13 luglio 2009

CHIESA DEI GIUSTI E CHIESA DEI POTENTI


Sarebbe, in verità, più esatto parlare di “chiese” al plurale, perché questi problemi riguardano tutte le chiese organizzate, ma in Italia, dove esiste una religione semiufficialmente di stato, possiamo limitarci al singolare. I recenti pronunciamenti del Cardinale Tettamanzi prima e del Pontefice poi, contro le politiche discriminatorie della maggioranza di governo, hanno riscosso approvazione da molte parti e anche da parte di laici di sinistra che, in altre occasioni avevano criticato le gerarchie cattoliche, soprattutto per la veemenza, quasi volgare a tratti, della campagna contro Beppino Englaro o per la tiepidezza nei confronti delle volgarità del Presidente del Consiglio. Immancabilmente, i confezionatori di pensieri-cetriolo della destra hanno tirato fuori l’accusa di cattocomunismo, che viene disinvoltamente rivolta anche a persone come me che non sono né cattolici né comunisti.

 

“Ecco vedi? Finché la Chiesa, o il Vaticano, erano a favore di Berlusconi voi eravate contro, quando lo critica voi siete a favore.”. Embé? Verrebbe voglia di dire, che razza di ragionamento è questo? Se il Vaticano prende posizioni che non condivido non sono poi obbligato a criticarlo se su altre questioni si esprime in modo che io trovo congeniale. “Ah, ma allora tu sei d’accordo che la Chiesa interferisca solo quando fa comodo a te!” Ma no, mio bel cetriolone! In generale io preferirei che il Vaticano si tenesse fuori il più possibile, ma capisco che sulle questioni di importanza etica generale l’autorità morale della Chiesa, come si dice, non possa fare a meno di esercitarsi. Però – oltre al fatto che il cetriolo (che spesso intellettualmente è anche trinariciuto) non si rende conto che l’argomento vale esattamente a contrariis, perché se è incoerente la sinistra, lo è altrettanto la destra, per le ragioni complementarmente opposte – esiste tuttavia una chiara asimmetria aggiuntiva.

 

L’accordo con il Vaticano fatto dal Berlusconi e dalla sua maggioranza è di per se un fatto politico di peso ben maggiore e con più serie conseguenze per tutti, della occasionale convergenza di idee tra Tettamanzi e parte della sinistra. E’ un’asimmetria che si riflette molto chiaramente nella qualità degli interventi e delle manifestazioni: non mi risulta che il card. Tettamanzi abbia accusato Calderoli o Maroni di essere degli assassini, né che abbia organizzato fiaccolate di zeloti sotto i domicili di Borghezio e Salvini, come il Vaticano ha fatto contro Beppino Englaro. Piuttosto è vero il contrario, sono i leghisti ad aver organizzato a Varese una squadraccia contro il cardinale, e crepi l’autorità morale.

 

In realtà, anche all’interno della stessa Chiesa cattolica, ci sono diverse chiese: in particolare c’è una Chiesa dei giusti, fatta di donne e uomini disposti a sacrificare se stessi per testimoniare il vangelo sposando le cause che accrescono la libertà e la dignità delle persone. Ma c’è anche, eccome, la Chiesa dei potenti; una chiesa che è essa stessa una potenza e, nel caso unico del Vaticano, una potenza terrena e temporale, incorporata in uno Stato teocratico e dispotico, con i suoi interessi colossali, difesi in più di un’occasione, anche recente, con feroce determinazione. Una chiesa che non ha esitato ad associarsi a individui e governi molto lontani dal vangelo e, in non pochi casi, anche dal comune senso della decenza e della legalità (si vedano le frasi accorate e apparentemente non molto ascoltate, rivolte da Angelo Caloja al Pontefice, per denunciare le torbide pratiche dello IOR, in Vaticano S.P.A. di Gianluigi Nuzzi, uscito da poco per Chiare lettere). Che quanti credono negli ideali fondamentali incorporati nella nostra costituzione (chiamiamoli pure, di sinistra, se vogliamo) si trovino a condividerli con la Chiesa dei giusti, non può stupire e non vi è alcuna contraddizione se poi queste stesse persone contestano (talvolta con l’appoggio di non pochi credenti) le azioni non sempre limpide e le posizioni spesso sfacciatamente opportunistiche della Chiesa dei potenti.

Guido Martinotti



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