29 luglio 2015

Mi030. I RAGAZZI MILANESI (saranno?) UN CORPO INTERMEDIO


Abbiamo deciso di dedicare per intero questo numero di ArcipelagoMilano, l’ultimo prima della pausa estiva, alle ragazze e ai ragazzi milanesi. La pausa estiva è uno dei loro momenti d’oro ma quelli dei quali parliamo prima di andarsene ci hanno lasciato un messaggio che vogliamo far vivere fino al loro ritorno. Sono i ragazzi di Mi030.

01editoriale29FBNon uso casualmente le parole ragazze e ragazzi perché ormai il significato di “giovani” che si presterebbe al caso e che normalmente si usa nel dibattito politico e sociale, si è andato slabbrando. Chi sono in genere anagraficamente i giovani? Per il Pd si è giovane Dem fino a trent’anni, per il Regno Unito nei documenti che riguardano il disagio sociale si è giovani dai 15 a 24 ed è questa la fascia di età della quale voglio parlare, quella che comprende in particolare anche i non elettori.

Le ragazze e i ragazzi, soprattutto nella fascia più giovane, non hanno ancora dato vita ad alcun “corpo intermedio” e quindi la rappresentazione diretta delle loro aspirazioni collettive, delle loro “volontà” non c’è. Ne sto parlando in senso politico e ovviamente nel mio orizzonte non rientrano organizzazioni giovanili come gli scout, dove la guida è affidata pedagogicamente agli adulti e nemmeno le organizzazioni studentesche che in genere rappresentano cinghie di trasmissione dei partiti o correnti politiche all’interno della scuola con obbiettivi circoscritti limitati in genere alla tutela o alla rivendicazione di diritti.

Mi030, se continuerà nella sua attività in forma di living lab potrà assume o surrogare il ruolo di corpo intermedio della fascia più giovane della popolazione milanese. Una funzione tipica da “corpo intermedio” l’hanno già esercitata presentando le loro 10 visioni al sindaco Giuliano Pisapia, al Prefetto Francesco Paolo Tronca e le presenteranno a Governatore lombardo Roberto Maroni. Non sarà comunque facile per loro assumere il ruolo di corpo intermedio in tempi di renzismo, un modo di fare politica totalizzante e che, per affermazione esplicita del suo leader, non ama i corpi intermedi (sindacati, associazioni di categoria, associazioni imprenditoriali …) a meno che siano plaudenti.

Eppure è un ruolo indispensabile soprattutto oggi e per il futuro in un periodo non certo breve di appannamento del ruolo dei partiti e della loro capacità di essere legittimati nella loro azione di governo o di opposizione e di rappresentazione legittima di tutti i cittadini senza distinzione di età e indipendentemente dalla loro appartenenza a un qualche corpo intermedio.

La nostra società si deve confrontare con due fenomeni relativamente recenti: l’allungamento della vita, le cui conseguenze esulano da questo discorso e la maturazione precoce da parte dei più giovani, ormai tutti o quasi digitali nativi e proprio per questo più informati, più in grado di tessere relazioni tra di loro, di mobilitarsi collettivamente, con tutti i vantaggi e i pericoli che sono legati all’uso di Internet.

Il loro sguardo sul futuro, sul loro e su quello di tutti, non può essere trascurato come fonte di indicazioni per orientare le politiche sociali ed economiche del Paese.

I partecipanti all’iniziativa Mi030 hanno dai 15 ai 25 anni e rappresentano un campione sufficientemente significativo per considerare le loro idee e le loro aspettative come generali per quella fascia di età, con tutti i limiti che operazioni di questo genere comportano.

Oltre a pubblicare le 10 visioni, abbiamo proposto a sei di loro, ognuno rappresentativo di ognuno dei temi – città, corpo, amore, comunicazione, impresa, educazione -, di scrivere un breve testo per noi legato a questa loro esperienza: sono testi molto diversi l’uno dall’altro per contenuto e per stile ma dimostrano indubbiamente una notevole maturità e una passione anche civile.

Ci auguriamo che il loro esperimento continui e per parte nostra li seguiremo con attenzione.

Luca Beltrami Gadola



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