10 aprile 2012
Scrive Tiziana Gatti a Giovanna Menicatti – Sono d’accordo con Giovanna Menicatti sulla questione del welfare nel nostro Paese, lavoro nella sanità da ormai trent’anni, ho purtroppo provato in famiglia cosa significa avere persone con problemi fisici e psichici da assistere. Pur abitando in una piccola realtà dove “si dice” che le cose funzionino meglio, mi sono resa conto che si fa solo un gran parlare di benessere ma in quanto a fatti siamo ancora ben lontani. I posti nelle case di riposo sono limitati, le liste d’attesa lunghe, serve la raccomandazione, i costi spesso sono superiori alle entrate dei bisognosi, in ospedale riducono i posti letto e costringono a lunghe attese nei pronto soccorso o allo spostamento del paziente in realtà ospedaliere lontane per i parenti. Andrebbe potenziata l’assistenza sul territorio, non demandata alle badanti o alle sole associazioni ma un lavoro a cerchio tra sistema, volontariato e privato, si creerebbero anche opportunità di lavoro per i giovani, meno affollamento degli ospedali più tranquillità per i parenti e gli assistiti.