27 aprile 2017

SCALO DI LAMBRATE: VINCOLI E PROGETTI

Cosa abbiano imparato dalle visioni degli architetti


Vediamo come è andato l’esercizio sullo scalo di Lambrate, l’unico del Municipio 3. Lo scopo degli incarichi affidati da FS Sistemi Urbani ai cinque studi di architettura invitati, Boeri, Zucchi, MAD, Tagliabue e Mecanoo era di verificare se le volumetrie del vecchio accordo di programma bocciato dal consiglio comunale erano realizzabili con una significativa quantità di verde e compatibilmente con le costruzioni all’intorno.

09sacerdoti15FBSi diceva che senza una idea di come le costruzioni sarebbero state disposte sulle varie aree non si poteva capire se i calcoli teorici fatti su volumetrie ipotetiche erano corretti. Gli architetti incaricati da FS sono stati Zucchi e Mecanoo, MAD e Boeri hanno presentato dei progetti più approssimativi per coprire tutti gli scali. Tutti hanno accettato di prevedere 34.000 mq di superficie lorda di pavimento, come da accordo di programma, su un’area di 70.000 mq. Due architetti degli studi Zucchi e Mecanoo hanno presentato i loro progetti a una riunione organizzata dall’assessore all’urbanistica Bruzzese del Municipio 3 mercoledì 5 aprile.

Zucchi costruisce una barriera di edifici di 5 piani più il piano terreno con un edificio più alto a sud di 11 piani come residenza per studenti, partendo da via Saccardo con una punta aguzza. La lunghezza del crescent è di circa 550 metri. All’altezza dell’edificio più alto la striscia verde si restringe a 40 metri, nel punto più largo arriva a 70 metri.

Non ha rispettato il campetto di calcio esistente e ha costruito alla distanza minore possibile dagli edifici degli ex ferrovieri alti 3 piani. Così finiranno schiacciati tra gli edifici del PII De Nora a est alti 10 piani e i nuovi edifici dello scalo a ovest. Non è stato fatto uno studio delle ombre ma sicuramente il sole non lo vedranno più né la mattina né il pomeriggio.

È previsto un attraversamento ciclo-pedonale sotto la massicciata ferroviaria all’altezza di via Pascal che taglia in due la parte a verde del campo sportivo Crespi assegnata a Zero Gravity davanti alla nuova palestra. Un secondo attraversamento per automobili è disegnato in proseguimento di via Vanzetti ma a est taglia in due il giardino condiviso previsto sull’area della Università Statale in via San Faustino, proseguendo su via Casasco.

L’area a verde è collocata tra la ferrovia e i nuovi edifici coprendo la massicciata con un prato in salita, ma non è prevista alcuna barriera di sicurezza o antirumore tra prato e rotaie, solo dei cespugli bassi. Nella parte iniziale a nord e intorno alla galleria il prato è molto ripido. Il verde copre il 38% dell’area, le piazze, percorsi e marciapiedi il 28%, la viabilità il 5%, gli edifici il 26%.

Il progetto dello studio olandese Mecanoo prevede invece un quartiere compatto all’altezza di via Crespi davanti alle case degli ex ferrovieri con edifici residenziali più bassi intorno e una torre centrale di 70 metri di altezza, circa 22 piani, a quanto hanno dichiarato all’incontro perché dai disegni presentati non si capiscono le altezze.

La composizione riprende quanto presentato negli altri scali con edifici più alti in centro alle aree e più bassi intorno ma nello scalo di Lambrate, lungo e stretto, la collocazione è stata difficile. Hanno previsto un passaggio ciclo-pedonale sotto la ferrovia con l’aggiunta di un tram che dovrebbe essere il 33 che dal capolinea di viale Rimembranze di Lambrate percorre via Console Flaminio e via Crespi passando poi tra i nuovi edifici e in mezzo al campo sportivo Crespi per proseguire su via Pascal e via Ponzio.

Hanno ignorato il vincolo aeroportuale di Linate che consente di costruire al massimo 30 metri di altezza (10 piani), ma nessuno glielo aveva comunicato. Anche essi eliminano il campetto di calcio, ma i loro edifici sono un po’ più lontani dalle case degli ex ferrovieri del progetto di Zucchi. Prevedono un paio di laghetti e campi sportivi e una salita verso la ferrovia a gradoni. L’impatto complessivo è molto forte, sembra una piccola città fortificata con la torre del castello in mezzo.

Lo studio MAD prevede degli edifici alti 18-20 metri sul fronte compreso tra via Crespi e via San Faustino senza un fronte unico ma con varie disposizioni, per la metà di fronte alle case degli ex ferrovieri sul sedime del campetto di calcio e una viabilità pesante con un ponte automobilistico perpendicolare alla ferrovia che sale da via Crespi e scende su via Pascal, ma di cui non è evidenziata la sezione e con una pendenza che sembra troppo forte e due strade pubbliche parallele alla ferrovia.

