26 febbraio 2013

MILANO – LOMBARDIA. MA LA MAFIA SONO IO?


Dopo l’arresto di un noto politico eletto in regione Lombardia siamo arrivati a capire che la malavita organizzata permea realmente la società e le istituzioni lombarde. Alcuni palermitani dicono: Milano è zona dei Calabresi, nonostante la diversa opinione del prefetto di Milano, “a Milano la malavita organizzata non esiste” (Gian Valerio Lombardi, 2011).

Sappiamo tutti che la criminalità organizzata è dentro la politica, dentro l’economia, dentro la vita pubblica e le esperienze collettive; la criminalità organizzata è un cancro della società moderna contro cui si deve combattere in modo innovativo e le organizzazioni criminali oramai hanno superato la fase primordiale, quella dei sequestri ,delle rapine, del taglieggio: questi erano fenomeni della fase iniziale , per accumulare capitali . Oggi operano prevalentemente in ambito legale e sono dunque difficilmente riconoscibili.

Oggi non bisogna più domandarsi soltanto se una persona appartenga o meno alla criminalità organizzata ma piuttosto se sia opportuno comprare in alcuni negozi, servirsi di certi professionisti, andare a mangiare in qualche pizzeria, entrare in qualche centro commerciale alla cui costruzione si può legittimamente pensare che siano nati attingendo risorse dalla criminalità organizzata.

Ma quello che mi fa più specie sono le pizzerie: il luogo dove andare con gli amici a passare una serata simpatica spendendo pochi spiccioli. Se la pizza è buona il servizio è efficiente, i bagni sono gradevoli, mai ti verrebbe in mente che ci può essere qualche legame con la malavita organizzata eppure spesso c’è. Allora ci si pone la domanda: “ci vado o non in tale locale, ci porto gli amici?”. Magari qualche amico è pure membro della commissione antimafia …. E in Germania le pizzerie sono i presidi del crimine organizzato….

Mi è capitato di parlare con appartenenti alle forze di pubblica sicurezza, e anche loro talvolta fanno amare considerazioni del tipo: “non sappiamo dove finisce lo stato e inizia la malavita organizzata, spesso camminiamo sulle uova e non dobbiamo esagerare nei controlli altrimenti risultiamo e inefficaci e troppo zelanti “.

Ma uno stato deve essere forte, deve proporre opportunità ai bisognosi in modo che non intervengano intermediari interessati. Uno stato forte agisce e non si nasconde pavido dietro i cavilli burocratici. Uno stato forte impedisce che il cancro si diffonda, lo stronca.

Il nostro cancro è nato con l’ingresso degli spagnoli in Italia meridionale si è fortificato sotto i Borboni è stato ereditato dallo stato unitario ed è sopravvissuto a due guerre mondiali. Ha avuto un periodo di bassa fortuna nel ventennio quando il prefetto Mori ha pesantemente inciso sugli equilibri locali. Poi si sono susseguiti una serie di eroici servitori dello Stato che in solitario hanno combattuto (vedi ad esempio Chinnici, Falcone, Borsellino, Livatino, Dalla Chiesa… Ambrosoli e tanti anonimi carabinieri e poliziotti). Tutte persone animate da un forte senso del dovere e appartenenza alla comunità. Dopo di loro, finiti dalla malavita in modo plateale e cruento a mo di esempio per gli altri, è iniziata una fase ben più subdola .

La fase finanziaria dove le forze del male agiscono nel campo del bene senza farsi riconoscere, anzi spesso utilizzando il mondo legale per arricchirsi ulteriormente. Basta leggere il libro Mafia export: come ‘Ndrangheta, Cosa nostra e Camorra hanno colonizzato il mondo edito da Baldini Castoldi Dalai. E allora Milano diventa la provincia della provincia delle mire della criminalità organizzata, val sempre la frase Milano vicino all’Europa … . Si pone quindi il problema di come affrontare tale situazione, spesso si hanno di fronte persone che non si immagina minimamente “a chi appartengano”.

A questo punto dovrebbe intervenire la politica con una forte proposta bipartisan che fotografi la situazione e intervenga .Non è facile con la selva di leggi oggi in vigore andare ad aggredire le attività di origine non legale, delimitare il campo di intervento consentendo di enucleare dal corpo la parte sana. Bisogna ricordare che molte aziende di origine illegale spesso danno lavoro e il loro sequestro porta all’abbandono delle medesime, alla conseguente chiusura, alla perdita di posti di lavoro.

Oramai distinguere il malaffare mafioso da quello della borghesia che predica bene e razzola male è difficilissimo, spesso la differenza va ricercata nell’albero genealogico.

 

Riccardo Lo Schiavo



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