16 gennaio 2013

L’ENERGIA REGIONALE: FINALMENTE UNO START-UP?


Il ruolo della Regione in materia di energia – come era facile prevedere visti i tempi davvero troppo stretti – non verrà ridimensionato come indicato dal Disegno di legge di riforma del Titolo V della Costituzione varato a ottobre dal Governo, tramite il quale sarebbe stata riassegnata allo Stato la competenza in materia di energia, e precisamente la produzione, il trasporto e la distribuzione nazionale dell’energia.

C’è da dire oltretutto che almeno una sentenza delle Corte Costituzionale ha di fatto superato il rigido riparto delle competenze e parte dello scontro provocato dalla competenza concorrente Stato-Regione delle funzioni legislative e normative in materia di energia. Per la Corte, secondo il principio di sussidiarietà, il livello istituzionale più alto può avocare a sé le competenze amministrative qualora esse non riescano a essere svolte da quello più in basso che ne è titolare.

In ogni caso, il riferimento più attuale e stringente da considerare è il Decreto Ministeriale 15/03/2012 che definisce i tanto attesi criteri di regionalizzazione degli obiettivi di sviluppo delle fonti rinnovabili. Alla Regione Lombardia viene assegnata la traiettoria che prevede che i consumi energetici siano soddisfatti da fonti rinnovabili sia elettriche che termiche per il 7% nel 2012, il 7,7% nel 2014, l’8,5% nel 2016, il 9,7% nel 2018 per terminare con l’11, 3% nel 2020.

Il punto di incontro di queste indicazioni deve senz’altro essere il Nuovo PEAR (Piano Energetico d’Azione Regionale), che integrato con il Piano per una Lombardia Sostenibile dovrà delineare una offerta energetica lombarda improntata alla difesa del territorio e alla riduzione del consumo di suolo. I nuovi progetti dovrebbero quindi essere preceduti da analisi costi-benefici (considerando adeguatamente le esternalità negative) e, ancor di più, da analisi costi-efficacia rigorose che portino a considerare come parametri di giudizio prioritari gli impatti su territorio e ambiente e il valore del “non uso”. Ma importante è soprattutto un nuovo approccio che tenga conto del trend di calo dei consumi energetici potrebbe avere caratteristiche strutturali e della riduzione dell’intensità energetica regionale: i consumi energetici sono sempre più svincolanti dalla ricchezza prodotta.

Le politiche energetiche regionali andrebbero perciò incentrate su tre cardini: il primo è una attenzione particolare alla scala locale grazie alla generazione diffusa e alla promozione dell’autoconsumo; il secondo sviluppa la collaborazione e le interconnessioni con le regioni limitrofe, che scontano eccessi di capacità produttiva: una infrastruttura di rete sarà più utile, e quindi preferibile a una nuova centrale di produzione di taglia non piccola.

Il terzo cardine è l’efficienza energetica, in linea con la più recente direttiva europea (Direttiva 2012/27/CE) che definisce delle misure attive per il conseguimento dell’obiettivo principale relativo all’efficienza energetica del 20% entro il 2020. È necessario quindi puntare in modo deciso sulla riduzione dei consumi incrementando l’efficienza energetica nell’industria, nel terziario e nel residenziale, includendo in modo particolare la pubblica amministrazione e ponendosi come obiettivo la sostenibilità economica degli interventi.

Importante è poi la questione della cultura energetica in chiave sostenibile e del monitoraggio, in parte collegate tra di loro e sicuramente comprese tra le azioni previste dalla direttiva europea. È auspicabile che proprio in ragione di una rapida, quanto non prevista, evoluzione del contesto, i dati del Bilancio Energetico Regionale e del Sistema Informativo Regionale Energia e Ambiente (SIRENA) vengano aggiornati agli anni più recenti e con una maggior frequenza.

L’accesso alle informazioni è centrale infatti per veicolare tra gli imprenditori e gli amministratori una nuova mentalità e un nuovo approccio al tema energetico da cui dipende molto della realizzazione di iniziative e interventi, sia nel privato che nel pubblico. Impegno prioritario da parte della Regione deve quindi essere quello di diffondere questa cultura, divulgando consapevolezza delle tematiche energetiche e gli strumenti adeguati per affrontarlo.

 

Giacomo Selmi

 



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