12 dicembre 2012

PUNTARE TUTTO SU UMBERTO AMBROSOLI


Abbiamo dopo quasi vent’anni la possibilità di dare alla regione Lombardia un governo di reale cambiamento, attento ai bisogni reali dei cittadini, alla tutela del territorio al rispetto della legalità e non possiamo perdere questa opportunità. Credo dunque che la buona politica debba anteporre quest’obbiettivo a qualunque altra pur legittima considerazione.

Le primarie del prossimo 15 dicembre devono perciò conformarsi alla realizzazione di due risultati: scegliere il candidato che abbia le maggiori possibilità di portare il nostro schieramento alla vittoria e mettere quel candidato nelle migliori condizioni per vincere.

Dico questo perché queste primarie, in questa particolare contingenza, non possono essere fruite come una bilancia su cui pesare le diverse sensibilità, le articolazioni, le possibili differenti risposte ai problemi che esistono in una coalizione ampia e libera quale è e vuole essere quella che mettiamo in campo. Non che quella “pesatura” sia inutile: anzi!

Sarà preziosa nelle valutazioni del nostro Presidente all’atto dell’esercizio della sua azione di governo: ma troverà il suo modo migliore di manifestarsi nella votazione “vera”, nel confronto tra le diverse liste della coalizione, e nelle ripartizioni elettorali che ne deriveranno.

Questo lungo preambolo per dire che io voterò con identica, determinata convinzione alle primarie Umberto Ambrosoli e al voto di febbraio-marzo la lista che si costruirà attorno ai contenuti programmatici egregiamente portati avanti fin qui da Andrea Di Stefano.

Umberto Ambrosoli è sul piano personale figura che non necessita di vedere aggiunte nuove lodi. È un ancoraggio sicuro per chi ricerca saldezza di principi, autonomia di giudizio, garanzia di moralità e legalità. Nella fase in cui sarà necessario ricostruire un buon governo antitetico alle pratiche perverse del sistema di potere formigoniano, è l’uomo giusto al posto giusto.

Ambrosoli e la squadra che si costruirà attorno sapranno disarticolare il sistema di potere costruito attorno all’asse Formigoni – Lega (e che quest’ultima la smetta di chiamarsi fuori dopo aver tenuto bordone e incassato sottogoverno in tutti questi anni!), rimetteranno al centro il rispetto delle regole, il merito e il perseguimento dell’interesse collettivo.

Avremo in Ambrosoli il garante di un’attenzione scrupolosa all’evitare commistioni tra politica e affari, un forte impegno per assicurare, nell’esercizio del governo, adeguate forme di controllo contro tentativi di infiltrazioni mafiose. E la sua formazione è testimone di una attenzione ai temi della giustizia sociale e della condizione degli strati meno privilegiati della popolazione. Sarà sensibile ai temi del lavoro e alla tutela dei beni comuni.

Umberto Ambrosoli viene dalla società civile, ma è una figura che trasmette fiducia e rispetto per le istituzioni nei suoi comportamenti e nelle sue prese di posizione. Non alimenta sentimenti di generalizzata ostilità nei confronti degli organi elettivi e dunque richiama a una buona politica che crei ponti, non scavi fossati tra cittadini e chi è chiamato ad amministrare la cosa pubblica. In questa fase di sconcerto di molti di fronte a troppi cattivi amministratori abbiamo bisogno di persone come lui.

Mi auguro dunque che le primarie assicurino ad Umberto Ambrosoli un significativo successo. Gli altri due validissimi candidati (così come altri che hanno fatto ancor prima un passo indietro), con il loro valore danno il senso della ricchezza e della qualità che il centro-sinistra può mettere a disposizione. Mi pare tuttavia che sia obiettivo che nessuno più di Ambrosoli abbia la possibilità di raccogliere consensi ad ampio spettro, diventare baricentro di uno schieramento largo in cui diverse sensibilità possono sentirsi rappresentate, rispettate e considerate. E senza schieramento ampio in cui tutti possano sentirsi a casa propria non c’è speranza di una vittoria che è possibile, ma che è tutta da conquistare.

Ambrosoli, per quel che io conosco, è persona che sa ascoltare e dunque, come ha detto fin dall’inizio, non apparterrà mai alla categoria dell'”uomo solo al comando” ma valorizzerà contributi ed esperienze disponibili. Spero che dal 15 dicembre esca con una dote di consensi vasta, che ne accresca credibilità e autorevolezza.

Avere un candidato forte e condiviso darà quella fiducia indispensabile perché il popolo del cambiamento sia in grado di certificare a febbraio o marzo prossimo la fine dell’era formigoniana, del centro-destra e della Lega al governo della Lombardia.

 

Basilio Rizzo

 

 



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