26 maggio 2009

INFRASTRUTTURE EXPO: FUTURO INCERTO


Al Tavolo regionale del 23 febbraio scorso è stato fatto l’aggiornamento dei costi e dei tempi delle opere per la mobilità, articolate per voci definite “essenziali”, “connesse” e “necessarie” (quest’ultime non incluse nel dossier di candidatura per l’Expò 2015),

Il totale è di 25 miliardi di Euro. Per metà circa si tratta di opere per il trasporto su ferro e la restante parte riguarda la viabilità. Circa 500 milioni riguardano problemi di tipo urbanistico (“la via d’acqua” e “la via di terra”).

Quanto alle possibilità di realizzazione si deve dire che 12.066 milioni di Euro sono finanziati.

Ma di questi, ben 7.277 milioni (pari al 60,2%), riguardano le tre strade “storiche” finalmente al decollo: BreBeMi, Pedemontana e Tangenziale Est Milano. Certo utilissime ma in realtà scarsamente connesse al sito dell’Expò).

Le opere stradali, tolte le tre opere citate, hanno un costo previsto di 4.675 milioni ed all’interno di questa cifra troviamo il “tunnel” di Milano per 1.493 milioni che incide per il 32%. E’ ben vero che la tabella reca una annotazione illuminante “opera, non in ordine di priorità, con studi di fattibilità in corso per i quali si stanno verificando alternative di tracciato”. Tuttavia l’opera è indicata nella tabella tra quelle definite “necessarie”, anche se non incluse nel dossier di candidatura per l’Expò.

Nella tabella si precisa altresì che i privati (vale a dire i proponenti) si assumerebbero l’onere di 693 milioni, mentre i restanti 800 milioni dovrebbero essere reperiti da parte del Comune di Milano. Poiché questo “tunnel” in realtà è inutile, non necessario ed inopportuno, gli 800 milioni che il Comune dovrebbe reperire sarebbero molto meglio spesi sulle opere del trasporto su ferro.

Per queste opere, cioè linee ferroviarie (anche con materiale rotabile) e linee di metropolitana e di metrotranvie, infatti la situazione è la seguente: opere “essenziali”, (la linea 6 MM per 870,7 di cui finanziati 480.8), opere “connesse”, (8 interventi per 3.887 milioni di Euro di cui solo 1.379 milioni sono finanziati e comprendono i 557 milioni della linea 5 – tratta Garibaldi-Bignami – in corso di costruzione), opere “necessarie” ma non comprese nel dossier candidatura (ben 22 interventi per un totale di 7.753 milioni di Euro di cui solo 979 milioni sono finanziati).

Quindi complessivamente per il “ferro” ci sono finanziamenti per 2.838 milioni, su costi preventivati di 12.510,7 milioni di Euro. Di conseguenza la copertura ad oggi è del 22,7%. Si tratta del buco più vistoso nei finanziamenti, evidenziato dall’aggiornamento del 23 febbraio.

L’aggiornamento riguarda proprio questo tipo di opere che invece dovrebbero essere tutte considerate essenziali, necessarie ed urgenti per servire il sito dell’Expò, sito che è densamente urbanizzato e quindi ben poco adatto ad una accessibilità di grandi masse, principalmente con il trasporto su gomma.

Già il fatto che si sia dovuto pensare a “parcheggi remoti” (che ne faremo dopo l’Expò?) è indicativo di quali siano le vere necessità per l’accessibilità del sito.

Tre sono i punti veramente critici per un servizio adeguato col trasporto su ferro del sito Expò: manca il collegamento con Malpensa, la linea 1 MM non è in grado di rifornire treni a sufficienza a causa della strozzatura di Pagano e l’incertezza del finanziamento delle linee di metropolitana.

Sul primo punto occorre dire che il triplicamento della linea FS Rho-Gallarate (con quadruplicamento fino a Parabiago) stimato in 500 milioni Euro e il raccordo a Y a Busto Arsizio per la connessione a Malpensa, stimato in 127,7 milioni di Euro non sono finanziati se non per 10 milioni. Chi fornirà queste risorse, 617,7 milioni di Euro, a RFI e FNM? Nessuno sa dire nulla.

Per quanto concerne il secondo punto (la strozzatura di Pagano) la soluzione radicale è quella della realizzazione di almeno una parte della linea 6, considerata opera essenziale e in parte finanziata, ma il cui progetto è ancora al livello di “fattibilità” e la MM non ha ancora avuto l’incarico di passare al progetto. Che si farà? I dubbi sono legittimi soprattutto dopo le recentissime notizie di stampa secondo cui sarebbe avvenuta la cancellazione della linea 6.

Infine c’è il terzo punto, la intricata vicenda del finanziamento delle linee del metro: il decollo della linea 4 da Lorenteggio a S. Agostino e poi al Policlinico. Un finanziamento statale di 240 milioni di Euro è a disposizione da quasi tre anni. Il Comune non ha ancora sciolto il nodo della procedura: fare un normale project financing lasciando tutto nelle mani dell’aggiudicatario? Fare una società mista per controllare tutta l’operazione? In questo caso lo statuto della società deve essere votato dal Consiglio, ma quando? Si farà a tempo ad esperire la seconda parte della gara, prima che lo Stato determini la “perienza” dei fondi stanziati perché non utilizzati? Ma nel frattempo se le altre risorse necessarie sono state dirottate per la A2A, come fare? Il nuovo assessore dice che si fa un mutuo. E il patto di stabilità? Insomma gli interrogativi sono tanti e non sembra che il Sindaco padroneggi la situazione, che viene invece irresponsabilmente lasciata alle polemiche tra Dirigenti del Comune e Assessori senza che si concluda granché.

Primo caso, sempre per la linea 4 la tratta Policlinico – Linate, stimata per 910 milioni di Euro, è finanziata per 10 milioni. E il progetto è allo stadio preliminare!

Secondo caso, La linea 5 – tratta da Garibaldi a S. Siro – è stimata per 657 milioni di Euro ma finanziata solo per 6 milioni. E il progetto è solo allo stadio preliminare!

Terzo caso, per i prolungamenti la situazione è questa: per Assago mancano 15 milioni, per Paullo mancano 789 milioni, per Vimercate mancano 527 milioni e per Monza mancano 80 milioni. In totale 1.411 milioni.

Quarto caso, per le metrotranvie c’è il finanziamento per 214 milioni per la Milano-Seregno ma per quella di Limbiate non c’è un Euro dei 106 milioni necessari.

Specie se consideriamo che le Ferrovie dello Stato e Ferrovie Nord Milano sono praticamente all’asciutto, il quadro non è certo confortante. E il tempo passa……. Per questioni così complesse il 2015 è domani! Ma chi ha perso un anno di tempo per fare la SOGE e per nominare un amministratore a mezzo servizio, non da grandi garanzie di credibilità. Purtroppo!

Maurizio Mottini

 

 


 



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