31 maggio 2016

ALTERNATIVA MUNICIPALE. IL PERCHÉ DI UNA LISTA

Da Luigi Santambrogio e Felice Besostri un appello all’impegno civico


La lista Alternativa Municipale con Luigi Santambrogio sindaco e Felice Besostri capolista è l’unica novità delle prossime elezioni. Un progetto nato negli ultimi anni riunendo nuove e vecchie energie civiche per reagire alla pochezza della politica dei partiti. Quelli che partecipano alle elezioni non per realizzare progetti e visioni ma per difendere ciò che resta dei propri apparati e dei propri comitati elettorali.

05biscardini20FBUn’iniziativa non “contro” la politica, ma per una diversa politica. Quella fatta dai cittadini, quella trasparente. Quella che non si accontenta più di un’amministrazione debole, incapace di rinnovarsi e di cambiare. “Alternativa” perché diversa e lontana dalla logica degli schieramenti, quelli di Sala, Parisi e Corrado e dei loro “capi” nazionali. “Municipale” perché nella storia più gloriosa di Milano, il Municipio è il luogo dove i cittadini si organizzano per gestire e per governare la vita della comunità e per produrre nuova ricchezza. Il luogo dove si dovrebbero incrociare idee, competenze e proposte migliori. Il luogo del progetto che può avere un buon esito solo con una macchina comunale profondamente cambiata, sburocratizzata, più efficace e più veloce.

Intorno a questa proposta di rinnovamento e di riqualificazione dell’impegno civico si sono ritrovate persone “normali”, con diversa sensibilità politica e diversa esperienza.  Socialisti come me, ambientalisti, laici, liberali e cattolici, mettendo da parte le proprie appartenenze e riconoscendosi in un obbiettivo nuovo: la città giusta. Interpretando la delusione di chi aveva contato molto sull’elezione di Pisapia. Per andare oltre una giunta che poteva fare molto di più di ciò che ha fatto, che non ha avuto il coraggio di avere una visione e di praticarla. E di una coalizione che arriva alla fine del suo mandato molto più sfilacciata di com’era partita cinque anni fa. Ecco perché Alternativa Municipale, che per parte mia potrei chiamare “sinistra municipale”, è un’alternativa vera per costruire una nuova prospettiva di governo.

Tutti capiscono bene il nostro programma fatto di priorità, di emergenze, quella sociale, quella del lavoro, quella ambientale, quella democratica e amministrativa, ma poi ci chiedono da che parte stiamo. Qualche anno fa Carlo Tognoli disse una cosa che oggi sembra profetica: “Non sono di destra, ma questa sinistra non mi piace”. Oggi la situazione è molto peggio di allora. I due schieramenti sono molto più scassati di un tempo, più deboli, quasi residuali. Talmente in difficoltà che sono dovuti andare a prendere due manager, assolutamente identici, per coprire la loro debolezza. E la pochezza della loro proposta politica, che in altri tempi avrebbe fatto scalpore, oggi appare normale perché a un manager non è chiesto di avere una visione politica della città. A lui si chiede di amministrare la ditta, per quello che si può fare, così come in fondo pensano di averla amministrata bene molti assessori uscenti. Un disastro.

Debolezza e senso rinunciatario della vita, cui si sono adeguati subito in tanti, come Assolombarda, persino i sindacati, insieme a una certa borghesia ormai poco illuminata, pronti tutti non a entrare in partita ponendo problemi e contenuti ma solo pronti a genuflettersi al vincente. Una scena penosa, che la città vera, quella dei cittadini normali, portatori delle loro dignità e del loro lavoro, rifiuta. Insieme con noi, con i nostri candidati e con i nostri eletti. Per far valere meriti, competenze e capacità di rinnovamento.

Una nuova classe politica di cittadini è pronta a mettersi in gioco, non è nata nelle segreterie dei partiti, ma nella città, e vuole partecipare direttamente a un processo di rinnovamento e di riqualificazione dell’impegno civico. Cittadini liberi che non rinunciano alla loro libertà di pensiero e di azione. Consapevoli che in attesa di tempi migliori la ripresa della buona politica passa da un modo diverso di governare la cosa pubblica, senza apparati e senza padroni. Che non consente a FS di decidere le sorti degli Scali ferroviari, né a Renzi le sorti del dopo Expo.

Qualcuno ci dice “siete un po’ grillini”. No, loro sono l’antipolitica, noi abbiamo l’ambizione di credere in una politica nuova, di governo e di cambiamento. In questo senso moderatamente rivoluzionaria. Con la precisa volontà di entrare in Consiglio Comunale per esprimere una coscienza critica forte e tanta voglia di fare. Alla domanda, perché i milanesi dovrebbero votarvi?  Santambrogio ha già risposto così: “Perché noi siamo l’unica risposta possibile per chi è stanco di andare a votare, ma non si rassegna. Noi riempiamo il vuoto che nel corso degli anni è diventato una voragine”.

Roberto Biscardini



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