24 aprile 2013

BREVE ITINERARIO FRANCESCANO A MILANO


Oggi si parla molto di San Francesco e della chiesa dei poveri ma in questo dibattito, suscitato dal nuovo Papa e dalla situazione economica legata alla crisi, non dobbiamo dimenticare che i Francescani furono coloro che chiamarono Giotto e i massimi artisti della loro epoca mettendo le basi di una cultura estetica fondativa tutt’ora vigente, anche a livello internazionale, e che furono grandi costruttori non solo di chiese e conventi, ma anche di centri di alta cultura. È interessante, anche se è un tema vastissimo che qui possiamo solo accennare in modo incompleto, crearci un percorso milanese per capire l’influenza di questo ordine nella nostra città e magari per trascorrere una piacevole giornata di turismo a kilometro 0.

L’Ordine dei Frati Minori, come li chiamò lo stesso San Francesco, inizialmente pellegrini senza fissa dimora, giunsero a Milano nel 1212; divisi in varie sottofamiglie si diffusero in tutta la provincia, accanto alle sorelle Clarisse, conoscendo nei secoli fortune alterne con una grande diffusione fino al XVI secolo, cui seguì un periodo di stasi sino alla soppressione degli ordini e dei conventi nell’epoca napoleonica. Dalla fine dell’Ottocento l’Ordine vide un grande rilancio culminato quando San Francesco venne nominato patrono d’Italia nel 1938 da Pio XII.

Del periodo medioevale ricordiamo Sant’Ambrogio in Nemus, primo monastero eremitico d’Occidente, vicino a corso Sempione ma allora nel bosco (nemus); in realtà della chiesa primitiva resta poco e oggi si chiama Fondazione don Guanella, ma conserva un grazioso chiostro ogivale che vale la pena di vedere. San Bernardino alle Monache, in via Lanzone, è piccolo gioiello dell’arte dei Solari con campanile quattrocentesco integro. In San Gottardo in Corte, costruita da Azzone Visconti, dietro Palazzo Reale e ristrutturata all’interno ai tempi del Piermarini, si trova un affresco di una Crocefissione (in fase di restauro) considerata l’unica traccia di Giotto o della sua scuola a Milano.

La chiesa di San Francesco Grande, oggi non più esistente, edificata nei pressi di Sant’Ambrogio, era la più grande chiesa milanese prima che fosse costruito il Duomo. Sede centrale dei Minori Osservanti che, nel periodo del ducato sforzesco, furono guidati da un personaggio controverso, visionario e trascinante di origine portoghese; uomo dotto, teologo, responsabile di venti comunità religiose: il Beato Amedeo Menez de Sylva, che fondò anche la chiesa di Santa Maria alla Pace dietro il Palazzo di Giustizia del cui convento restano quattro piccoli chiostri eleganti.

La Sopraintendente di Brera, Sandrina Bandera, ritiene che tra i suoi affiliati ci fosse tutta l’intellighentia di Milano, tra cui, negli anni Ottanta del Quattrocento, anche Bramante e Leonardo che per la cappella della Immacolata Concezione di San Francesco Grande, dipinse la “Vergine delle rocce” nel 1483.

Il complesso, dove era sepolto Bonvesin della Riva, fu sconsacrato nel 1898 dalla Repubblica Cisalpina, utilizzato come ospedale, magazzino, orfanotrofio e nel 1906 fu infine demolito per far posto alla caserma che noi ben conosciamo perché si trova a lato dell’Università Cattolica. Numerosi furono i conventi abbattuti in quel periodo influenzato dalla rivoluzione francese che con una ventata riformatrice e anticlericale riorganizzò completamente la forma urbana e le istituzioni pubbliche della città.

La forza dei francescani riprese verso la fine dell’Ottocento e si rafforzò per tutto il Novecento anche questa volta con la collaborazione di architetti e artisti tra cui soprattutto Giovanni Muzio. Ricordiamo qui solo i centri più importanti oggi noti ai milanesi soprattutto per le iniziative caritatevoli e culturali.

