25 settembre 2013

MILANO E TARGHE ESTERE, UNA SPIA DELL’EVASIONE FISCALE


A Milano,da più di un anno circolano auto con targa tedesca e, in misura minore, rumena e bulgara. Non si tratta di turisti o di lavoratori temporaneamente in Italia, ma di una delle ultime trovate dei “soliti furbetti”. È una scappatoia legale, che sfrutta la scarsa omogeneità delle norme europee in materia di Codice della Strada, e alla quale ricorrono diversi automobilisti italiani per non pagare il super bollo introdotto da Monti e soprattutto per non pagare le multe con riduzione dei punti e accedere all’Area C costi. Inoltre l’immatricolazione dell’auto all’estero elude il redditometro.

09cingolaniFBLa Germania è il paese preferito per le macchine,un po’ perché fa” status” averne la targa ,un po’ perché sono le marche di auto tedesche le preferite, soprattutto quelle sportive. Per accedere a questo servizio basta cercare su internet “renting targa tedesca”. La procedura poi è molto semplice: è sufficiente inviare i documenti in base alla risoluzione 344/E/2008 dell’Agenzia delle Entrate. Dopo di che ci sono due possibilità: si può affittare in Leasing un’auto immatricolata in Germania e circolare sul suolo italiano, evitando superbollo (20 euro ogni KW), multe e riducendo i costi assicurativi. Oppure si può comprare l’auto in Italia per poi cedere alla società tedesca la vettura appena acquistata. In poco tempo l’azienda procede alla cancellazione dal PRA e la reimmatricola in Germania, successivamente ritorna in possesso dell’automobilista italiano perché la società di leasing gli riconosce il diritto alla proprietà, all’uso e alla vendita.

Fatta una di queste operazioni, tutte le multe sono destinate a diventare nulle. Infatti in Italia, per motivi di privacy, autovelox e tutor possono fotografare solo la targa del veicolo. In Germania, invece, c’è la necessità di riprendere anche chi è alla guida, pena l’inammissibilità del verbale. Quindi se dall’Italia arriva solo la foto della targa, la multa viene annullata automaticamente. Altro che 30% di sconto per chi paga subito!

Gli autocarri invece vengono immatricolati in Romania e Bulgaria, principalmente per il risparmio su bollo e assicurazione e anche per il discorso multe. La Romania è scelta anche come sede legale per molte aziende che lavorano nell’edilizia. Sono sempre di più le imprese italiane con sede in un paese dell’Est, basta infatti un riferimento sul luogo, quello che in gergo si è sempre chiamata una “testa di legno”, per creare una società italo rumena con sede a Bucarest e delocalizzata a Milano. Qui il discorso si fa più complesso, perché c’è anche un’evasione contributiva nei confronti di INPS e INAIL. (Sarebbe interessante sapere quante imprese di questo tipo sono sub-subfornitori di EXPO). Questo fenomeno non riguarda solo l’edilizia ma anche i servizi, il lavoro interinale e le cooperative, spesso con sede a Varsavia.

Il passato governo ha cercato di contrastare il fenomeno con una direttiva del Ministero dei Trasporti, con multe e sequestri, ma gli automobilisti colpiti hanno vinto tutti i ricorsi. L’articolo 132 del Codice della Strada, prevede che i veicoli immatricolati in uno stato estero siano ammessi a circolare in Italia per un anno al massimo, poi sarebbero da registrare in Italia. I controlli in base agli “accordi di Schengen” sarebbero di competenza degli agenti di frontiera che hanno altro a cui pensare, per cui è impossibile stabilire con certezza quando un veicolo sia effettivamente entrato in Italia. Solo nel 2012 questo elusione è costata 77 milioni di superbollo non incassato, ai quali vanno aggiunti le imposte sulle polizze di assicurazione, la quota di servizio sanitario nazionale non pagata sempre sulla RCA, senza contare il minor fatturato per Agenti e Compagnie di Assicurazione, che in questo periodo di difficoltà incide non poco sulla redditività.

Se poi vogliamo essere più precisi, molte delle Compagnie straniere che assicurano questi autocarri non sempre sono solvibili, per cui eventuali danni vanno in carico al Fondo Vittime della Strada che paghiamo noi con la fiscalità generale della polizza RCA, un altro aggravio di costi per gli onesti. Il Comune di Milano, attraverso i varchi dell’Area C, può monitorare le entrate e incrociare i dati dei verbali delle multe per avere dati certi sulla presenza delle auto e autocarri con targa straniera e poi comunicarli alla Guardia di Finanza per effettuare accertamenti, sopratutto sui cantieri delle imprese che utilizzano auto straniere. Per le aziende edili serie avere i mezzi con targa italiana vuol dire avere già dei costi assicurativi più pesanti e non è giusto che siano penalizzate. Questo fatto ci dimostra diverse cose: un mercato non controllato si autoregola da sé e quasi sempre quella che prevale è la legge del più furbo e del più forte.

Partendo da un fenomeno banale come alcune targhe straniere, si arriva a percepire un aspetto grave come la delocalizzazione al contrario di aziende di servizi con elusioni contributive e contrattuali, altro che articolo 18. Ormai le leggi devono avere una dimensione europea, se no si creano le maglie per aggirarle. Tanti fenomeni simili a quelli descritti frenano la ripresa, ma la politica per il momento li ignora, perché guarda solo a se stessa e non al paese.

 

Massimo Cingolani

 



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