per il futuro dell’Europa, Marsilio, 2017).

Non basta dire che l’Europa non va; bisogna lavorare insieme per cambiarla e fare in modo che sia davvero la casa comune sognata dai Padri fondatori. Oggi la parola necessaria è together [insieme], occorre procedere insieme senza erigere muri e creare divisioni. Bisogna diffidare del ritorno agli Stati nazione, a favore di una visione unitaria basata sulla solidarietà concreta tra Stati membri e su una maggiore equità sociale.

Il futuro dell’Europa ci riguarda tutti, noi e chi verrà dopo di noi: ci vuole idealità, utopia e concretezza perché la nostra Europa torni ad avere un motore ideale, perché il progetto europeista non soccomba. Non basta battere i pugni con un antieuropeismo di comodo, ma bisogna battersi per nuove politiche di giustizia sociale, facendo alleanze e cordate per una nuova ricetta per l’Europa.

Se c’è pace da sessant’anni, se c’è meno inquinamento, se si viaggia liberamente, se c’è cibo più sano, se i borghi del Sud hanno avuto fondi per la ricostruzione, è merito dell’Europa unita: non si è dato spazio abbastanza alla narrazione europea e la Presidente della Camera è impegnata più che mai in prima persona per rilanciarne il progetto verso gli Stati Uniti d’Europa.

Rita Bramante



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