Delle due strade, una si sovrappone alla strada privata tra le case degli ex ferrovieri chiusa da un cancello ed una davanti ai nuovi edifici, creando un’ area verde tra la ferrovia e la strada. Sono gli unici che conservano l’edificio a due piani dei ferrovieri su via Saccardo che varrebbe la pena mantenere.

Lo studio Boeri sviluppa il tema del Fiume Verde che attraversa tutti gli scali con un edificio molto alto davanti all’ultimo edificio degli ex ferrovieri verso sud, non se ne capisce bene l’altezza, ma sicuramente supera quella massima del vincolo aeroportuale. Non sembra rispetti la retta di sessanta gradi rispetto all’edificio esistente. È affiancato da un edificio più basso verso nord, davanti alle case esistenti.

I due edifici rispettano il campetto di calcio e sono costruiti al suo confine. Il resto dell’area è fortemente alberata ma gli alberi e i prati si estendono a coprire tutto il quartiere dell’Ortica fino al cavalcavia Buccari, il centro sportivo Crespi, l’istituto Vespucci e le costruzioni tra via Saccardo e viale Rimembranze di Lambrate. Qualcuno dello studio si è fatto prendere la mano e il fiume verde travolge tutto!

Nel dibattito che ne è seguito ho sostenuto che le vision dimostrano che i 34.000 mq di slp del vecchio accordo di programma non ci stanno e che vanno dimezzati se vogliamo dare respiro agli edifici esistenti ed avere un verde significativo concentrando le volumetrie a nord di via Crespi.

L’ex consigliere Mariani ha ribadito lo stesso concetto proponendo di fare una grossa pressione sul consiglio di Municipio 3 in questo senso, affinché sostenga questa posizione verso il Comune centrale. I cittadini presenti hanno criticato i progetti sotto vari aspetti, nessuno li ha sostenuti, qualcuno hanno detto che erano inutili. I progettisti presenti, che non avevano fatto una presentazione di dettaglio approfondendo temi generali di scarso interesse per il quartiere, hanno dovuto difendere i loro progetti.

Alla fine un cittadino ha proposto di fare una votazione per bocciare i progetti, ma non era la sede giusta non trattandosi di una commissione del Municipio 3. Comunque la votazione ci sarà quando il municipio dovrà approvare le linee guida che invierà al Comune centrale.

Sono poi intervenuto al dibattito tra i progettisti che si è tenuto allo scalo di Porta Genova il giovedì successivo, alla presenza dell’assessore Maran e dell’amministratore di FS Servizi Urbani de Vito con un folto pubblico, riferendo quanto emerso nella presentazione al municipio 3. Maran ha risposto che li avevamo bocciati tutti ed invitandoli a difendersi.

Il rappresentante dello studio Mecanoo, che era stato presente in Municipio 3 ha detto di essere rimasto molto sorpreso dalla richiesta di ridurre le volumetrie perché riteneva quanto richiesto da Ferrovie molto generoso in rapporto alla sua esperienza di progetti in Olanda e Gran Bretagna. Zucchi ha detto che realizzare il verde e le bonifiche costa molto e quindi è necessario costruire edifici per ricavare i profitti necessari, e che inoltre Venezia, che considera la più bella città al mondo, ha una densità edilizia molto più elevata, circa 6 mq/mq. Tagliabue ha detto che nel poco tempo a disposizione di tre mesi non potevano preparare studi più dettagliati. Ho registrato le risposte.

C’è poi stato un curioso seguito. L’assessore Maran incontrandomi allo scalo di Porta Genova alla fine del dibattito mi ha riferito che secondo l’architetto Boeri non c’è alcun vincolo di altezza di tipo aeroportuale sullo scalo di Lambrate. Ho dovuto, una volta a casa inviargli il testo dell’articolo 20.13 delle norme di attuazione del piano delle regole del PGT e la tavola R.08 che indica chiaramente che non si può superare l’altezza di 145 metri sul livello del mare. Essendo la quota di Lambrate 116 metri non si può superare l’altezza di 31 metri, pari a circa 10 piani.

Il vincolo è identico allo scalo di Rogoredo mentre è minore per lo scalo di Porta Romana, più lontano dalla pista di Linate, lì non si possono superare tra gli 88 e i 135 metri di altezza a seconda della posizione nello scalo da est a ovest, circa 30-45 piani, con il confine su via Ripamonti escluso dal vincolo. Non è chiaro se i grattacieli previsti lì da Boeri rispettino il vincolo o siano all’esterno.

Comunque le Ferrovie nel loro briefing agli architetti non ne hanno parlato, ma non si può pretendere, si occupano di treni e non di aerei che anzi rappresentano la loro concorrenza, forse auspicano la chiusura dell’aeroporto di Linate.

Un aspetto molto importante di cui non si è mai parlato è il valore dei terreni degli scali iscritto nel bilancio di FS Sistemi Urbani: questo valore determina la plusvalenza che sarà ottenuta dalla loro vendita e di cui il 50% doveva essere investita in opere di rafforzamento del nodo ferroviario di Milano in base al vecchio accordo di programma. Se questo valore viene tenuto segreto è difficile valutare il vantaggio del recupero degli scali per la collettività.

Michele Sacerdoti



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