12 febbraio 2013

LA COSTITUZIONE E IL 75% DEL “BAGOLON DEL LUSTER”(*)


I nostri Padri costituenti la sapevano lunga e soprattutto uscivano da un periodo storico che a forza di demagogia aveva portato il Paese al disastro totale. Convinti che i loro concittadini fossero storicamente fragili di fronte al canto delle sirene populiste e che la materia fiscale, muovendosi in una società dallo scarsissimo senso dello Stato e del bene comune, ritennero che questa materia andasse in qualche modo protetta.

L’articolo 75 della Costituzione al secondo capoverso dunque recita: “Non è ammesso il referendum per le leggi tributarie e di bilancio, di amnistia o di indulto, di autorizzazione a ratificare trattati internazionali”. Questo certo non vuol dire che le leggi in materia fiscale non possano essere cambiate e dunque che il contributo che i cittadini danno al bene comune non possa essere alleggerito o appesantito ma certo indica una preoccupazione e un’indicazione a muoversi con i piedi di piombo in questa materia e senza utilizzare le armi della demagogia e del populismo.

La campagna elettorale in corso è invece impostata esattamente all’opposto e vede una destra scatenata sulla riduzione delle imposte e una sinistra costretta a seguirla, l’una con messaggi rozzi ma comprensibili (la destra), l’altra, (la sinistra), con messaggi solo per gli addetti come “rimodulazione del carico fiscale”. Il premio della rozzezza va senza dubbio a Maroni con la balla del 75%.

Per i suoi avversari il compito è difficile: come spiegare al popolo leghista che il nord si porta a casa già di più del 75%, se agli effettivi trasferimenti dovessimo aggiungere il carico per interessi sul debito pubblico? Come spiegare ai leghisti che se sottraiamo risorse al sud là ne diminuiranno i consumi di beni che per il 25% sono prodotti al nord? Per altro il nord è già il campione dell’evasione fiscale e per di più la Lega vorrebbe che il gettito del Paese le fosse destinato in maniera privilegiata. L’indagine sulla fedeltà fiscale del 2012 fatta da Kris Network of Business Ethics descrive uno scenario terribile: l’evasione fiscale sul totale nazionale riguarda il Nord ovest per il 31,1%, il Nord est per il 27,1. Ancora più stupefacente è l’incremento dell’evasione fiscale, con la Lombardia al +15,6 %, il Veneto al 15,1% che si confrontano con l’8,2% della vituperata Campania.

Ecco quello che si dovrebbe dire al popolo leghista ma come dirglielo? È un elettorato impermeabile, come direbbero gli esperti di marketing “fidelizzato”, persino di più del popolo dei berluscones; questo è per finire il vero prodotto di un ventennio di diseducazione all’uso del cervello: il miracolo del Cavaliere. Lì è il vero nodo della campagna elettorale. Provare a raccontare sempre loro che insieme all’evasione fiscale cresce anche la penetrazione della criminalità organizzata? Cercare di farli ragionare sulla loro drammatica debolezza nei confronti di quest’ultima con la quale spesso vanno sottobraccio più o meno consapevolmente?

Non so se valga la pena. La nostra prospettiva non è allegra. Perché le cose cambino probabilmente devono cresce le nuove generazioni, meno facilmente aggredibili dai media tradizionali ma oggi travolti da Twitter, Facebook, da Internet e dai suoi guru. Quando le nuove generazioni si accorgeranno che le cose tipo il Movimento 5 Stelle non portano da nessuna parte, speriamo presto, forse ragionando con la loro testa sapranno scegliere perché stupidi certo non sono. Ci vorrà tempo. Peccato per chi è già avanti con gli anni. A questi ultimi – ma in fondo a tutti – non resta che battersi fino all’ultimo: magari ce la si fa anche prima di allora, anche adesso.

 

Luca Beltrami Gadola

 

(*)Bagolon del luster è una locuzione milanese nata all’inizio del secolo con l’invenzione del lucido da scarpe, quando i primi venditori ambulanti di questo nuovo prodotto dovevano ricorrere a mille sistemi molto personali per reclamizzarlo. Mentre illustravano ai presenti la bontà della loro merce, raccontavano le storie più strane e incredibili. Convincevano qualche ascoltatore tra i presenti a togliersi le scarpe, gliele lucidavano e fattegliele rimettere facevano loro fare un giro di dimostrazione, convincendo così il pubblico ad abbandonare la mistura di fuliggine e grasso animale, fabbricata in genere dai droghieri, e usata per le calzature. (www.nonnagiuse.it/)

 

 


 



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