21 maggio 2014

EXPO TRASPARENTE, ARCHITETTI MILANESI: CI ABBIAMO PROVATO. E NON MOLLIAMO!


L’editoriale del Direttore di settimana scorsa, relativo al tema Expo, si chiudeva identificando nelle associazioni di categoria possibili organi di controllo dei bandi in nome della trasparenza. Noi architetti ricordiamo quanto tempo ed energia abbiamo investito (così come l’Ordine degli Ingegneri, le imprese edili milanesi e altre realtà) perché Expo si dotasse di procedure trasparenti e innovative e s’innescasse da subito un dibattito sui contenuti di Expo e del dopo Expo.

02bottelli19FBTutto ciò è iniziato contestualmente all’assegnazione dell’evento alla città di Milano. Dal 31 marzo 2008 abbiamo cercato un confronto con Expo SpA, rivelatosi tanto difficile quanto improduttivo: parliamo di giorni, mesi e anni di appuntamenti mancati, colloqui respinti, lettere senza risposta. Le tristemente note procedure d’urgenza, intanto, facevano il loro corso.

Sono progressivamente spariti i concorsi di progettazione, ridottisi infine al solo concorso per il Padiglione Italia e a quello di idee per le Architetture di servizio. Delusi, abbiamo proseguito nel nostro lavoro, con Assimpredil, Ordine degli Ingegneri e CNA, per proporre in tempo utile un’innovazione procedurale che permettesse anche all’appalto integrato e complesso – ormai estensivamente adottato da Expo – di consentire la premiazione della qualità architettonica e di un contenimento dei costi per le imprese.

La bozza del nostro lavoro congiunto è stata proposta e discussa a più riprese con la società Expo. Il contenuto avrebbe permesso di operare sia in trasparenza, sia nel rispetto dei tempi di realizzazione delle opere con una limitazione di costi. Nella seduta n. 498 del 21 giugno 2011, la Camera dei Deputati aveva approvato un ordine del giorno collegato al Decreto Sviluppo che impegnava il Governo ad assumere le misure idonee affinché il modello procedurale da noi proposto potesse essere utilizzato per le opere di Expo 2015.

Sul piano dei contenuti poi, già dal 2009 abbiamo organizzato una mostra, stampato una pubblicazione e svolto alcune conferenze aperte sul tema dell’EXPO dopo EXPO affollate, partecipate, dibattute da tecnici e cittadini con unici assenti, invitati, i diretti interessati, tra cui alcuni protagonisti delle cronache di questi giorni.

La mancanza di una volontà politica ha portato a quello che oggi vediamo: senza garanzia di criteri di qualità, trasparenza e concorrenza, senza valutazioni tecniche corrette di esigenze progettuali, di tempi e di costi, senza una gestione adeguata dell’evento da troppi punti di vista, Expo rischia di diventare solo l’ombra di ciò che avrebbe dovuto e potuto essere.

Da parte nostra come Ordine (12.000 iscritti), negli ultimi mesi, abbiamo scritto a tutte le ambasciate e i consolati dei Paesi partecipanti, invitandoli a consultare la banca dati on-line dei progettisti milanesi per gestire interventi di vario genere in vista dell’Expo; siamo riusciti a far inserire i nostri iscritti nel Catalogo Expo rivolto ai partecipanti alla manifestazione; ci stiamo concentrando nella promozione dell’eccellenza architettonica milanese con un intenso programma di itinerari, stiamo progettando una mostra sulle trasformazioni urbane e ci stiamo attivando per dar vita a processi di vigilanza sul futuro di terreni e manufatti del dopo Expo.

Crediamo infatti ancora che EXPO possa rappresentare un’occasione unica per la città e il Paese: ci appelliamo quindi al Governo, al Commissario Raffaele Cantone e all’Autorità Anticorruzione, mettendo, come sempre fatto, sin d’ora a disposizione il nostro bagaglio di competenze nella valutazione delle documentazioni tecniche poste a base delle procedure relative alla progettazione ancora da bandire.

Il tempo stringe, ma vogliamo poter contribuire a fare dell’Esposizione Universale un grande evento, perché il danno d’immagine enorme e la fitta nube che ora avvolgono Expo possano dipanarsi in tempo utile.

 

Valeria Bottelli*

*presidente Ordine degli Architetti PPC di Milano



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