8 ottobre 2014

la posta dei lettori_08.10.2014


Scrive Gabriele Minardi a proposito di biciclette contromano -Anche se purtroppo partecipo poco al dibattito sugli argomenti inerenti l’uso della bicicletta a Milano e in Italia, in questo caso non riesco a trattenermi dal dare la mia opinione. Ma davvero stiamo a discutere se dare o meno il senso unico eccetto bici? In un Paese dove nelle grandi città (e anche meno grandi) siamo indietro almeno 30 anni rispetto alle città europee “moderne”, ci perdiamo su queste norme da presa in giro del ciclista?

Primo: in una città come Milano dare il senso unico eccetto bici è una norma che rappresenterebbe, se ci fossero sufficienti ciclisti, un incentivo all’estinzione fisica del ciclista stesso, come se già non bastasse la atavica mancanza di cultura delle 2 ruote. Per fortuna i ciclisti sono solo quelli dell’area C, quelli delle BikeMi, come se la bicicletta nelle zone fuori dalla cerchia non fosse utile. Le piste ciclabili fuori da questa fascia sono si e no delle strisce gialle sull’asfalto che incitano, anche loro, all’impresa estrema il ciclista impavido o incosciente.

Secondo: chi vuole va già in controsenso o sui marciapiedi! non c’è bisogno della norma, perché comunque non c’è chi fa rispettare le norme, è lo standard italiano. Quindi, di cosa parliamo?

Quali norme mi farebbero pensare a un inversione di tendenza? rastrelliere per parcheggio bici obbligatorie in tutti i luoghi pubblici o nei condomini; facilitazioni e sconti per ciclisti (e tesserati) su metropolitana, treno, bus, musei, teatri, cinema, ecc.; disegno, progettazione, realizzazione di rete di piste ciclabili nel vero senso della parola; incentivi alla diminuzione delle auto, alla rottamazione senza sostituzione; tolleranza zero alle auto sui marciapiedi o in doppia fila; estensione delle aree no auto, delle isole pedonali; leggi tipo comprare casa ammissibile solo se non si possiede l’auto. Tutto il resto sono chiacchiere da bar.

 

Replica Eugenio Galli – Rispetto l’opinione ma non la condivido. Trovo che sia anche piuttosto “benaltrista”: ci vuol ben altro… E comunque sui mezzi pubblici ATM la bici già oggi viaggia gratis.

 

Scrive Francesco Pentecoste a proposito di biciclette contromano Ho letto con attenzione il vostro articolo e mi sento di aggiungere una sola cosa: ho vissuto per molti anni a Busto Arsizio e già negli anni ’50 esisteva questa “regola”. La città allora era il regno della bicicletta ed era normale trovare strade a senso unico “eccetto biciclette” e questo succedeva in quasi tutte le cittadine della pianura Padana … . Vero che la densità di auto non era minimamente paragonabile a oggi, ma con un minimo di buona volontà e tolleranza auto e bici possono ancora coesistere.

 

Scrive Vito Antonio Ayroldi a proposito di M4 – Finalmente ! Finalmente non concordo con Lei, egregio Direttore. Io no ho capito bene di quale letteratura parli, perché sulla normativa degli appalti si scrive di tutto e il suo contrario. Le assicuro che nel Comune di Milano, come per altro in moltissime strutture pubbliche le competenze esistono e nonostante i magri compensi sono sorprendentemente per Lei, magari, di ottimo livello. Le competenze per quello che Lei chiama risk assesment, che in lingua italiana suona molto più elegantemente come “valutazione dei rischi” sono tutte presenti. Mi chiedo poi a che pro utilizzare l’inglese dove non serve.

Il Comune di Milano controlla una società a capitale interamente pubblico, ATM che si aggiudica appalti nel mondo. La sapranno fare ‘na “valutazione dei rischi”, che dice? Oppure dovremmo credere che quando partecipano alle gare le vincono perché tirano i dadi e gli va di c***? Il Comune di Milano potrà utilizzare il personale di una sua controllata Lo ha fatto lo Stato con FS che adesso comanda in Expo, tanto per dirne una. ATM gestisce servizi di mobilità a Copenaghen, come ho avuto modo di scrivere proprio su ArcipelagoMilano. Partecipa a gare e le vince pure. Di cosa stiamo parlando? Il Comune controlla una società di ingegneria con altissime qualifiche MM. Di cosa stiamo parlando?

Ahhhhhh, Lei dice della legge sugli appalti. Ahhhhh, ma allora non è questione di competenze tecniche, pubbliche o private caro Direttore. I tecnici pubblici o privati lavorano con le regole che ci sono. Non capisco a chi giovi rappresentare una P.A. sprovveduta contro il potente e competente settore privato delle costruzioni, più spesso infarcito di cialtroni, tangentisti e marchettari che di gente seria. Lei è molto lontano dal vero. Nella P.A. c’è gente seria, competente e spesso anche con un rigore morale che nel privato è di difficile riscontro. A proposito ma…… il brand Milano? Che fine ha fatto? Ahhhhh, mi dirà che era solo fuffa! Ma Milano non era la città del design, dell’innovazione? Del privato di qui, e del privato di là. Una tangente qui, una marchetta là. No, caro Direttore. Milano non è né l’una né altra. È una città complessa. Starei molto attento a fare certe classificazioni.

 

Scrive Luca Benassai a proposito della illuminazione pubblica a led– Ho letto qualche giorno fa che sono state presentate le nuove illuminazioni a led per la città di Milano. Vorrei sapere com’è possibile che non si tenga conto del valore estetico di questi corpi illuminanti e della modifica che apporteranno all’atmosfera della nostra città. Ho visto un video dove Maran parla del risparmio energetico mantenendo gli stessi standard qualitativi, e subito dopo ho visto delle foto che rappresentavano il prima e il dopo l’intervento, ma non è così … Che fine faranno tutte quelle luci gialle che avvolgono la nostra città? Sostituite da delle freddissime luci bianche … ma se era per il risparmio energetico, non si poteva pensare a dei led a luce calda? Perché di queste cose se ne occupa l’assessore alla mobilità senza una commissioni di architetti e urbanisti (in gamba)??

E poi … parlano tanto di risparmio energetico e ci sono interi palazzi (vedi zona Garibaldi) che di notte rimangono completamente accesi. Ok… forse sono privati…e delle nuove opere pubbliche che sono sempre sovraesposte all’illuminazione artificiale? adesso mi viene in mente la nuova piazza accanto a Sant’Ambrogio, ci vai alle due di notte e sembra di stare in pieno giorno. Davvero non capisco. Scusate il mio sfogo, scrivo a voi perché vorrei una Milano sempre più bella, come si merita di essere (NON sempre più brutta), ma non so come fare per poter cambiare le cose, e so che la vostra redazione è una voce che si fa sentire.

 

Scrive Andrea Giorcelli a proposito del Regolamento Edilizio – L’Assessora De Cesaris si è compiaciuta delle poche osservazioni, perché significherebbe che il R.E. è ben fatto. Può essere, ma ciò è stato indubbiamente indotto, almeno in parte, dal solito periodo di ricezione vacanziero, tra luglio e agosto. Le osservazioni accolte poi sono pochissime e, come ora dichiarato, orientate alla semplificazione e accelerazione delle procedure, secondo le esigenze degli operatori piuttosto che dei cittadini. Non doveva essere questa la Giunta della partecipazione, del cambiamento? *Consigliere della zona 7 (capogruppo Verdi – Ecologisti)

 



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