17 ottobre 2012

‘NDRANGHETA, APPALTI, EXPO. QUALCOSA DI NUOVO?


Ricordate il giochetto della Settimana Enigmistica, ma anche di certi album di divertimenti per bambini, “unisci i punti e vedrai l’immagine”? Si può fare anche con gli avvenimenti milanesi dell’ultima settimana. Per fare il ritratto della Giunta regionale oggi ecco i primi tre punti, altri verranno: Assessore Zambetti/’ndrangheta – affermazioni di Costantino Passerino – inchiesta su Infrastrutture Lombarde per l’appalto Expo.
Primo punto: l’assessore Zambetti paga i voti in contanti e promettendo il suo intervento per favorire le cosche negli appalti. Secondo punto: Costantino Passerino – direttore amministrativo della Maugeri – dice “sistemavamo noi le delibere della Regione in modo che calzassero a pennello per poter finanziare la Maugeri”. Terzo punto: la magistratura indaga su Infrastrutture Lombarde – la società della Regione che gestisce gli appalti – con l’ipotesi di reato di “turbata libertà del procedimento di scelta del contraente” per l’appalto della “piastra” aggiudicato con lo sconto del 41%. Cominciamo da quest’ultimo punto e comunque stiamo parlando per il momento solo di ipotesi di reato.
Per i profani ci vuole qualche chiarimento: cosa è “la turbata libertà del procedimento”? È il reato che sanziona una vecchia abitudine delle stazioni appaltanti disoneste che, approfittando delle norme di legge volte a tutelarle dall’affidare i lavori a ditte incapaci, consentono di predisporre griglie di valutazione le cui maglie sono così strette e ben congegnate da far sì che le imprese in grado di partecipare all’appalto siano pochissime – magari in accordo tra di loro – o, meglio ancora, una sola.
L’altro sistema diffuso è quello di indire le gare dando limiti strettissimi di tempo per parteciparvi prediligendo il mese di agosto per bandirle, quando tutti sono in ferie, anch’esso un vecchio trucco che, sommato al primo, rende l’affidamento all’impresa amata una quasi assoluta certezza: cintura e bretelle.  Nota finale sul tema: tutto poi si può fare in materia di appalti se scatta il meccanismo della “emergenza”. L’Aquila insegna, ultima ma non minore emergenza con contorno di scandali.
Secondo punto: le affermazioni di Passerino. Ovviamente il sistema diffuso in edilizia, i bandi ad personam o meglio ad aziendam, ci sono ovunque nella pubblica amministrazione. Avanti il prossimo.
Veniamo al primo punto: l’assessore Zambetti promette appalti. Come fa? L’abbiamo descritto ai punti precedenti, con un non trascurabile dettaglio: ha bisogno della connivenza di molti. Connivenza che se ripetuta configura l’associazione a delinquere. Nella vicenda per la quale indaga la magistratura c’è qualcosa che però non torna: ma se per aggiudicarsi un appalto si ricorre a turbare la libertà del procedimento, perché fare anche uno sconto sull’elenco prezzi del 41%, che ha messo in allarme tutti? Ancora cintura e bretelle?
Ma quest’ultima circostanza ci costringe a una precisa constatazione: visto e considerato che questi prezzi a base d’asta o sono frutto di specifiche elaborazioni delle stazioni appaltanti o sono oggetto di listini standard elaborati delle stesse o da amministrazioni dello Stato, e questi sconti sono ormai consuetudine, detto questo, o chi ha elaborato questi prezzi è un incapace e va mandato a casa perché non conosce né il mercato né le sue dinamiche e dunque eventuali sconti “ragionevoli” porterebbero a indebiti arricchimenti, o c’è un vizio di fondo nella legislazione dello Stato in materia di appalti o quantomeno la stessa contiene buchi e falle.
A detta di molti questi buchi si potrebbero turare e in questi buchi si infiltra la criminalità organizzata e lo si denuncia da tempo. Cambiare l’intero impianto legislativo in materia di appalti è cosa lunga ma turare i buchi è cosa di poco momento. La cassetta degli attrezzi legislativi ha già oggi gli strumenti necessari, perché non farlo? Se non ora quando?

Luca Beltrami Gadola

 



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