8 maggio 2013

MILANO I NOVELLI GIARDINIERI E IL PD


Primavera, pare. Orticola, Officinalia, Isola Pepe Verde, Mi Coltivo, Orti a scuola, a Milano siamo in vena di giardinaggio. E visto che con le piante abbiamo sempre avuto a che fare, dalle querce agli ulivi, passando per rose e margherite, chissà mai che qualche giardiniere appassionato ci venga in aiuto. Come fare con quella piantina cresciuta nonostante tutto, erba spontanea che sfida l’asfalto. Non è detto che quei semi sparsi con noncuranza abbiano attecchito, oh toh la piantina cresce, pervicace, non si riesce a estirpare, ci si trova nei circoli e si discute.
C’è stata una gelata, spero potando vicino alla radice che in qualche modo si riprenda. Non so quanto regga la metafora del partito e del giardino: è certo che entrambi hanno bisogno di cura, dedizione, passione, costanza. Il più è capire chi fa il giardiniere.
Seminare, piantare, vangare, nutrire. Democratici a progetto, Open pd, Occupy Pd, e che quei virgulti non siano presi per infestanti… Andrea Catania e Elisabetta Pandolfo consiglieri comunali a Cinisello Balsamo e a Solaro, così si presentavano a ottobre 2012 su AffariItaliani: “Democratici a Progetto nasce dall’idea di un gruppo di ragazzi e ragazze tra i 20 e i 35 anni che, conosciutisi chi prima e chi dopo durante le campagna elettorali degli ultimi anni di Milano e di molti Comuni dell’hinterland, decidono di mettersi insieme per parlare di PD in modo diverso dai soliti dibattiti mediatici. Molti amministratori, nomi noti e meno noti, siamo tutti partiti da due constatazioni: 1) che siamo la prima vera generazione democratica, siamo cioè i nativi del PD, che non hanno “subito” la nascita di questo partito ma che sono invece cresciuti politicamente proprio grazie alla forza e alla carica innovativa di questo nuovo soggetto politico; 2) che ci unisce l’idea di un partito aperto, un partito in cui ci si misuri sui meriti e non sulla fedeltà a qualche corrente, un partito in cui venire valutati, appunti, per il proprio progetto e per la capacità di portarlo a compimento. Da qui il nome “Democratici a Progetto”.
Non siamo una nuova corrente: il gruppo non si è dato alcuna forma correntizia o verticista, ma anzi coinvolge persone che nell’immediato passato hanno anche fatto scelte culturali e politiche diverse dentro il PD, che vuole parlare e coinvolgere al di là della classe anagrafica di appartenenza, perché, se è vero che molti di noi sono giovani, è anche vero che chi crede nel Partito Democratico in cui crediamo noi non ha limiti di età. Vogliamo infatti parlare ai tanti simpatizzanti, militanti, amministratori, coordinatori di circolo che come noi assistono disarmati alle lotte tra le correnti interne, ai caminetti tra dirigenti e capobastone e che, invece, si “sporcano le mani” sul territorio, sostenendo il PD dal basso”.
Salvaguardia della biodiversità vegetale in ambiente urbano? Subito. La piantina è cresciuta, gli innesti hanno dato frutto, quasi sicuramente è una pioniera, tenace colonizzatrice, andrà avvertito il vivaista. Del Pd acefalo si è detto di tutto e di più, eppure proprio come organismo esiste e agisce nelle sue propaggini territoriali, oltre ai circoli, con i gruppi consigliari nelle zone, in comune, in provincia, in regione: pratiche collettive di orti – giardino d’artista, le potremmo chiamare.
A leggere di ulivi e potature potrebbe quasi tornare il buon umore:”L’ulivo si pota a fine marzo.La potatura dell’ulivo è una operazione da eseguire nella stagione invernale, successivamente al raccolto, anche se non mancano casi in cui l’intervento lo si esegue contemporaneamente alla operazione di raccolta, che tra l’altro risulta velocizzata e facilitata. Orientando l’intervento in misura maggiore sui rami destinati a legna, rami cioè che non producono frutti, assicurando spazio e luce ai rami di ultima generazione cui fa capo la produzione.”. La legna poi la si brucia, o se va bene ci si fa il tagliere.

Giulia Mattace Raso

 



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