11 novembre 2015

NEW DEAL MILANESE. COMUNE, REGIONE,FIERA MILANO FARANNO SOLO I NOTAI


Non è ancora stata realmente concretata la volontà del Governo di entrare in Arexpo, affiancando così la Regione Lombardia, i Comuni di Rho e Milano, la Fondazione Fiera e la Città Metropolitana ma il Presidente del Consiglio ha già illustrato il progetto portante per il Dopo Expo. 1600 scienziati per creare un centro di eccellenza mondiale per il miglioramento della vita, la «Italy 2040 vision» con l’ambizione di fare diventare l’Italia il leader mondiale nelle «Human technologies» nel 2040.

07cortiana39FBScienziati e ricercatori divisi in cinque aree di lavoro: 1) tecnologie per il welfare e per fronteggiare l’invecchiamento; 2) medicina di precisione, integrando la genomica e la Big data analysis per sconfiggere cancro e malattie neurodegenerative; 3) tecnologie multidisciplinari per l’alimentazione, la nutrizione, l’agronomia; 4) materiali sostenibili, nanotecnologie verdi, confezionamento del cibo, ciclo dell’acqua e gestione dei rifiuti; 5) soluzioni innovative per preservare e valorizzare il patrimonio culturale e artistico dell’Italia.

Come illustrato nelle 25 cartelle in inglese, Palazzo Chigi ha intenzione di entrare in gioco direttamente con 100 milioni di euro iniziali e altri 100 attraverso l’Iit, l’Istituto italiano di tecnologia, la fondazione di diritto privato finanziata dal Governo. Collaboreranno con l’Iit l’Institute for international interchange di Torino e la Edmund Mach Foundation di Trento. Tra le imprese coinvolte nel progetto, oltre a quelle di Farmindustria, sono Bayer, Dupont, St Microelectronics, Ibm, Ferrero, Barilla, Crea, GlaxoSmithKline, Novartis, Nestlè, Unilever Syngenta. Tra le fondazioni, la Umberto Veronesi, Benetton, San Paolo, Crt. Le università milanesi, Assolombarda e le esperienze selezionate attraverso la Call da Arexpo che hanno condiviso la convergenza delle loro ipotesi in un Polo della Conoscenza, sono così servite e saranno poi contattate.

«Human technopole» a regime costerà 145 milioni l’anno e interesserà una parte del sedime dell’Expo. Con che relazione con la parte restante e la sua finalizzazione progettuale? Che relazione con il Piano Strategico della Città Metropolitana in definizione? Soprattutto con quali soldi sarà possibile eventualmente realizzate le attività di un Polo della Conoscenza che «Human technopole» non svolga già?

Milano è per sua natura storica un nodo internazionale che nel corso dei secoli è stato un polo di attrazione di intelligenze e investimenti capaci di produrre valore economico e sociale legato al merito. Un territorio una cultura mai affetti dalla sindrome di Nimby-Not in my backyard, ma un esplicito esautoramento di ogni livello istituzionale elettivo e rappresentativo e il suo uso come spazio neutro e inerte non si era mai visto.

Messi di fronte ai numeri dati da un progetto che ha tra gli obiettivi la riduzione dei costi del servizio sanitario nazionale di «almeno il 20% in dieci anni» la Regione, i comuni, la Città Metropolitana dovrebbero prenderne atto e ratificare. Nel caso non ci troveremmo solo di fronte a un progetto sul Dopo Expo che toglie Milano e i suoi attori sociali e istituzionali dalla rete dei nodi competitivi dell’economia della conoscenza ma, “de facto”, ci troveremmo in una condizione post Costituzione della Repubblica.

 

Fiorello Cortiana

 



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