16 dicembre 2015

NUOVE FORME SOCIALI DELL’ABITARE: ABITARE LEGGERO


Nella attuale progettazione urbanistica, uno spazio significativo dovrebbe essere dato alla studio delle necessità del futuro, un futuro che molto spesso è già prossimo e portatore di nuove necessità sociali. In questo scenario, oltre all’approssimarsi delle nuove generazioni, occorre affrontare le tematiche relative all’avanzare dell’età degli adulti di oggi, la necessità di dare sostegno e supporto ai nostri anziani e la necessità di offrire opportunità di autonomia a chi ha bisogno di un semplice supporto nella quotidianità.

11rosellini44FBLe statistiche indicano come l’incremento dell’età media della popolazione renda necessario un confronto tra nuove esigenze e proposte risolutive socialmente organizzate. Una nuova lettura di questi fabbisogni abitativi parte da tre osservazioni che divengono fondanti nella praticabilità delle nuove proposte per la residenzialità: l’osservazione dell’evoluzione demografica della nostra struttura sociale e dei nuovi fabbisogni di una popolazione che avanza negli anni in buone condizioni di salute, con potenzialità ampie di interazione sociale e con il contesto territoriale del quartiere.

Un fatto rilevante è costituito della numerosa offerta residenziale che non trova mercato: il fenomeno dell’invenduto nelle nuove costruzioni, l’importante quota di patrimonio non locato  di Enti e fondazioni, e anche un progressivo svuotamento dei piani terra delle costruzioni. Osservo che il Piano di Governo del Territorio e le politiche sociali dell’attuale Amministrazione consentono percorsi virtuosi nell’ambito dell’housing sociale e dei servizi alla persona, in generale con una visione più aperta e flessibile rispetto a soluzioni che possono ormai distaccarsi dagli storici cliché.

Per affrontare i temi proposti con la necessaria multidisciplinarità  uno studio di architettura, un’impresa, una cooperativa sociale e un operatore culturale sono divenuti partners fondando l’impresa sociale Abitare Leggero, condividendo la mission di studiare e realizzare nuove forme di  residenzialità flessibili ma mirate e adeguate ai contesti territoriali e sociali in cui si inseriscono, proponendosi di realizzare modelli abitativi nuovi e di svolgere attivamente ricerca e sperimentazione e mettendosi in gioco in prima persona.

Gli ambiti di intervento di Abitare Leggero Impresa sociale riguardano residenzialità leggera, servizi alla persona integrati all’offerta abitativa, attività formative e culturali, attività di supporto e ricerca delle nuove prospettive di social housing che nelle nostre città dovranno essere differenti dai modelli nord europei. La soluzione abitativa studiata dal gruppo di ricerca non comporta uso di suolo, intende attingere al mercato dell’esistente, sia esso di operatori privati, di cooperative edilizie, di fondazioni ed enti privati o pubblici, costituendo piccoli nuclei di n. 6 /10 alloggi e uno spazio collettivo dedicato a biblioteca e attività comuni nonché all’erogazione di alcuni servizi specifici.

Il nuovo modello di co-housing è studiato per non imporre un cambio di quartiere alle fasce di popolazione pre-fragili ma per integrare l’offerta abitativa con la proposta di nuclei contenuti di appartamenti, per anziani e/o disabili autonomi, posti all’interno di condomini esistenti, di buona qualità; unità confortevoli e sicure, ma anche adatte o facilmente adattabili alla possibile insorgenza di limitazioni funzionali e fragilità di maggiore entità.

All’offerta abitativa si affianca l’offerta di servizi domiciliari e di prossimità, la cui organizzazione consente una progressiva intensificazione, per accompagnare il naturale evolversi del processo di invecchiamento. Questa soluzione comporterebbe un doppio beneficio: allungare il periodo di autonomia delle persone, riducendo i costi sociali per l’assistenza, conservare e diffondere valori culturali e di appartenenza al territorio che favoriscono la cittadinanza attiva. Il progetto Abitare Leggero si inserisce in questo contesto, affrontando il tema dell’abitazione con un approccio differente in quanto un servizio al cittadino in termini culturalmente nuovi e non necessariamente legati alla sussidiarietà.

Il progetto è partito con due primi nuclei di appartamenti, il primo in via Fauchè, il secondo in via Anguissola. L’acquisizione degli immobili è avvenuta dopo un articolato confronto con proprietà di natura diversa: operatori/costruttori del territorio milanese, enti pubblici, fondazioni e piccole e medie proprietà private. Quest’ultime si sono rivelate le più interessate a rendere disponibili gli immobili per un nuovo progetto, interpretando l’esperienza come una possibile alternativa alle tradizionali logiche intercettando nuovi bisogni e segmenti di mercato. Rispetto alle opportunità valutate nell’ambito del patrimonio pubblico, seppur ricco di occasioni, si è riscontrata una complessa articolazione di procedure e un’importante richiesta di investimenti.

Sul fronte degli operatori al momento si è riscontrato un radicamento alle forme più tradizionali con una forte attrazione al realizzo di margini tramite la vendita degli immobili. Le cose stanno cambiando come dimostrano i recenti convegni di settore dove si incrementano le informazioni sui nuovi modi transitori di abitare così come su le diverse modalità di godimento del bene in periodi di transizione verso l’acquisto. Per quanto riguarda la risposta degli utenti al nostro progetto è positiva, mostrando un’ampia consapevolezza e lungimiranza circa le necessità del proprio futuro. Comune il desiderio di condivisione di spazi, di iniziative, di modi di abitare, un chiaro modo di ricercare forme di co-housing più motivato che nelle nuove generazioni.

 

Susanna Rosellini

Abitare leggero

 

 



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