23 gennaio 2013

PER VINCERE IN LOMBARDIA: UNA VOCE DA “ETICO”


La guerra dei sondaggi sull’esito delle elezioni regionali in Lombardia è incominciata, così come la campagna elettorale. Un dato, però, è certo: il vero favorito alle elezioni regionali Lombarde è Roberto Maroni sostenuto dalla ricostruita alleanza elettorale Pdl-Lega. Per diverse ragioni … storiche, culturali (in Lombardia nasce il berlusconismo e il secessionismo integrale di Miglio) politiche; non in ultimo, l’inconsistenza della sinistra lombarda sconfitta, spesso, sotto il profilo del senso comune e dell’egemonia culturale individuale e collettiva.

Bizzarra la politica italiana; la Giunta Regionale di Formigoni cade dopo la sfiducia leghista e a seguito delle indagini della magistratura milanese che contestano a un Assessore regionale il voto di scambio con settori della criminalità organizzata. Formigoni, successivamente allo scioglimento del consiglio, dichiara di non voler più governare con la Lega e offre la disponibilità a sostenere la candidatura neo-centrista di Albertini; dopo l’accordo nazionale stipulato fra l’ex presidente del consiglio e Roberto Maroni, l’attuale Presidente della Regione rientra nei ranghi dell’alleanza di centro-destra e con lui la maggioranza del movimento di Comunione e Liberazione. Le giravolte politiciste di Roberto Formigoni interessano poco ai dieci milioni di cittadini che abitano in Lombardia e che producono circa un quarto del prodotto Interno lordo dell’intero paese.

Secondo dati della stessa Caritas sono due milioni i cittadini lombardi al di sotto della soglia di povertà. Le tattiche politiciste non interessano ai settecentomila pendolari che imprecando usano i treni regionali e non interessano agli oltre cinquecentomila lavoratori e lavoratrici che, nella recessione della crisi economica, sono coinvolti in processi di ristrutturazioni aziendali perchè in cassa integrazione, licenziati o vicini al licenziamento nella versione simulata del “motivo economico” (così come previsto dall’attuale controriforma sul mercato del lavoro voluta dall’ex ministro Fornero e dal governo Monti). Non interessano soprattutto a quelle lavoratrici madri che lasciano il lavoro, perchè non riescono a conciliare i tempi della loro vita con i tempi del lavoro. Non interessano ai piccoli e medi imprenditori che, oggi, rischiano il fallimento delle proprie aziende.

Questa è la situazione socio-economica della nostra Regione; anche per questo è necessario ribadire che il centro-destra della Lombardia (nella versione barbaro sognante, ciellina o liberista) ha fallito. L’idea di mantenere sul territorio lombardo il 75% delle risorse fiscali (oggi al 66%) avvicinerebbe, sotto il profilo istituzionale, la Lombardia alle regioni a statuto speciale che, alla luce della riforma del titolo quinto della Costituzione, dovrebbero invece rivedere i numerosi privilegi oggi riconosciuti dall’ordinamento. Se le Regioni ordinarie limitrofe (pensiamo a quelle del Mezzogiorno) scegliessero la stessa strada proposta da Maroni (quella della secessione economica), ci si chiede con quali risorse lo Stato finanzierebbe la difesa, la giustizia e/o l’ordine pubblico che, notoriamente, sono ai sensi dell’art.117 della Costituzione materie di “competenza esclusiva statale”. E ancora; quale coesione, giustizia economica e solidarietà potrebbero esserci in un paese economicamente spaccato e nel quale le aziende lombarde continuerebbero a vendere i loro prodotti anche nel mezzogiorno del paese? Il paese si salva solo se sarà unito; insieme.

A sinistra, la sfida è stimolante seppur impegnativa. Ambrosoli, il candidato civico alla Presidenza, dovrà saper parlare all’intera società lombarda a partire dalla tutela degli ultimi e delle fasce sociali più deboli. Per tornare a vincere anche in Lombardia è necessario trasmettere passione, intelligenza politica, capacità di ascolto e di inclusione, conoscenza dei problemi, proposte concrete realizzabili per la loro risoluzione.

Passione, soprattutto, senza pregiudizi nei confronti dei partiti che lealmente sostengono Ambrosoli e che possono, nonostante tutto, fornire idee e persone che possono aiutare Ambrosoli e la coalizione di centro-sinistra a raggiungere un risultato storico. Condivido le parole di Giuliano Pisapia intervistato il 16 gennaio da Radio Popolare “ricreare l’entusiasmo che manca, essere protagonisti del cambiamento, costituire comitati a sostegno della candidatura di Ambrosoli”. La sinergia fra buona politica e cittadinanza attiva può (anzi deve) essere vincente. Nel maggio del 2011, a Milano, è stato cosi. Con tempi e modalità diverse ovviamente, quella meravigliosa esperienza, può riprodursi a livello regionale.”

Da parte nostra (lista “Etico – Per un’altra Lombardia a sinistra”), l’impegno è quello di convincere la stragrande maggioranza dei cittadini lombardi indecisi; lo faremo, come nostro costume, strada per strada … porta a porta (furono queste le parole rivolte da Enrico Berlinguer ai militanti del partito comunista italiano nel suo ultimo comizio, a Padova nel giugno del 1984) proponendo i nostri contenuti programmatici e quelli della coalizione.

Modifica radicale dello statuto regionale con estensione dei diritti civili e dei migranti, reddito di cittadinanza per inoccupati e disoccupati con indicazione delle risorse reperibili per il suo finanziamento, mobilità e crescita rispettosa dell’ambiente, legge regionale di contrasto alle delocalizzazioni produttive, sostegno pubblico delle politiche industriali, legalità dell’azione amministrativa (buon andamento, imparzialità e trasparenza della stessa), lotta alla criminalità organizzata attraverso il controllo nella gestione dei rifiuti, delle bonifiche ambientali e della filiera dei sub-appalti, difesa della scuola pubblica con rilancio delle risorse a essa destinate, riorganizzazione della burocrazia regionale, difesa della sanità pubblica con conseguente eliminazione degli sprechi accertati sotto il profilo del bilancio regionale e delle Asl.

Molti di questi punti programmatici, sono già contenuti nel programma del patto civico a sostegno della candidatura di Umberto Ambrosoli. È un primo risultato. Anche in Lombardia si può cambiare. Naturalmente, con passione.

 

Marco Dal Toso



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