30 aprile 2014

QUALCHE RIFLESSIONE SULLE MANIFESTAZIONI DEL 25 APRILE OGGI


Il Paese sta attraversando una congiuntura economica, sociale e politica particolarmente delicata e complessa. Si sta anche affrontando una improrogabile riforma della Costituzione Repubblicana; Calamandrei sosteneva che il progetto di società democratica e progressista delineato dalla Costituzione è la traduzione in norme giuridiche dei contenuti e dei valori che hanno presieduto alla Resistenza e alla lotta unitaria per la riconquista della libertà e della democrazia dall’occupazione nazista e dalla dittatura fascista.

04banfiFB16In questi ultimi sessanta anni la connessione e l’interdipendenza tra Costituzione e Resistenza e lotta di liberazione è stato fortissima: la difesa intransigente della Costituzione, nata dalla Resistenza, e della sua completa attuazione è stata una linea permanente e vincente nonostante i tentativi di aggressione nei confronti dei valori fondanti della Costituzione stessa. In questo quadro le manifestazioni per celebrare il 25 aprile, che quest’anno precedono di un mese le elezioni europee, mai così importanti per il nostro futuro, vanno analizzate con grande attenzione.

A Milano, nella manifestazione centrale, la presenza di oltre 120.000 persone, con molti giovani pacifici, vitali, allegri, mi ha tranquillizzato rispetto al pericolo che il 25 aprile diventasse una cerimonia rituale, di memoria ossificata, incapace di contrastare con efficacia l’oblio dopo 70 anni, né di respingere quei processi di deformazione – addirittura di negazionismo – che circolano così pericolosamente in Europa, ma anche da noi, anche a Milano, città medaglia d’oro della Resistenza.

L’altra cosa positiva è che in questi anni recenti gli storici, le università, le scuole, gli istituti storici della Resistenza, le associazioni (quali l’ANPI e l’ANED) che si richiamano ai partigiani o alla storia della deportazione politica e razziale e di tutti coloro che ne furono vittime, la comunità ebraica, gli stessi militari, le diverse confessioni religiose, hanno studiato, approfondito, documentato, ricercato molti aspetti della Resistenza raggiungendo risultati importanti: complessivamente questi studi ci consentono di poterci avvicinare maggiormente a una “verità storica” consolidata e indiscutibile, depurando la “retorica resistenziale” dalle semplificazioni manichee e dalle letture strumentali delle egemonie culturali di parte, facendo cosi riemergere interamente il grande valore unitario della lotta di Liberazione, frutto di un confronto anche molto aspro ma capace di trovare sintesi positive.

Il compito che ci aspetta è quello di diffondere verso i giovani e le scuole queste “verità storiche”, che presentano anche aspetti entusiasmanti per la fantasia delle soluzioni adottate, per il rigore dei comportamenti, per la moralità dei protagonisti, per l’utilizzo dell’intelligenza delle risorse umane di tutti i ceti sociali coinvolti, in modo che le manifestazioni del 25 aprile siano sempre più celebrazioni consapevoli ed utili per le scelte rivolte al futuro. In questo modo emergeranno la volgarità intollerabile e le ignobili falsificazioni, che grandi ignoranti di storia patria diffondono con incredibile leggerezza ed offensiva e criminale superficialità nei confronti di chi ha sacrificato la vita per la nostra libertà.

 

Giuliano Banfi

Vice presidente dell’Associazione Nazionale Ex Deportati, sezione di Milano.

 

P.S. Il presidente nazionale dell’ANPI senatore Smuraglia dal palco del 25 aprile ha criticato duramente sia legge elettorale votata alla Camera dei Deputati (legge ordinaria) sia la riforma del Senato proposta dal Governo (legge costituzionale). Il mio parere al riguardo è che vengano perseguiti tutti i miglioramenti possibili; tuttavia vanno trovate delle mediazioni efficaci e garantiste che non dilatino ulteriormente i tempi rispetto a un cambiamento radicale che non può essere più dilazionato.



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