26 aprile 2016

CITTÀ BENE COMUNE 2016: QUATTRO LIBRI PER DISCUTERE (ANZI CINQUE)


Alla Casa della Cultura torna Città Bene Comune, quarta edizione del ciclo di incontri promosso in collaborazione con il Dipartimento di Architettura e Studi Urbani del Politecnico. La formula è sostanzialmente la stessa di sempre. Quattro incontri, con altrettanti autori di pubblicazioni recenti, in cui si affronteranno temi e questioni che riguardano il progetto e il governo della città e del territorio. Senza inutili tecnicismi e rifuggendo quanto più possibile da quei linguaggi entro i quali talvolta le discipline che si occupano della città – della sua forma, della sua organizzazione, della sua immagine, del suo destino – spesso si rinserrano escludendo i cittadini da un dibattito che invece li riguarda direttamente perché, per molti versi, finisce con l’intrecciarsi con la loro quotidianità.

07riboldazzi15FBSi parte lunedì 2 maggio, alle 18, con l’antropologo Franco La Cecla che nel suo Contro l’urbanistica. La cultura delle città (Einaudi, 2015) denuncia senza mezzi termini da un lato il fallimento della cultura urbanistica moderna che ha guidato le trasformazioni della città e del territorio nel XX secolo, dall’altro l’arretratezza e perfino l’inadeguatezza di questa disciplina ad affrontare le sfide che ha di fronte per la povertà dei suoi strumenti analitici e progettuali e per le contraddizioni epistemologiche che la contraddistinguono. Se l’urbanistica così come l’abbiamo conosciuta fino a oggi abbia o non abbia ancora un ruolo nella società contemporanea o se questa disciplina debba necessariamente trovare il modo di riconfigurarsi su basi culturali completamente differenti è dunque l’interrogativo cui, insieme all’Autore, cercheranno di rispondere i tre ospiti del primo incontro: Emilio Battisti, Sergio Brenna e Francesca Zajczyk.

Lunedì 9 maggio, alle 18, sarà la volta di Raffaele Milani, autore de L’arte della città. Filosofia, natura, architettura (il Mulino, 2015): un libro in cui, giustamente, si sostiene che esiste “un’arte della città come prodotto delle comunità e dei singoli, degli architetti e degli artisti, dei progettisti e – scrive il professore di Estetica dell’Università di Bologna – dei semplici lavoratori, dei cittadini e dei loro rappresentanti politici”. Un’arte che storicamente è dunque il frutto di una sensibilità collettiva che – lo provano molti paesaggi urbani e territoriali contemporanei – oggi evidentemente è andata in crisi e su cui sembra quindi interessante tornare a riflettere – cosa che alla Casa della Cultura faremo con Pierluigi Cervellati, Elio Franzini e Pietro Marani – per capire se e in che termini oggi sia ancora possibile un’estetica urbana condivisa in una società come la nostra, sempre più caratterizzata dall’intrecciarsi delle culture, dal progressivo indebolimento dei legami tra comunità e ambiti territoriali, da significativi processi di trasformazione edilizia sganciati dai desideri e dalle esigenze dei territori in cui sono calati.

Il terzo incontro (lunedì 16 maggio, alle 18) sarà con l’urbanista e geografo Arturo Lanzani per discutere dei temi e delle questioni che pone nel suo Città territorio urbanistica tra crisi e contrazione edito per i tipi di Franco Angeli nel 2015. Lanzani in questo libro prova a immaginare modi di praticare l’urbanistica che da un lato non possono che “muovere da quel che c’è”, da ciò che sul territorio si è sedimentato nel tempo, dalle condizioni economiche di lungo periodo in cui ci troviamo. Dall’altro vanno nella direzione di ipotizzare “radicali trasformazioni” degli approcci progettuali auspicando “un’urbanistica del riuso, un’urbanistica bioeconomica consapevole di muoversi in un mondo già configurato e pieno di cose, da riusare e modificare evitando nuove radicali ricolonizzazioni, un’urbanistica che – scrive l’autore – si opponga a ogni forma di spreco e sia capace progressivamente di chiudere cicli di materia ed energia oggi problematicamente aperti, di intrecciarsi con una nuova economia del riciclo”. A discutere di tutto ciò con l’Autore sono stati invitati Roberto Camagni, Giuseppe Civati e Anna Marson.

Il quarto e ultimo appuntamento (lunedì 23 maggio, alle 18) sarà dedicato al pensiero e all’opera di Bernardo Secchi, professore emerito e urbanista di fama internazionale scomparso nel 2014. Anche questa volta, il dibattito sarà sempre a partire da un libro, anzi due. Il primo: La città del XXI secolo (Franco Angeli, 2015) in cui Ada Becchi, Cristina Bianchetti, Paolo Ceccarelli e Francesco Indovina immaginano – senza alcun intento agiografico – un “colloquio-confronto con l’amico scomparso” su uno dei temi che più aveva caratterizzato la sua attività professionale e culturale negli ultimi anni, la città contemporanea appunto. Il secondo: l’antologia postuma di scritti di Secchi – curata da Giulia Fini e con contributi di Paola Viganò e Patrizia Gabellini – intitolata Il futuro si costruisce giorno per giorno (Donzelli, 2015). Animeranno il dibattito alla Casa della Cultura alcuni degli autori di questi contributi che con Secchi hanno percorso tratti più o meno lunghi della vita, della carriera accademica o professionale, come Cristina Bianchetti, Stefano Boeri, Paolo Ceccarelli, Vittorio Gregotti e Paola Viganò che con Secchi ha condiviso, dal 1990 al 2014, l’intensa attività dello Studio Associato Secchi Viganò.

 

Renzo Riboldazzi

 



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