12 giugno 2012

Scrivono vari – 13.06.2012


 

Scrive Dino Betti van der Noot a Paolo Viola – Dopo le performance di Barenboim col Don Giovanni e con Ravel, c’era da aspettarselo. La stessa cosa varrebbe anche per altri casi, e altri interpreti, come ad esempio i due concerti Chailly – Bollani: un’operazione commerciale senza senso. Complimenti per la rubrica.

 

Scrive Francesco Colombo a Maurizio Trezzi – Voglio sperare, non essendo molto pratico di Milano, che il vecchio progetto, ora accantonato, non sia la soluzione che prevedeva quell’area precedentemente individuata e soggetta a esondazioni, proprio nelle vicinanze dell’A4 Torino – Venezia. Certamente l’area ex Falk non mi pare indicata, oltre che per la localizzazione poco raggiungibile, per il possibile inquinamento del terreno, cosa di cui spesso si dimentica la valutazione. Una cosa è certa, e sospettata dalle ultime vicende che riguardano San Raffaele e Maugeri: sono troppi gli interessi privati che inquinano la sanità lombarda. Il sospetto dunque che le scelte vengano fatte “a prescindere” è molto grande, e se, come dici, i lati positivi della vecchia individuazione sono quelli che esponi, penso che valga la pena di fare una guerra per non buttare tutto all’aria. Magari i soldi fin qui spesi non lo saranno stati invano.

 

Scrive Elena Fadini Bettica a Guido Martinotti – L’articolo del professor Martinotti sulla visita del Papa a Milano è ampiamente condivisibile salvo due cose. Lo Stato Vaticano non è ospite di Roma. Risiede entro il suo perimetro in assoluta libertà e autonomia. Nel 1929 Papa Pio XI che voleva fosse ridotto al minimo, misurava a grandi passi il giardino commentando poi: qui si può rimpicciolire un po’. Non è una leggenda metropolitana. Mio padre ingegner Luigi Fadini fece i calcoli di cemento armato della scala elicoidale dei musei vaticani alla cui inaugurazione partecipò accanto al Papa e ai costruttori Castelli e aveva quindi notizie di prima mano. Il mio secondo commento riguarda la scelta dei giorni. Il sabato 2 giugno mattina a Milano ci fu solo un incontro di preghiera riservato quasi esclusivamente ai religiosi e quindi tutti quelli come me che condividevano la decisione del Presidente di mantenere la parata, poterono assistervi. Io molto vecchia e con problemi di deambulazione ovviamente da casa. Per tutti gli altri argomenti certamente li condivido e ho trovato giustissimo che il Sindaco non cambiasse i suoi programmi. Io sono una cattolica praticante, ma “adulta” come disse Prodi o “liberale” come si è sempre detto in casa mia da più di 100 anni.

 

Scrive G.F. Stella a Guido Martinotti – Ho letto l’articolo che per me è troppo scopertamente maldisposto, malgrado io sia cristiano praticante, riesco a essere profondamente di sinistra e a continuare a leggere la sua rubrica.

 

Scrive Francesco Cacopardi a Guido Martinotti – Mi permetto suggerire al signor Martinotti di approfondire le sue conoscenze storiche in modo che le sue tesi partano da presupposti minimamente fondati: come si fa ad affermare a proposito del Papa (cito le sue parole) “Capo di uno Stato straniero ospitato nel Comune di Roma dallo Stato Italiano”? Con la famosa breccia di Porta Pia del 1870, lo Stato Italiano (e con lui il Comune di Roma) si è impossessato di secolari proprietà del Papato stesso (vedi il Quirinale stesso). Dire adesso che è la Città del Vaticano, ospitata a Roma e non il contrario, mi sembra veramente una affermazione oltre che sbagliata e stupida anche inutile ai fini delle tesi che l’autore vuole poi sostenere.

