15 gennaio 2014

la posta dei lettori_15.01.2014


 

Scrive Stefano Zuffi a proposito dell’ascensore sul Duomo – Completamente d’accordo con l’articolo di Jacopo Gardella, con una marcata sottolineatura sul fatto che i tetti del Duomo sono già serviti da un ascensore, perfettamente inserito all’interno delle strutture. Mi pare opportuno verificare se non sia possibile potenziare e modernizzare l’esistente, prima di affrontare una nuova soluzione. Aggiungerei una piccola nota: di recente, una signora milanese ha voluto celebrare il compimento dei suoi 100 anni d’età salendo in cima al Duomo, e utilizzando senza problemi l’attuale ascensore… Piuttosto, mi spiace moltissimo che – per ragioni di sicurezza, ma che credo possano essere risolte! – da anni ormai non sia possibile più percorrere il deambulatorio del Duomo (vale a dire la parte più antica dell’edificio), varie aree dell’interno risultino transennate, non sia possibile accostarsi a un capolavoro assoluto come il Candelabro Trivulzio, insomma, sinceramente mi preoccuperei di più della agibilità dell’interno della Cattedrale piuttosto che delle sue terrazze! E già che ci siamo, aggiungerei anche che una delle opere d’arte più importanti di Milano, l’altare d’oro della basilica di Sant’Ambrogio, uno dei cinque o sei capolavori veramente incomparabili della nostra città, non sia più visibile da vicino. (storico dell’arte)

 

Scrive Dede Mussato a proposito dell’ascensore sul Duomo – Dell’articolo di Jacopo Gardella approvo l’opinione dei benpensanti di quel salotto, disapprovo la veemenza con la quale la signora Crespi si scaglia contro il progetto. Esprimo solo un mio parere: in una società dove il target degli anziani si amplia sempre di più e dove si tenta, spesso invano, di abbattere le barriere architettoniche, ecco là l’ascensore sarebbe auspicabile. Abbiamo tutti sotto gli occhi gli stranieri che viaggiano disinvolti anche seduti in una carrozzina, perché rimanere ancora una volta, da Italiani, fanalini di coda? Basta una gamba rotta, poi, per divenire portatore di handicap.

In quanto all’arditezza del progetto, mi viene in mente la scala supermoderna accostata al Palazzo della Ragione, non mi sembra poi così male …

 

Scrive Margherita Candiani a proposito dell’ascensore sul Duomo – Grazie caro Gardella per le chiare e serie parole in merito all’assurda e offensiva idea del nuovo ascensore per il Duomo. Farò circolare questo articolo e nel frattempo vorrei sapere se ci sia modo di far sapere in Comune la propria opinione in merito.

 

Scrive Carmine Silvestre a proposito dell’ascensore sul Duomo – Non è una novità quella di voler far prevalere il proprio punto di vista, ricorrendo, spesso, ad argomentazioni poco consone alla natura dell’oggetto, anche nell’ipotesi di mettere a rischio quello che potrebbe rivelarsi un espediente interessante che faciliti la conoscenza di un’opera architettonica di immenso prestigio, che la storia e la cultura ci hanno tramandato, qual è il Duomo di Milano. Le argomentazioni addotte si mostrano assai singolari, soprattutto laddove viene rimproverato al sindaco che, per un intervento di tale natura, non prevista nel proprio programma elettorale, intende ricorrere, giustamente, all’istituto del referendum, presente, non lo si dimentichi, nello Statuto del Comune, a cui, sembra, non vien data la dovuta importanza. Governare non significa far cadere dall’alto, sempre e comunque, scelte che investono la sensibilità, anche culturale, perché no?, di un’intera collettività! E vi sembra poco?

 

Scrive Mauro Borromeo a proposito dell’ascensore sul Duomo – Totalmente concordo con l’architetto Gardella in particolare sui richiami conclusivi tanto al Sindaco quanto all’Arcivescovo. Ed a proposito del Duomo e della piazza chiedo al professore che ne pensa dell’orto anch’esso “pensato!” in relazione all’Expo!! Cordialmente preoccupato, (classe 1929) già consigliere di zona 1

 

Scrive Tiziana Scalco a Beppe Balzarini – Apprezzo molto l’articolo sul territorio di Malpensa a firma del Presidente di UNI.CO.MAL. Lombardia, Beppe Balzarini e ritengo importante che vengano sostenute le posizioni da lui esplicitate anche da tutti gli amministratori di buon senso (se ne abbiamo) di quel territorio della provincia (ex) di Varese interessato da possibili nuovi lavori INUTILI. Quello che andrebbe fatto oggi è semmai rafforzare l’esistente, anche per esempio con parcheggi adeguati e a prezzi calmierati, per consentire ai pendolari e ai passeggeri un uso della tratta ferroviaria più favorevole possibile, rispettando anche i bisogni ambientali che in quel territorio sono già stati sufficientemente aggrediti e resi precari dai diversi interventi, molti dei quali come si è detto, inutili e devastanti. (residente a Samarate, cascina costa)



Condividi

Iscriviti alla newsletter!

Per ricevere in anteprima sulla tua e-mail gli articoli di ArcipelagoMilano





Confermo di aver letto la Privacy Policy e acconsento al trattamento dei miei dati personali




Ultimi commenti