In via Farini si trova il convento di Sant’Antonio da Padova (anch’egli famoso santo francescano che aveva conosciuto in prima persona Francesco) fondato nel 1870 come Ospizio di Terra Santa. La chiesa, progettata dall’architetto Luigi Cesa Bianchi in stile tardo Rinascimento fu consacrata nel 1906. Nel Secondo dopoguerra fu ampliata in varie fasi, con interventi sia dell’architetto Caccia Dominioni che di Muzio.

Nei pressi in via della Moscova vediamo la chiesa di Santa Maria degli Angeli e San Francesco. Progettata da Domenico Giunti, architetto del governatore spagnolo Don Ferrante I Gonzaga, fu iniziata nel 1552 in collaborazione con i migliori artisti dell’epoca. Il convento, che in origine presentava tre chiostri, tutti decorati con grandi cicli pittorici, andò perduto in seguito alla soppressione. La sede attuale venne costruita su progetto dell’architetto Giovanni Muzio.

Tutto questo complesso di lavori di ripristino che comprendeva anche il rifacimento della piazza antistante curato dal Comune di Milano (1982) si completò nel 1984 quando il cardinale Carlo Maria Martini, arcivescovo di Milano, consacrò il nuovo altare dell’architetto Lodovico Belgiojoso. Sempre di Muzio il monastero di Santa Chiara in piazza dei Piccoli Martiri e l’originale chiesa di San Giovanni Battista alla Creta (Inganni) costruita come una vela gonfia, tutta in mattoni a vista posati a motivi ornamentali. A proposito di Muzio non dimentichiamo che anche padre Agostino Gemelli, fondatore dell’Università Cattolica fu francescano e promotore della cultura francescana, infatti non a caso le prime facoltà furono filosofia e scienze sociali.

Proseguendo con il nostro elenco sbrigativo troviamo il Sacro Cuore di Gesù collegato al convento di viale Piave. Il progetto della chiesa fu del frate francescano Angelo Osio da Cassano d’Adda in uno stile tra il Liberty e il Neomedievale. La chiesa fu inaugurata nel 1878 e, come curiosità storica, ricordiamo che durante i tumulti del 1898, il convento fu preso a cannonate da Bava Beccaris e furono arrestati venitnove frati accusati di aver nascosto i rivoltosi.

Santa Maria degli Angeli e San Francesco in piazza Velasquez fu costruito su disegno dell’ingegner Cesare Nava in stile definito “lombardo moderno” con accanto un grande convento che accoglie lo Studentato Teologico della Provincia Cappuccina. Tra le molteplici attività e iniziative fiorite in questa sede francescana va segnalato il Centro Culturale “Rosetum”, qui iniziato nel 1956. Il convento è disegnato nel piano regolatore redatto da Angelo Pavia e Giovanni Masera tra il 1909 e il 1910 dove si legge chiaramente il tracciato della strada Vercellese e il futuro assetto di questa parte di città.

Sempre dei fratelli Nava la chiesa dell’Immacolata e Sant’Antonio di Padova che tra l’altro, come nota sempre il professor Marco Romano, ha un importante ruolo urbano perchè funziona come fondo prospettico a chiusura del grande viale Corsica. Il Santissimo Sacramento, nel piazzale del Cimitero Maggiore stupisce per la varietà delle pietre con cui è stata costruita (architetto Varcher). In realtà si tratta di tutte le lapidi provenienti dal cimitero accanto, bombardato durante la guerra (oggi le getterebbero tutte in discarica). L’effetto è sorprendente e, soprattutto all’interno, piuttosto originale. Per concludere in ordine di data di costruzione, segnaliamo la scenografica San Francesco al Fopponino con i grandi finestroni esagonali progettata dal parrocchiano Gio Ponti negli anni Sessanta.

Infine un ultimo accenno ai monumenti a San Francesco che a Milano sono ben tre: due fontane, una in piazza degli Angeli e l’altra in via Farini e la grande statua con il Santo a braccia aperte dello scultore Domenico Trentacoste in piazza Risorgimento, realizzata con il bronzo raccolto con la partecipazione di migliaia di cittadini.

 

Giovanna Franco Repellini

 



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