12 marzo 2013

CONFESSIONI DI UN GIOVANE PD


Perché abbiamo perso le elezioni? È la domanda mantra di questi giorni che tutti ci facciamo o ci siamo fatti. Devo ammettere di averci pensato parecchio, ma di non essere riuscito a trovare ancora una sola risposta plausibile. Forse perché le ragioni sono troppe o forse perché anch’io, da bravo NERD della politica, comincio a essere scollegato dal mondo reale.

È una domanda retorica, pro forma. Ciascuno nel PD accusa il livello superiore al suo di incompetenza secondo l’adagio morettiano “con questi dirigenti non vinceremo mai” e si autoassolve dalla tristissima realtà dei fatti. Il PD ha perso in modo totale. Senza scuse. Senza attenuanti. Abbiamo cannato tutto: un compromesso di idee venuto male che si voleva in origine sintesi delle grandi storie politiche; un coacervo di dirigenti più o meno big che non rappresentano nessuno salvo loro stessi e i loro portaborse lecchini; un carrozzone ingestibile che solo a volerne scoprire tutto l’organigramma ci vogliono almeno sei mesi e una equipe specializzata in genealogia ai massimi livelli; gli stessi militanti che si autorganizzano una narrazione per loro stessi e non sono più in grado di comunicarla al prossimo. La parola aleggia come uno spettro ubiquo: autoreferenzialità. Ma non solo.

La verità tristissima è che abbiamo preso un Tir in piena faccia e fino al momento prima non ce lo immaginavamo minimamente. Credevamo di vincere! La verità è che il PD così com’è non va da nessuna parte. E la colpa è di tutti noi: dirigenti in primis, ma anche iscritti ed elettori. Perché i dirigenti non sanno fare il loro lavoro ed è oramai assodato, non voglio sparare sulla croce rossa. Ma i militanti, me compreso, sono altrettanto colpevoli. Abbiamo avvallato col nostro lavoro e il nostro consenso un sistema sbagliato. Un modo sbagliato di fare politica. In campagna elettorale un venditore di mutande al mercato di Carugate mi ha detto: “ragazzi io vi stimo, vi fate il culo e siete giovani. Ma lo sapete che col vostro lavoro mantenete dei ladri da 11mila euro al mese?”.

Un grande pensatore francese che si chiamava Ètienne de la Boétie, grande amico di Montaigne, aveva inventato una regoletta molto semplice, che chiamava “le secret et le ressort de la domination“. Ogni tiranno che si rispetti ha a sua disposizione completa 6 persone che gli ubbidiscono in tutto e su cui ha dominio assoluto, queste 6 persone ne hanno 600 con cui si comportano nello stesso modo, queste 600 ne hanno 6000 e così via fino a raggiungere la totalità della nazione. E questa è innegabilmente l’essenza di qualsiasi sistema di potere, anche quello del PD. Il patto tacito che regge ogni potente è fatto di persone normali che coi loro comportamenti quotidiani ne sposano il vessillo. In particolare il potere si replica e se nel nostro piccolo noi lo imitiamo allora ne siamo complici, ma sopratutto servi. E allora basta parlare di rinnovamento per favore. Fatelo. Facciamolo. Il cambiamento si fa. Un sistema di potere si rifiuta se si vuole. Troppo comodo per chi da anni lo sostiene è ora chiedere di cambiare. Chiamarsi fuori. Fare il puro.

La conclusione è semplice. È venuto il momento per la mia generazione di capire che non possiamo più delegare. Il potere e la politica sono a immagine di chi li sostiene. Io in questa immagine non mi riconosco e voglio cambiare. Chi nel PD, chi fuori dal PD, ovunque nel paese è il momento di ritornare alla politica. Perchè se vogliamo fare della politica finalmente quella cosa bella e nobile che è occorre la “discesa in campo” di ciascuno di noi.

Ai miei compagni del PD dico semplicemente che è finita un’epoca. Dobbiamo chiudere con qualsiasi ragionamento di realpolitik e di compromesso e capire che da domani dovremo avere tantissimo coraggio. Scelte forti sui temi e scelte forti sui modi. La struttura va ripensata, va ripensato tutto, è vero, ma in primis noi dobbiamo ripensarci come giovani in politica: essere intransigenti, essere decisi, essere per il cambiamento senza se e senza ma. Chiudere con le correnti e il caminetto per sempre. Chiudere con tutti i capetti che abitano il sottobosco piddino. Chiudere con la politica fatta per fare da gente mediocre e impresentabile. Per il PD ci vuole il meglio e dobbiamo attirare il meglio. Cominciare con una politica diversa è possibile. Bisogna dire di no a tutto quello che è stata fino a oggi e ripartire. Abbiamo detto troppi sì, consapevoli e non, prendendo per buono ciò che non lo era. Bevendoci una narrazione che non è mai stata la nostra. Serve un coraggio immenso da parte di tutti e tanta onestà intellettuale. Ma la necessità di cambiare la politica per noi non è più derogabile. La gente della mia età deve difendere la società democratica dalle sue derive terribili e per farlo c’è un solo modo: essere di sinistra e fare politica attiva. Impegnarsi. Lottare. Prenderci tutto il futuro che ci viene negato.

I miei amici non capiscono cosa faccio e perché. Stanno fuori dalla politica e quando gli dico che sbagliano fanno spallucce. Ci penserà qualcun altro. Vedrai. La novità è che oggi non si può più aspettare. Basta spallucce. Basta vedrai. Dobbiamo cambiare tutto e dobbiamo farlo subito. Serve l’aiuto di tutti e serve impegno profondo. Se voi non ci date una mano saremo sempre troppi pochi per un cambiamento forte. Vinceranno sempre i populisti, i malpancisti, i peggiori. Usciamo dai nostri gusci e dalle nostre quotidianità per riprenderci lo spazio pubblico che ci spetta di diritto. Io penso che alla fine la battaglia valga la pena. Ma serve crederci. Serve rinunciare alla propria isolata felicità. Capire che non siamo soli anche se ci piacerebbe e che un mondo fuori di noi aspetta di essere preso in mano e governato. Cambiato. Perché sennò qualcuno lo fa al posto nostro e lo fa male. La vera banalità del male è tutta lì, nel far finta di nulla dei tanti che permette ai pochi di fare quello che vogliono. Un grande poeta americano diceva: “listen: there’s a hell of a good universe next door; let’s go” penso ci sia poco da aggiungere.

 

Giacomo Marossi

 



Condividi

Iscriviti alla newsletter!

Per ricevere in anteprima sulla tua e-mail gli articoli di ArcipelagoMilano





Confermo di aver letto la Privacy Policy e acconsento al trattamento dei miei dati personali




Ultimi commenti