 

Replica Guido Martinotti – Gentile signor Francesco Cacopardi, lei esprime in modo esemplare il pensiero unico dell’assolutismo. La storia sono io, chi non la vede come me deve “approfondire le sue conoscenze storiche”, cioè è un ignorante. Non sorge in questo pensiero neppure il più lontano sospetto che le conoscenze storiche vadano viste alla luce, non solo dei fatti, di molteplici e non sempre coincidenti giudizi sulla legittimità anche giuridica di questo o quel potere. “Secolari proprietà” erano anche quelle dei Borboni, degli Austriaci e di altri poteri terreni e temporali che, come lo Stato Pontificio guerreggiavano, rapinavano, opprimevano, e talvolta perdevano in guerra. E chi fa una guerra e la perde, perde il diritto alle sue possessioni che passano al vincitore. Lo Stato Pontificio è il risultato di una scelta della Chiesa Cattolica di erigersi in stato temporale grazie a una scelta caesaro – papista contestata (ed io credo a buona ragione) da altre chiese cristiane. Perdipiù si è costruito questo potere su una frode, un ben noto falso storico.

Cito da un corso di italiano per stranieri e quindi da una fonte non politico – ideologica: “La Chiesa per secoli ha giustificato il potere politico (temporale) dei papi, eredi degli imperatori romani, in base a un documento: la “Donazione di Costantino”. Secondo questo documento l’imperatore Costantino aveva preso la lebbra, papa Silvestro lo aveva battezzato e lui, subito dopo, era guarito. Costantino si era convertito al cristianesimo e aveva donato al papa la città di Roma e l’Occidente, spostando a Costantinopoli la sede del potere imperiale. In base a questa donazione i papi consideravano legittimo il loro potere temporale; non solo, pretendevano di avere autorità anche sui sovrani dell’Occidente. Si tratta, quindi, di un documento importantissimo per la storia della Chiesa e dell’Occidente… Peccato che era un falso! Nel XV secolo Nicola Cusano e Lorenzo Valla (De falso credita et ementita Constatini donatione declamatio) hanno dimostrato che la “Donazione” non poteva essere stata scritta all’epoca di Costantino, nel 313, ma alcuni secoli dopo; la dimostrazione di falsità si basava su argomenti di carattere storico e linguistico” (http://www.scudit.net/mdpapadonazione.htm)

Anche dopo la terribile guerra civile americana, 12 aprile 1861 al 9 aprile 1865, gli Stati Confederati perdenti dovettero sottomettersi alle leggi dell’Unione degli Stati Uniti d’America e ovviamente tutti i padroni di schiavi perdettero la proprietà su milioni di individui. Da allora non passa anno o mese o giorno o occasione qualsiasi che ci siano persone che, come lei fa per lo Stato Pontificio, rimpiangano i bei tempi andati e si lamentino dell’abuso compiuto dagli Stati dell’Unione sui confederati. Dimenticando che il primo colpo di cannone venne sparato proprio dagli stati Confederati. Non credo che neppure con le artiglierie di Fort Sumter riuscirei a farla desistere dalla sua ferrea convinzione che siamo noi italiani a essere ospitati dallo Stato Pontificio e non viceversa. Con il mio pezzo su ArcipelagoMilano, però, segnalavo un dato di fatto molto semplice. Gli eventi, che difficilmente non potrebbero apparire disgustosi e che coinvolgono autorità morali colte a comportarsi come una accozzaglia di fuorilegge, hanno fatto riflettere personalità anche di rilievo del mondo cattolico sulla necessità di distinguere tra Stato pontificio, che in quanto stato non è una entità morale e la Chiesa Cattolica che invece lo è (o lo dovrebbe essere). Io mi sono limitato a trarre la conclusione logica che questa distinzione non potrà mai essere fatta finché le due entità coincideranno, anche fisicamente. Tocca ai cattolici credenti e pensosi del bene della Ecclesia ragionare e operare per liberare la Chiesa dagli intrighi di stato e dei suoi funzionari.



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