15 maggio 2013

I MAGGIO FESTA DEL LAVORO: QUELLO DI OGGI MA DOMANI?


È stata, quella appena trascorsa, una festa del primo maggio molto sofferta per quanto concerne la questione dell’occupazione in Italia in generale e anche nelle grandi città del nord, da sempre motore trainante dell’economia nazionale. Che la crisi economica stia “mordendo” non vi è alcun dubbio: lo dimostrano le progressive riduzioni di personale di aziende anche medio – grandi che si riverbera su un drastico calo dei consumi sia di maggior valore sia nella piccola quotidianità.

Con la crisi, la contrazione dei fatturati e i problemi legati al lavoro nero e all’evasione sono fattori che camminano parallelamente, dovendosi pertanto pensare a soluzioni condivise e complesse. Secondo la Guardia di Finanza, infatti, a Milano la piaga del lavoro nero è un dato in costante aumento, così come i reati di natura economica e finanziaria. Situazione del lavoro difficile, così come nel resto del Paese, e fenomeni legati all’elusione ed evasione fiscale in forte aumento, sembrano essere questi gli elementi di maggiore preoccupazione dei Dirigenti della Guardia di Finanza milanese che operano in stretto contatto con la Magistratura e gli Enti Locali.

Le imprese più grandi ricorrono all’elusione fiscale, ad esempio con le cosiddette “estero-vestizioni”, che si verificano allorché, per evadere il fisco o ridurre l’imponibile da dichiarare allo Stato, viene creata una società all’estero, una scatola vuota quasi sempre con sede in un paradiso fiscale, che ha l’unica funzione di creare un passaggio fittizio di denaro e permettere il pagamento delle imposte in paesi dove la tassazione è minore.

La situazione delle piccole e medie imprese a Milano non è molto diversa: le indagini dimostrano come utilizzino sistemi meno sofisticati, ma altrettanto incisivi sino al momento delle verifiche. Di solito usano le false fatturazioni che permettono di denunciare costi inesistenti e quindi abbattere l’imponibile sul quale dovrebbero pagare le tasse. C’è poi il ricorso al lavoro nero talvolta degli immigrati clandestini per evadere i contributi dovuti ai lavoratori e da versare allo Stato.

Le problematiche sul tappeto sono moltissime e, a tal proposito, ritengo che l’imprenditoria della nostra città, anche in vista delle sfide future legate a Expo 2015, dovrà compiere un percorso virtuoso di “legalità” che la conduca fuori dalla crisi economica su prospettive differenti rispetto al passato. A tal proposito, occorrerà un’alleanza specifica dell’imprenditoria con le Forze dell’Ordine, la Magistratura e gli Enti Locali in merito alla trasparenza degli appalti pubblici e delle commesse in genere. E proprio il protocollo antimafia, sottoscritto un anno fa dal Prefetto di Milano e dall’Amministratore Delegato di Expo 2015 è uno strumento di particolare valore di cui si dovrà curare la capillare applicazione in vista dei prossimi appuntamenti che vedranno Milano impegnata a livello internazionale.

Un dato, infatti, va tenuto presente nell’analisi economica di questo momento storico: è opinione diffusa di economisti e sociologi che non vi sarà più la rapida accelerazione dei consumi che si è avuta in Italia dagli anni sessanta sino agli anni novanta e quindi occorrerà pensare a “nuove forme” di produzione di reddito, maggiormente rispettose della collettività e dello Stato.

Possono sembrare petizione retoriche e di principio, ma ritengo che si tratti, invece, di chiavi di lettura davvero innovative per il futuro dell’economia e del lavoro del nostro paese.

 

Ilaria Li Vigni

 

 



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