26 gennaio 2016

I PARCHI AL TEMPO DELLA CITTÀ METROPOLITANA


L’istituzione della Città Metropolitana ha aperto una stagione che vedrà le Amministrazioni impegnate nella definizione degli scenari che dovranno caratterizzare il Piano Strategico e il Piano territoriale. Rispetto a questi obiettivi, il tema della gestione delle aree protette e dei parchi di cintura ne costituisce uno dei cardini e introduce la questione della definizione della ‘governance’ e della integrazione delle competenze e degli strumenti che dovranno caratterizzare l’azione dei diversi soggetti istituzionali impegnati.

08giambelli03FBCon la finalità di sviluppare un primo approfondimento per evidenziare i temi salienti, individuare le criticità e alimentare le proposte per la definizione delle politiche da trasmettere alla nuova Giunta Metropolitana, il Dipartimento Territorio e Sviluppo Sostenibile della Federazione Metropolitana del Partito Democratico ha promosso – lo scorso 18 dicembre – un seminario. Le riflessioni e idee scaturite dagli interventi dei relatori chiamati ad animare il dibattito rappresentano il concreto punto di partenza di un percorso da consolidare nel prossimi sei mesi.

Tra questi le proposte presentate da Roberto Della Rovere, Presidente del Parco Groane, che auspica che la prossima Legge Regionale sul Riordino dei Parchi impegni la Regione Lombardia a istituire il “sistema integrato dei parchi regionali”. Questo per ottenere le sinergie necessarie a rafforzare funzioni quali quelle di comfort ambientale e sanitario (es. inquinamento dell’aria) e le attività ludico/ricreativo (es. le piste ciclopedonali in percorso protetti permettono a un numero sempre crescente di cittadini di svolgere attività all’aria aperta sia a piedi, che in bicicletta che a cavallo).

Il sistema integrato dei parchi permetterebbe In particolare di assicurare un più alto livello di tutela ambientale attraverso l’individuazione e valorizzazione di servizi ecosistemici offerti dai parchi regionali. Tra questi si avvantaggerebbero di questa integrazione in particolare quelli di regolazione della qualità dell’aria e delle acque, di mitigazione dei rischi naturali, di creazione di habitat e di conservazione della biodiversità. L’Istituzione di un apposito fondo strutturale di dotazione economica del “sistema integrato dei parchi regionali”; sarà essenziale al raggiungimento di questi obiettivi .

In questa visione si colloca la prospettiva del rilancio alla realizzazione del Parco Metropolitano come sostenuto da Anna Scavuzzo – consigliere delegato Agricoltura della Città Metropolitana di Milano – e da Riccardo Gini – Direttore Parco Nord, alla luce delle molte attività che già oggi vedono ad esempio il Parco Nord, il Parco Sud e alcuni PLIS (Parchi Locali di Interesse Sovracomunale) collaborare assieme. L’invito è di aprirsi a un lavoro che porti a una proposta di Legge Regionale di iniziativa consiliare che vada in questa direzione in tempi brevi.

Altro tema cruciale lo ha posto Niccolò Reverdini della Cascina La Forestina. La sua esperienza di imprenditore agricolo nel Parco Sud e Consigliere del Distretto Neo-rurale delle Treacque lo hanno portato a essere fermo sostenitore di come il fondamento di una lungimirante visione di agricoltura periurbana sia rappresentato sicuramente dalla promozione dei metodi di coltivazione a basso impatto ambientale e dalla nuova multifunzionalità agrituristica connessa alle attività produttive e agroambientali, ma anche dal recupero di una ampia e radicante identità rurale, capace di riavvicinare i giovani alla campagna

Queste opportunità potrebbero avere una più ampia e diffusa ricaduta pratica, con indubbi vantaggi per tutta la collettività, se le finalità del Parco Agricolo Sud Milano di promozione delle attività e integrazione con la ricerca, fossero perseguite in futuro con maggiore determinazione e organizzazione, uscendo dalla attuale situazione di stallo. Questo mantenendo l’identità del Parco Sud, coincidente con il Basso Milanese e garantendone il funzionamento tramite l’individuazione di direttori specialisti e pronti a dialogare con i nuovi Distretti agricoli per restituire fiducia di chi opera nell’ente. È su questo che gli agricoltori si aspettano un intervento attivo della politica.

Il seminario si è chiuso con alcune proposte frutto di un primo lavoro del Dipartimento al fine di consolidare un più vivo e integrato rapporto tra campagna e città. Tra questi in una visione di più lungo periodo, rivestono un particolare rilievo: a) il riconoscimento del ruolo degli agricoltori come valorizzatori del territorio attraverso la stima economica dei servizi eco-sistemici offerti alla collettività, cosi come sottolineato anche da Roberto Dalla Rovere; b) l’individuazione condivisa dei ‘servizi ambientali’ da stimare e compensare, attraverso la partecipazione di tutti – cittadini, agricoltori e rappresentati degli Enti Parco, come passo aggregante di questo processo.

c) La definizione di un piano che porti a tracciare l’Impronta Ambientale delle produzioni agrarie dell’Area Metropolitana e in particolare quelle destinate alla vendita nel territorio. L’Impronta ambientale è la misura dell’impatto ambientale necessario alla produzione di un bene in tutto il suo ciclo di vita, fino allo smaltimento compreso. Obiettivo del progetto è quello di arrivare ad una etichettatura omogenea e chiara per i prodotti della Città Metropolitana .

Infine indirizzare le aziende agricole – partendo dal Parco Sud – ad adottare protocolli per ottenere la Certificazione internazionale di difesa delle biodiversità (Biodiversity Friend Certificate), progetto questo di grande forza se lo si otterrà per tutta l’Area Metropolitana. Per questo Il Dipartimento Territorio e Sviluppo Sostenibile del Pd si attiverà per far si che la prossima Giunta Metropolitana inserisca nel suo programma la preparazione di un piano sia sulla Certificazione della Biodiversità che per l’Impronta ambientale entro il 2016 e sul Pagamento dei Servizi Eco-sistemici entro il 2017.

Un aspetto sicuramente da non trascurare è che al valore economico, ambientale e sociale di quanto presentato, si aggiunge la piena coerenza di queste idee con quanto scritto nella Carta di Milano di Expo e in particolare nel contribuire agli obiettivi di sviluppo sostenibile attraverso l’innovazione dei processi, nel promuovere strumenti a sostegno del reddito degli agricoltori – l’attività agricola è fondamentale per il suo contributo alla difesa del territorio – nel valorizzare le biodiversità a livello locale, nel promuovere l’educazione alimentare e ambientale perché vi sia una consapevolezza collettiva della loro importanza.

Attraverso le azioni proposte, integrate da quando potrebbe scaturire dal Tavolo di lavoro Food Policy di Milano, gli amministratori e agricoltori della Città Metropolitana, la Città di Expo, darebbero un esempio visibile sul proprio territorio di applicazione dei principi sottoscritti in quel documento.

 

Agostino Giambelli e Michele Monte



Condividi

Iscriviti alla newsletter!

Per ricevere in anteprima sulla tua e-mail gli articoli di ArcipelagoMilano





Confermo di aver letto la Privacy Policy e acconsento al trattamento dei miei dati personali




Ultimi commenti