11 dicembre 2013

“SANITÀ MILANESE”: TORNARE A UNA MELA AL GIORNO


Non è una commedia shakespeariana, non accadde tutto in una notte, ma raccogliendo le voci e le notizie della “sanità milanese” dell’ultimo mese o poco più si può costruire un mosaico interessante dei diversi piani, dimensioni e dinamiche che sanità e salute giocano a Milano. La salute pubblica e individuale, il sistema sanitario tra poli ospedalieri e servizi territoriali, le “relazioni salutari” alimentate dal volontariato, hanno un impatto tangibile nella vita della città e della sua organizzazione, determinano il suo sviluppo. Leggiamoli in sequenza.

06mattace43FB10 dicembre 2013. “Aperti i cantieri della Città della Salute e della ricerca lombarda, che sorgerà nelle ex aree Falck di Sesto San Giovanni. La Città della Salute e della Ricerca riunirà in una nuova sede l’Istituto nazionale tumori e l’Istituto neurologico Besta, si svilupperà su oltre 127.000 metri quadrati di superficie lorda, con 700 posti letto. (…) Lo stanziamento complessivo per la Città della Salute e della Ricerca è di 450 milioni, di cui 330 milioni da parte della Regione Lombardia, 40 milioni dal ministero della Salute e 80 milioni anticipati dal concessionario privato.” (Sole 24 ore)

7 dicembre 2013. I Genitori AntiSmog scrivono al sindaco Pisapia “Lei difende i diritti delle donne, ma le donne – e gli uomini – si ammalano di tumore per l’aria di Milano. Lei da sempre difende i diritti dei più deboli, ma i bambini a Milano non hanno la scelta di poter respirare un’aria che non fa ammalare. Molti bambini che vivono in questa città non hanno la possibilità, come consiglia ogni pediatra, di cambiare aria: quella di Milano è l’unica che hanno” e lo incalzano con la richiesta di politiche ambientali e di mobilità ancora più incisive.

5 dicembre 2013. A Milano si sono svolti gli Stati Generali del Volontariato in Sanità in occasione della Giornata Mondiale del Volontariato. Un confronto tra realtà che lavorano nelle corsie degli ospedali, una presenza capillare e articolata in centinaia di organizzazioni, e realtà non profit che si occupano di deospedalizzazione, in prima linea nell’organizzazione delle cure domiciliari, frontiera del welfare di domani, e realtà impegnate al fianco delle disabilità e delle fragilità gravi, dove il volontariato riveste un ruolo prezioso, grazie anche a percorsi formativi molto evoluti. Giuseppe Frangi, il direttore di Vita promotore degli Stati generali, spiega: “Il volontario non è solo una risorsa capace di colmare vuoti che il pubblico non è più in grado di garantire. C’è un valore aggiunto fondamentale che il volontariato porta: è la relazione con il malato come fattore che anche la medicina ritiene sempre più decisiva nei percorsi di cura e guarigione”.

29 novembre 2013. Lavoratori e lavoratrici della ASL di Milano presidiano Palazzo Marino denunciando che “Da tempo in A.S.L. di Milano sono in corso processi di riorganizzazione di servizi quali i Sert, i Consultori Familiari Integrati, l’Area delle Fragilità, gli Sportelli di Scelta e Revoca, etc. Dichiarando l’intento di migliorare la qualità dell’assistenza si vuole mascherare il processo di progressivo smantellamento di servizi socio-sanitari destinati a popolazioni fragili.” L’appello è accorato “Si tratta di un processo che deve essere fermato e per farlo è indispensabile che questi problemi escano dalle stanze dell’A.S.L. di Milano per diventare oggetto di attenzione di tutte le persone che hanno a cuore il fatto che, nella nostra città, il diritto alla salute e la tutela della sicurezza collettiva sono valori e diritti da tutelare”.

23 ottobre 2013. Un patto con la Regione per rafforzare i servizi sanitari sul territorio. È la proposta lanciata dal Comune di Milano durante il convegno “Ospedale e dintorni” che si è svolto a Palazzo Marino. Pierfrancesco Majorino, assessore alle Politiche sociali e Cultura della salute: “Chiediamo alla Regione di aprire un tavolo di confronto per potenziare i servizi che consentono al cittadino di trovare risposte diagnostiche e terapeutiche prima dell’ospedale e fuori dall’ospedale. Ci sono diverse prestazioni sanitarie, come le fasi post-acute di una malattia o quelle che richiedono riabilitazioni brevi, che potrebbero essere erogate in modo diverso dall’attuale. Vogliamo ragionare su forme alternative alla rete ospedaliera. In questo quadro è arrivato il momento di iniziare a sperimentare anche le ‘Case della salute’, strutture dove le cure primarie possono essere integrate con attività specialistiche, servizi sociali e sociosanitari”.

Gli attori sono diversi, istituzioni, cittadini, lavoratori, associazioni, malati ma la partita è la stessa. Il bilancio della Regione è impegnato per quasi tre quarti sulla sanità, cosi come quello del Comune ha una delle più grosse voci di spesa sul welfare. Così la scelta di un modello di cura è determinante a cascata su tutto il resto. Privilegiare gli ospedali o valorizzare le reti di continuità assistenziale, il centro di eccellenza o la rete di servizi territoriali, ha un impatto significativo sui piani di sviluppo della città ma anche sul vissuto personale dei singoli (e ancor più delle singole).

Se è sempre vero che “prevenire è meglio che curare”, non si può dimenticare che è anche meno costoso. Investire sulle politiche ambientali è una scelta ben precisa, una medicina della prevenzione per la tutela della salute pubblica: con le parole di Ippocrate “non basta prevedere la malattia per guarirla, occorre insegnare la salute per conservarla”.

 

Giulia Mattace Raso

 

 



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