22 maggio 2013

posta dei lettori_22.05.2013


Scrive Emilio Vimercati a LBG – A proposito dell’abolizione dell’IMU sulla prima casa, il precedente governo con l’introduzione dell’IMU ha abolito la possibilità di assimilare la prima casa concessa in uso gratuito ai figli come casa di abitazione principale usufruendo delle conseguenti agevolazioni. Come è noto questa casistica essenzialmente deriva dal fatto che quando il figlio o la figlia decidono a una certa età di vivere per conto loro, i genitori, investendo i risparmi di una vita, gli acquistano un alloggio e se lo intestano “perché non si sa mai cosa può succedere”. Poi il figlio o la figlia trovano un compagno o una compagna, magari si separano, oppure no convivono e hanno un figlio. Pur essendo quella casa la loro prima e unica abitazione su di essa si deve pagare l’IMU e pure maggiorata dai comuni. E quando chiedo a mio nipote se viene a dormire a casa del nonno mi risponde: NO vado a casa mia. Come faccio a spiegargli che non è la sua casa principale? I casi simili sono diffusissimi e gravano sulle persone fisiche che si sentono trattate in modo ingiusto e iniquo. Per esempio la tassa invece non grava sugli alloggi di cooperative a proprietà indivisa. Dicono che il caso si presta a inganni ma l’esenzione si potrebbe normare con un paletto che interessi gli alloggi non superiori ai 95 mq (pari al limite previsto per classificare le abitazioni di edilizia convenzionata agevolata). Il ragionamento è talmente normale che non verrà capito.



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