24 ottobre 2012

SE IL VECCHIO PD CI AVESSE PENSATO …


La tentazione di non andare a votare era, ed è, forte. Non è il terribile scadimento del buoncostume della “politica” che mi preoccupa. Certo, lo scandalo sembra senza più freni, e i politici “corretti” si distinguono dai “corrotti” perché dichiarano di spendere in un anno 900.000 euro per affiggere manifesti a Roma, anziché spenderli per comprarsi la villa e il SUV.

Con quei soldi, per fare un esempio, si garantiscono per un anno a 300 bambini disabili i trattamenti fisioterapici che le regioni vanno inesorabilmente tagliando. Mi chiedo: fa più danno la disonestà di quelli che sanno di rubare per il loro tornaconto o la stupidità di quelli che buttano soldi pensando di svolgere una utile azione politica? Non so, una bella lotta.

Ma per me è ancora più disperante l’incapacità di capire, anche ai massimi livelli dei partiti “buoni”, la necessità di una svolta profonda se si vuole evitare di sprofondare in un declino irreversibile. Mano a mano che le elezioni si avvicinano cresce la presa di distanze dei nostri politici rispetto a un governo che ci ha per ora evitato una catastrofe peggiore di quanto possiamo riuscire a immaginare e si preparano spudoratamente le contromisure che squaglieranno l’avvio al risanamento e riapriranno lo scassinamento delle finanze dello stato: un solo esempio, il disegno di legge Damiano – su cui sono d’accordo tutti, nessuno escluso – con il pretesto degli “esodati”, su cui pure ci sarebbe da discutere, proponeva né più né meno il ritorno alla pensione di anzianità con 57 anni di età e 35 di contributi, alla faccia dei giovani che stiamo caricando dei nostri debiti.(*)

Si potrebbe continuare a lungo, ma il cuore del problema è semplice: la classe dirigente del PD ha smarrito la capacità di lettura della geografia sociale dei nostri tempi, non riesce a rielaborare una concezione di giustizia sociale commisurata alla nostra epoca, forse ignora il nuovo identikit degli strati sociali, donne e giovani, che nella società di oggi sono espropriati di diritti e speranze; o comunque non è in grado di candidarsi a rappresentare i loro bisogni e a proporre soluzioni per i loro problemi. Pensa che la via d’uscita dalla crisi sia la riproposizione delle ricette fallimentari e stantie che hanno contribuito al declino dell’Italia degli ultimi decenni (declino che –non raccontiamoci comode storielle consolatorie – esiste al netto della globalizzazione e della aggressione della finanza internazionale e che ci lascia disarmati di fronte ad esse). Questo è, secondo me, il quadro sconsolante.

All’inizio non ho preso sul serio la candidatura di Renzi. Abile, furbo, si, ma impresentabile: un bluff. Propone un ricambio di classe politica (che se lo merita) ma senza un programma. Dalla padella alla brace. Ho guardato il suo sito (www.matteorenzi.it) e letto il suo programma: vale la pena per chi ha voglia di spenderci dieci minuti di lettura..

Be’ adesso penso che ho già sbagliato troppe volte sostenendo l'”usato sicuro”. Se devo sbagliare ancora una volta, questa voglio sbagliare per aver rischiato sul voltare pagina. Nel programma c’è una visione piena di dichiarazioni di intenti condivisibili ed enunciati con chiarezza e concretezza, e senza compromessi. E soprattutto: così almeno voterò uno che è al di fuori di tutte quelle consorterie incrostate di conservatorismo che costituiscono la rovina e l’impossibilità di cambiamento del nostro paese. Provate a pensarci.

 

Ciro Noja

 

(*) Siccome sembra incredibile, il link della Camera a cui trovate il Ddl approvato in Commissione è questo: leggere l’art. 1 comma a)



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