17 novembre 2015

LA CLASSE INDIRIZZANTE: I TRENTENNI ALLA CONQUISTA DI MILANO


Il colpo d’occhio era plastico, durante Sharitaly, una delle iniziative della Collaborative Week che si è tenuta fino al 14 novembre negli spazi dell’ex Ansaldo di Milano: i trentenni, o meno, che stanno occupando posti di responsabilità nelle imprese innovative non sono più solo una realtà della Silicon Valley o di Berlino. Anche in Italia, a Milano ma non solo, le piattaforme della sharing economy hanno aperto opportunità per giovani brillanti che fino a poco tempo fa si sarebbero messi in fila o avrebbero preferito la fuga all’estero. Ma questi ragazzi, imprenditori e manager, stanno diventando la nuova classe dirigente di Milano? Qual è oggi la loro influenza sulle decisioni politiche e qual è il rapporto con le istituzioni? Quale sarà il loro ruolo nelle elezioni per il Comune di Milano del 2016 e in quelle del 2021? In dieci spilli, qualche risposta che arriva dall’esperienza dei diretti interessati.

06patti40FBChi sonoI giovani protagonisti delle imprese innovative, a Milano e non solo, si possono raggruppare in tre categorie: ci sono i manager delle grandi piattaforme internazionali, che hanno affidato a persone molto giovani le loro filiali italiane. Solo per fare qualche nome, a capo di Bla Bla Car (car pooling) c’è Andrea Saviane, 32 anni. Alla guida di Airbnb c’è Matteo Stifanelli, classe 1986. Uber, dopo l’uscita della 31enne Benedetta Arese Lucini, ha come country manager il coetaneo Carlo Tursi. Il 27enne Guk Kim, romano di origine coreana, guida Zomato, dopo che questa società indiana ha comprato la sua start up, Cibiamo, specializzata nelle recensioni dei locali.

C’è poi tutto il mondo dei fondatori delle start up. Sono centinaia, alcune con forti potenzialità di crescita, altre meno. Linkiesta, tra tutti, ha sentito i fondatori di Gnammo (social eating e home restaurant), Gian Luca Ranno, Cristiano Rigon e Walter Dabbicco; e quelli di Fluentify (corsi di lingue personalizzati online), Giacomo Mosio, Andrea Passadori, Claudio Bosco e Matteo Avalle.

Ci sono infine i fondatori di imprese o associazioni con una finalità culturale o sociale. Per restare al caso milanese, si possono citare i casi dei co-working (come Avanzi in via Ampere, Impact Hub in via Paolo Sarpi, fino a Talent Garden, con due sedi, a Turro e in quella da 8mila metri quadrati di via Calabiana). O anche i nuovi spazi di tipo culturale, come, sempre a Milano, la Santeria e Mare Culturale Urbano. … per continuare a leggere l’articolo sul LINKIESTA clicca qui.

 

Fabrizio Patti

 



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