22 settembre 2015

MILANO E L’ACCOGLIENZA AI MIGRANTI: SOLO UNITI SI PUÒ


Da ottobre 2013 ad oggi sono passati da Milano oltre 80.000 mila profughi, tutti diretti verso i paesi del nord Europa, nel mese di agosto 2015, salvo alcuni giorni a cavallo di ferragosto, la frequenza degli arrivi è arrivata fino a 300 persone al giorno. Le nazioni di provenienza di questi migranti sono le solite che sentiamo nelle cronache di questi giorni: in particolare, molti sono i Siriani, i Sudanesi, gli Etiopi e gli Eritrei che vengono da paesi in guerra e fuggono verso terre lontane.

10livigni32FBMilano, in questo momento storico di rilevanza internazionale per quanto riguarda l’emergenza migranti, non si è tirata indietro nell’approntare iniziative di aiuto concreto e fattivo per risolvere il vitto, l’alloggio e le loro esigenze primarie. Si tratta di iniziative di assistenza e solidarietà molto pratica e concreta che non hanno alcuna presunzione di risolvere il problema, sarebbe utopico, ma solo di far sentire la vicinanza di molti cittadini nei confronti di chi scappa dalla guerra, dalla fame alla ricerca di un futuro.

Il lavoro è d’equipe, i volontari sono tantissimi e le associazioni pure, ma occorre sovente un “cappello istituzionale” che renda queste iniziative più che mai sicure e credibili e, soprattutto, che tuteli anche il mondo del volontariato in questa complessa opera di assistenza e aiuto. A cento metri dalla stazione Centrale, il Comune di Milano ha aperto un centro di accoglienza e smistamento per i profughi in arrivo (HUB) che lavora con la massima efficienza grazie ai volontari, spesso molto giovani e sempre più numerosi.

L’ambiente è molto vasto, circa 450 mq e si compone della sala di accoglienza, di sale di attesa, spazi per i bambini, sala pranzo, bagni, angolo internet, sala medica, stanze-magazzino. Responsabile dell’organizzazione è la Fondazione Progetto Arca, e suoi sono gli operatori che fanno l’accettazione e tengono i contatti con i centri di accoglienza in cui vengono smistati i profughi.

A tali operatori si affiancano varie associazioni, ognuna con un compito specifico: ne ricordo alcune, senza alcuna presunzione di completezza, ma solo per ringraziare le decine di appartenenti a queste associazioni per la loro preziosa opera di aiuto. Save the Children e l’Albero della Vita intrattengono i bambini e si prendono cura della loro giornata con giochi e attività di ricreazione, SOS ERM si occupa della distribuzione del cibo con la collaborazione anche di molti volontari privati, Cambio Passo si occupa in modo particolare degli Eritrei, convogliandoli da Porta Venezia all’Hub della Stazione Centrale.

Il tutto, sotto l’egida del Comune che ha messo fisicamente a disposizione questo centro e gestisce il complesso meccanismo, anche burocratico, che ci sta necessariamente alla base. Insomma, istituzioni, associazioni e privati, uniti in un circuito virtuoso che può gestire un notevole sforzo organizzativo sia per quanto riguarda il numero di persone coinvolte, sia per le esigenze, spesso diverse per età, nazionalità, religione e stato di salute dei migranti neo arrivati.

Infatti i singoli cittadini non sono certo da meno delle associazioni. Vi è stata grande partecipazione dei milanesi alla mobilitazione civica, organizzata dall’assessorato alle Politiche sociali, per la raccolta di indumenti e di beni per l’igiene personale da destinare ai profughi in transito nella città e ai senzatetto ospiti delle strutture di accoglienza. Negli ultimi giorni, nei centri di raccolta, sono stati raccolti quasi 80.000 capi e migliaia di altri prodotti per l’igiene personale per grandi e piccini.

Anche la Diocesi di Milano si sta muovendo con grande impegno e determinazione. Caritas Ambrosiana sta facendo davvero moltissimo per l’ospitalità quotidiana dei migranti, mettendo a disposizione propri spazi e coinvolgendo le singole parrocchie nella gestione di questa necessaria accoglienza. Già numerose persone sono ospitate stabilmente in locali parrocchiali da alcune settimane e si stanno progressivamente organizzando sempre più soluzioni abitative.

Molto bello l’esempio di Santo Stefano Maggiore, storica chiesa nell’omonima piazza milanese e parrocchia dei migranti che ha messo a disposizione alcuni locali di un appartamento di pertinenza per l’ospitalità ad alcuni stranieri senza casa. Colpisce molto che i lavori di ristrutturazione per rendere idonei questi spazi all’accoglienza siano stati effettuati da volontari anch’essi stranieri, in Italia da alcuni anni che si sono presi carico della disperata situazione di coloro che sono oggi nella loro situazione passata.

È un piccolo, ma grande esempio che sta a significare che davvero tale clamorosa emergenza, al di là delle valutazioni di politica internazionale assolutamente urgenti e necessarie da parte della politica europea ed internazionale, si può concretamente affrontare solo con la collaborazione e l’impegno di tutti, privati e associazioni, laici e religiosi, con il necessario impegno delle istituzioni. È una battaglia epocale, un impegno di civiltà che riguarda ciascuno di noi.

Ilaria Li Vigni



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