27 marzo 2013

MARONI E LE ALTRE


A quanto pare Roberto II ha imparato la lezione, meglio non perdere tempo a discutere con il Tar, come il suo precedessore Roberto I, la giunta al 50 si faccia subito. Opportunismo politico o pragmatismo lumbard, così è anche più facile per Maroni sparigliare i veti incrociati sulla composizione della giunta, e raccogliere l’indicazione chiara del suo elettorato che con le preferenze porta in consiglio il maggior numero di donne. Questo è lo scoop. Il centrodestra che come ci ha raccontato su queste colonne Camilla Gaiaschi confrontando i programmi, considera in modo marginale i temi “women friendly” è quello che ne elegge di più.

O meglio nel Pdl la guerra delle preferenze è più serrata e su 19 consiglieri eletti una sola è donna, mentre la Lega Nord e la lista per Maroni Presidente ne eleggono rispettivamente 3 (su 15 consiglieri pari al 20%) e 4 (su 11 consiglieri, pari al 36,4%). Per capirci tutto il centro sinistra ne elegge 3: il Partito Democratico 2 (su 17 eletti pari al 11,8%, peggio ha fatto solo il PdL) e il Patto Civico con Ambrosoli Presidente 1 su 4 (25%). C’è di che ragionare.

Per la prima volta la legge elettorale regionale obbligava l’alternanza di genere nella presentazione delle liste, pena l’esclusione, di conseguenza donne la metà dei candidati. Risultato a urne aperte: su tutto il consiglio – 80 consiglieri – ne sono state elette 15 (quasi il 19%). La circoscrizione di Milano e provincia è quella che contribuisce al consiglio con il maggior numero di rappresentanti, ne elegge 25, e in proporzione è anche il territorio che ha espresso più donne fra gli eletti, equamente distribuite fra maggioranza e opposizione (due con Maroni Presidente, una con Pensionati da una parte, una con il Pd, una con il Movimento 5 Stelle e una con il Patto Civico con Ambrosoli, dall’altra).

A Milano la tagliola delle preferenze non ha funzionato per tutte allo stesso modo: è impressionante il divario tra i due schieramenti, poche centinaia di voti sono bastati per le donne del centrodestra, solo diverse migliaia sono state sufficienti per quelle del centrosinistra.

La lista Maroni Presidente a Milano ha ottenuto circa 160mila voti: Carolina Toia, ventottenne avvocata di Legnano è stata eletta con 287 preferenze, Maria Teresa Baldini, ex nazionale di basket, ex candidata sindaco per i Fucsia People in Versilia, con 274. Per Elisabetta Fatuzzo capolista sono bastate 118 preferenze: 12.834 i voti al suo partito quello dei Pensionati, un “partito-famiglia” con relativa saga, lei figlia del fondatore del partito nonché deputato, consigliera regionale uscente al terzo mandato.

Passando all’opposizione, sempre a Milano, troviamo Silvana Carcano, la candidata Presidente per la Regione del Movimento 5 Stelle: ottiene 7.743 preferenze, prima degli eletti, il secondo ne ottiene meno di mille. Quindi Lucia Castellano capolista del Patto Civico, assessore uscente alla Casa Demanio e Lavori Pubblici del Comune di Milano che guadagna 5.998 preferenze (di cui 5.036 prese nella sola città di Milano).

Chiude Sara Valmaggi del Partito Democratico, una lunga carriera politica alle spalle, consigliera uscente, eletta per la terza volta in Regione Lombardia, vice presidente del Consiglio Regionale, ancora prima assessore a Sesto San Giovanni. Viene candidata dal Pd come testa di lista con Fabio Pizzul, e raccoglie 4.552 preferenze (i voti di lista nella circoscrizione di Milano sono stati circa 440mila), ultima degli eletti Pd.

È evidente che nei partiti più strutturati, o con più cordate interne, come il Pd e il Pdl, le donne hanno fatto più fatica ad affermarsi e sono quelli dove le candidate hanno più esperienza politica alle spalle, spesso come amministratrici locali. Nel Pdl la stessa Valentina Aprea non è passata, ottenendo 1.738 preferenze, ed è stata “ripescata” come assessore da Maroni, alla stessa stregua di Mario Melazzini (737 preferenze). L’unica altra eletta tra le fila del Pd è Laura Barzaghi che inizia come consigliera comunale, poi assessore, quindi sindaco per tre mandati a Nova Milanese e si afferma con 4438 preferenze, prima tra gli eletti Pd per Monza e Brianza.

Le riflessioni sono aperte.

 

Giulia Mattace Raso

 

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