26 gennaio 2016

CITTÀ METROPOLITANA PERCHÈ E PER CHE COSA?


Fino a quando non si arriverà all’elezione diretta di chi deve guidare la nuova realtà istituzionale, il Sindaco di Milano è anche il Sindaco della Città metropolitana: pertanto il tema entra di diritto nel dibattito delle primarie del centrosinistra milanese. Tutte le analisi socio-economiche dei maggiori centri di ricerca internazionali ne sottolineano l’importanza per il futuro della competizione tra le diverse aree metropolitane mondiali. Assumere questa dimensione, che per alcune funzioni strategiche oltrepassa anche gli attuali confini istituzionali, e occuparsi di un territorio su cui vivono circa 3,2 milioni di persone, è una straordinaria occasione per modernizzare gran parte dell’apparato amministrativo e migliorare, innovando, l’organizzazione dei servizi. E anche per creare migliori condizioni di vita per tutti.

05genovese03FBPer gli 1,3 milioni milanesi che risiedono all’interno della cinta daziaria: basti pensare al riassetto idrogeologico dell’area a Nord di Milano, sottoposta ciclicamente alle esondazioni del Lambro e dei suoi affluenti, che necessita di importanti interventi sovracomunali o agli interventi in materia di mobilità per ridurre l’ingresso giornaliero di 6/700 mila autovetture in città e il conseguente inquinamento, che minaccia soprattutto bambini e anziani. Ma anche per tutti coloro che vivono, studiano o lavorano su un territorio di circa 1.600 Km2: la soluzione di molti problemi sfugge alle possibilità di governo di ognuno dei 134 Comuni che ne fanno parte. Come ad esempio una rete di trasporti pubblici basata su una mobilità circolare al posto dell’attuale modello a raggiera che obbliga chi non utilizza l’auto a triangolare con Milano per raggiungere città o paesi distanti poche decine di chilometri.

O realizzare reti a banda larga per far circolare le informazioni, invece che spostare le persone, così da offrire nuove opportunità di lavoro autonomo, qualificato e flessibile, per risolvere problemi burocratici o amministrativi, per facilitare i servizi di assistenza domiciliare, sempre di più necessari in una società fortunatamente più longeva. Anche la raccolta differenziata dei rifiuti e il loro smaltimento, nella dimensione metropolitana potrebbe trasformarsi in un’ulteriore fonte di ricchezza collettiva, ma gli esempi potrebbero continuare.

Insomma, la città metropolitana è un’occasione per costruire una grande Milano capace di sviluppare conoscenza, qualità della vita e solidarietà, sempre più competitiva e attrattiva, anche livello internazionale. Per realizzarla occorrono risorse importanti, seppur distribuite nel medio – lungo periodo. Nel breve una parte può venire dalla razionalizzazione delle attuali spese correnti dei 134 Comuni che, detratti gli stipendi, ammontano a oltre 3 miliardi di euro all’anno; un’altra da investimenti pubblico-privati che facciano leva sulla disponibilità dei fondi europei o della Cassa Depositi e Prestiti a sostegno della modernizzazione delle reti materiali e immateriali, della ricerca, della difesa del territorio; da ultimo, liberando le straordinarie energie del fare che caratterizzano da sempre il nostro territorio.

Ma tanto per la disponibilità di risorse certe, quanto per definirne priorità e modalità di utilizzo, è necessaria una forte autonomia decisionale della Città metropolitana. L’autorevolezza e la credibilità che Milano ha assunto oggi nel Paese, anche grazie all’esperienza di Expo e alla Giunta Pisapia, sono la risorsa più grande da mettere in campo nel confronto con il Governo e la Regione che hanno troppe volte compresso le grandi potenzialità di Milano e della sua area metropolitana.

 

Emilio Genovese



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