18 settembre 2013

CASSA INTEGRAZIONE/VOLONTARIATO: INIZIATIVE PER SUPERARE LA CRISI


In tempo di crisi, i cicli produttivi alternano picchi di lavoro (quindi necessità di manodopera) a momenti di riduzione di ordinativi e relativa parziale inattività produttiva. Per far fronte a questa ciclicità la stragrande maggioranza delle imprese italiane ricorre alla cassa integrazione. Oppure lavorando di fantasia si può utilizzare il “tempo non lavorato” del personale in modo intelligente e utile per tutta la comunità, realizzando un nuovo modello di welfare territoriale.

L’interessante esperienza viene da Omegna, un comune di 16.000 abitanti, sul lago d’Orta, in provincia di Verbania, dove c’è la sede dell’azienda di casalinghi e design Alessi. Il 13 Giugno scorso l’amministratore delegato del gruppo Alessi annuncia l’avvio del progetto “Buon lavoro – La Fabbrica per la Città”, una iniziativa promossa in collaborazione con il sindaco di Omegna, il consorzio intercomunale del Cusio e le rappresentanze sindacali aziendali. L’azienda anziché ricorrere alla cassa integrazione sviluppa una sorta di volontariato aziendale messo al servizio della comunità di Omegna, per un numero significativo di ore lavoro regolarmente retribuite dall’azienda nel periodo Giugno-Novembre 2013.

Al progetto aderiscono 286 dipendenti, pari all’85% del totale, che nell’ambito di 9.000 ore disponibili e utilizzabili da 1 a 8 giorni, si occupano della tinteggiatura delle scuole, della manutenzione di giardini e parchi e affiancano anche gli operatori sociali nelle attività con i bambini, gli anziani e i disabili.

Intervistato, l’amministratore delegato dottor Alessi afferma: “Il progetto innanzitutto è servito a migliorare il clima aziendale, a cambiare cultura, migliorando la produttività e il forte senso di appartenenza alla comunità e al territorio. Fare bene il proprio mestiere vuol dire fare anche l’interesse della collettività e del contesto dove opera.” Il progetto è andato in soccorso al Comune che come tutti i comuni italiani è a corto di quattrini e quindi obbligato, in assenza di miracoli, a tagliare i servizi. Infatti il sindaco di Omegna, Adelaide Mellano, dichiara: “Il nostro comune è stato falcidiato negli ultimi anni dalla crisi. Molte aziende hanno chiuso i battenti, abbandonato il territorio e lasciato dietro solo rovine. La nostra comunità stava vivendo una vera perdita di identità, la nostra città era depressa senza futuro, il progetto ha avuto un effetto antidepressivo per tutti e soprattutto ci ha restituito speranza.”.

I lavoratori hanno risposto con entusiasmo all’iniziativa testimoniando: “Abbiamo recuperato il grande senso di appartenenza all’azienda e alla comunità, abbiamo capito che nonostante la crisi vogliamo continuare ad avere la nostra identità e la nostra dignità.”. Lo stesso Luca Caretti segretario della Cisl del Piemonte dichiara: “Il caso Alessi dimostra che si possono utilizzare i lavoratori, anche in cassa integrazione, per opere di pubblica utilità sociale dando concrete risposte ai bisogni di comuni e della collettività.”.

Sono sempre più convinto della necessità del passaggio dal vecchio stato sociale, caduto in una deriva assistenzialista e in piena crisi finanziaria, al nuovo welfare society dove l’intera società è chiamata a prendersi cura degli altri. Penso che questa interessante esperienza possa essere realizzata non soltanto in piccole realtà territoriali, ma anche a Milano studiando particolari metodi applicativi. Buon lavoro con molta fantasia.

 

Giovanni Agnesi



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