26 settembre 2012

ZONA CESARINI: LA REGIONE, LA QUALITÀ DELL’ARIA E LA PARTECIPAZIONE


Regione Lombardia ha una popolazione pari al 16% di quella nazionale, e livelli di inquinamento atmosferico che battono record europei, che hanno innescato la procedura d’infrazione oggi pendente a livello comunitario, eppure i Ministri dell’Ambiente avvicendatisi negli ultimi dieci anni non si sono preoccupati di verificare se il problema lombardo fosse affrontato in maniera adeguata. Spicca dunque, nella vicenda lombarda, la sottovalutazione (o rimozione?) del problema inquinamento atmosferico a livello nazionale e comunque la mancanza di un efficace sistema di controllo dell’adempimento delle funzioni delegate.

Ora, dopo la sentenza del Tar Lombardia del 4 settembre 2012 che – su istanza dell’associazione Genitori Antismog – ha accertato il ritardo e l’inesistenza del Piano regionale dell’Aria (PRIA), la Regione ha messo in campo tutte le proprie forze per adempiere al termine di 60 giorni concessole per elaborare “la proposta di PRIA e del Rapporto Ambientale e Sintesi tecnica”.

La procedura di VAS (valutazione ambientale strategica) del nuovo Piano è ora in pieno svolgimento e il 26/27 settembre si terrà, all’Auditorium Giorgio Gaber del Pirellone, il Forum Pubblico intitolato dai nostri creativi funzionari regionali “La natura della nostra aria”. Il Forum, definito nel sito creato il 19 settembre scorso, “un momento chiave di partecipazione pubblica”, è stato annunciato il 18 settembre scorso dal Governatore e dall’assessore competente. Insomma, in quel sito, i cittadini che in meno di dieci giorni avessero il tempo e la competenza di predisporre un contributo e soluzioni concrete in uno dei settori individuati per il Forum (civile – industria e servizi – agricoltura e foreste – trasporti e mobilità), potranno caricarlo e chiedere di esporlo – durante il Forum – in un intervento della durata massima, citiamo le istruzioni verbali degli organizzatori, di “5 minuti”.

Il sospetto è che, per come stanno procedendo le cose, sia ben difficile che la partecipazione invocata la scorsa settimana dalle autorità regionali si manifesti in modo concreto ed effettivo. I cittadini e le associazioni difficilmente avranno avuto il tempo di informarsi e partecipare in modo efficace e competente. Per quanto concerne le associazioni, dalle quali ci si attenderebbe un elevato livello di intervento, ad eccezione di pochissime molto strutturate mancano di quel minimo sostegno che dovrebbe consentire loro di recepire e veicolare analisi specifiche competenti.

Inoltre, i rigidi settori individuati per gli interventi, non paiono esaustivi delle problematiche che l’aria lombarda presenta e che richiederebbero di essere affrontate a monte per ottenere una pianificazione realmente efficace a proteggere la salute dei cittadini. Tanto per fare un accenno ad alcune di esse:

1) Trasparenza dell’attività amministrativa (e spese). L’attività regionale in materia è ben lungi dall’essere trasparente e condivisa con il pubblico mentre dovrebbe esserlo in maniera sistematica e rigorosa. Un esempio: Regione Lombardia è attualmente impegnata in una attività di lobby a livello comunitario che, nell’ambito della revisione della Direttiva 2008/50/CE, chiede all’Europa di ridurre i livelli di tutela legislativamente previsti per i propri cittadini. I lombardi lo sanno? Vogliono che i soldi della regione e il lavoro dei funzionari da essi pagati siano impiegati così?

2) Informazione al pubblico (e spese). Regione Lombardia influisce pesantemente su impostazione e diffusione delle informazioni sanitarie in materia di inquinamento atmosferico. Vari recenti casi hanno dimostrato che il Governo Regionale è impegnato a controllare e ridurre il flusso delle informazioni sull’impatto dell’inquinamento atmosferico sulla salute, invece che stimolarne la libera circolazione che viceversa favorirebbe la consapevolezza dei cittadini e quindi l’adesione alle politiche. Un esempio per tutti. Il 7° rapporto del Centro Comune di Ispra sull’inquinamento atmosferico – contenente pesanti conclusioni sull’impatto sanitario dell’inquinamento in Lombardia – è stato reso accessibile da Regione Lombardia, con mesi di ritardo, solo il giorno successivo le ultime elezioni amministrative e integrato, su richiesta regionale, da un documento epidemiologico anonimo aggiuntivo (chi l’ha scritto e quanto lo hanno pagato?) inteso a ridimensionare le conclusioni degli scienziati europei.

3) Informazione e educazione (e spese). Ognuno dei settori di intervento necessita – per poter portare a casa dei risultati – il coinvolgimento attivo e informato dei cittadini. Negli ultimi anni abbiamo visto strepitose campagne regionali su tarlo asiatico ma nessun impegno nel mettere in opera campagne informative senza le quali è difficile ottenere successo e condivisione delle politiche. Se l’inquinamento atmosferico è materia di emergenza regionale, una quota percentuale del bilancio regionale dovrebbe essere destinata all’informazione dei cittadini, dai piccoli ai grandi.

4) ARPA Lombardia, che raccoglie i dati sull’inquinamento che sono, in definitiva, la cartina tornasole dei successi (o dei fallimenti) delle politiche regionali, è istituzionalmente sotto il tacco regionale. Tipico esempio di controllato che governa il controllore. La struttura di ARPA Lombardia, almeno per ciò che concerne la funzione collegata alla lotta all’inquinamento atmosferico, deve essere resa indipendente e terza rispetto l’amministrazione regionale coinvolgendo centri universitari e associazioni ambientaliste.

5) Il monitoraggio dell’impatto delle misure è la base della pianificazione, secondo quanto prescritto dalla Direttiva 2008/50/CE, ed è ciò che permette al piano di essere via via aggiornato in funzione delle sue carenze. In difetto, la programmazione è priva di significato. Nei documenti di scoping e rapporto ambientale preliminare predisposti da Regione Lombardia manca ogni monitoraggio degli effetti delle misure oggi in vigore.

6) La valutazione degli scenari alternativi è un punto centrale della pianificazione. Nei documenti regionali predisposti gli scenari alternativi – a titolo esemplificativo in materia di mobilità – sono totalmente inesistenti.

7) Il tema dell’impatto dell’inquinamento sulla salute oltre che del costo che grava sulla popolazione e sulla pubblica amministrazione per effetto del medesimo è oggi praticamente ignorato mentre deve costituire un punto di riferimento e analisi delle misure e dei loro costi.

8) Misure urgenti e a breve termine. Il territorio lombardo ha, soprattutto durante il periodo invernale, livelli di inquinamento così alti da rendere indispensabile la pianificazione ex ante di misure a breve termine che possano ridurre l’esposizione della popolazione agli inquinanti.

9) Impatto cumulativo. La valutazione dell’impatto cumulativo – in termini di carico aggiuntivo di inquinamento atmosferico – deve diventare la base di analisi e decisione di qualunque nuova struttura, impianto, pianificazione che sia nella sfera di azione regionale.

Quali ulteriori contributi nei singoli settori possono essere oggetto di partecipazione in …5 minuti?

 

Anna Gerometta

 



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