5 febbraio 2013

QUATTRO PROPOSTE PER LA CULTURA IN REGIONE


Si parla di cultura. Dopo tanto tempo in questa campagna elettorale qualcuno ha iniziato a parlare di cultura. Un po’ a caso, ma forse anche con convinzione. L’idea di un Ministero della Cultura, per esempio, è di quelle forti, che potrebbe realmente invertire la rotta del Paese e suscitare nuove forme di salvaguardia e di sviluppo. Per quanto riguarda l’ambito regionale vorrei avanzare almeno quattro proposte che, se attuate, potrebbero andare nel verso di quel cambiamento che da più parti si auspica. Solo quattro semplici cose per il futuro Presidente della Regione, potrebbero naturalmente essere molte di più, ma queste quattro basterebbero a produrre reali novità.

La prima riguarda i giovani. Da molti anni le Università brulicano di corsi di tutti i tipi riferiti ai beni culturali, alla loro gestione, al fundraising, al turismo culturale eccetera eccetera. Tutti questi giovani -molti si sono anche specializzati, han fatto master, stage di tutti i tipi, si son perfezionati all’estero, conoscono le lingue ecc. – aspettano da tempo di essere chiamati, coinvolti, valorizzati. Che non sia finalmente giunta l’ora? Rinnoviamo gli uffici, ringiovaniamo le istituzioni e cominciamo a inserire questi ragazzi e ragazze che non possono aver tanto studiato per nulla. Come? Innanzi tutto tornando al concorso come metodo, stabilendo requisiti precisi per l’ammissione. E poi riorganizzando gli uffici, evitando il più possibile il ricorso alle cosiddette “consulenze”. Questa è la prima cosa che la Regione può fare.

La seconda, strettamente connessa alla prima, riguarda la normativa vigente in materia di beni culturali. La Regione deve legiferare e dunque può dar corso a un vigoroso rinnovamento a partire da una nuova e più realistica definizione delle figure professionali, introducendone di nuove, corrispondenti non solo alle mutate necessità, ma anche alle esigenze di quell’innovazione che i tempi e le nuove tecnologie suggeriscono.

La terza riguarda l’inderogabile necessità di stabilire un diverso rapporto con i privati, non più sponsor di eventi spesso di carattere effimero, ma sostenitori che partecipano alla programmazione dall’interno di nuovi comitati di gestione, in cui privato e pubblico intrecciano idee e sforzi verso una visione decisamente innovativa della cultura.

La quarta riguarda il bisogno di dar vita a un’efficace comunicazione delle diverse iniziative culturali in programma nel vasto territorio regionale. Ogni giorno ci sono incontri, conferenze, dibattiti, approfondimenti, presentazioni di libri, di nuove ricerche, e poi mostre, dalle piccole alle grandi: insomma una quantità di iniziative che non sono note, ma spesso davvero interessanti, importanti, che rischiano di passare inosservate. Così la nostra Regione appare talora più povera culturalmente di quel che realmente sia. È necessario aprire un nuovo canale informativo in cui possano confluire tutte le proposte che nascono nella Regione. Basterebbe un sito in cui si possano calendarizzare i diversi e numerosi appuntamenti.

In tempi difficili queste quattro cose sarebbero sufficienti a innescare immediatamente un processo di cambiamento.

 

Paolo Biscottini

 



Condividi

Iscriviti alla newsletter!

Per ricevere in anteprima sulla tua e-mail gli articoli di ArcipelagoMilano





Confermo di aver letto la Privacy Policy e acconsento al trattamento dei miei dati personali




Ultimi commenti