27 marzo 2012

NUTRIRE IL PIANETA. PANCE VUOTE E TESTE PURE


Se è vero che internet è oggi il miglior veicolo di idee e progetti c’è da essere molto preoccupati per Expo 2015. Suggerisco tutti di andare sul relativo sito. Troverete una sequenza molto confusa di immagini, tra le quali comunque dominano quelle degli amministratori oltre che informazioni immobiliari. Se poi cercate di capire qualcosa del focus dell’Expo cliccate su TEMA e vedrete, sotto il titolo “Nutrire il Pianeta. Energia per la vita” un bel mucchietto di appetitose mele rosse, notoriamente l’alimento che nutre il mondo, seguito da un elenco degli argomenti di lavoro e dibattito.

Expo é consapevole che vi é l’urgenza della fame, della sete, della mortalità infantile e della malnutrizione che oggi colpisce 850 milioni di persone, problema che si risolve risolvendolo, ossia “assicurando a tutti un’alimentazione sana e di qualità”, ma si concentra soprattutto sulle tradizioni alimentari, sull’educazione a una corretta alimentazione per favorire nuovi stili di vita, sulle malattie sociali – obesità, etc. – della nostra epoca, sulla qualità e alla sicurezza dell’alimentazione. In buona sostanza, “nutrire il mondo” significa secondo Expo mangiare tutti meglio, soprattutto nei nostri paesi che possono permetterselo.

Orbene moltissime e popolose nazioni del globo oltre che le agenzie internazionali attente al tema dell’alimentazione sanno bene che già oggi il problema alimentare è drammatico e lo sarà ancor più nel prossimo futuro. Riguarda d’altra parte noi tutti, non appena apriamo gli occhi all’informazione internazionale, leggiamo dati preoccupanti sulla demografia e sull’inurbamento, sull’andamento dei prezzi dei beni alimentari di base, sulle carestie, sugli acquisti selvaggi di paesi poveri – Africa – da parte paesi più forti – Cina – che temono di rimanere senza alimenti nel prossimo futuro, oltre che sulle malattie che nei paesi ricchi derivano dalla cattiva nutrizione.

Noi tutti percepiamo che la vita del mondo passa per l’alimentazione, e che non è solo una questione di mele doc e di merendine, ma di quantità di calorie disponibili, di cultura e di ambiente. L’Expo dovrebbe essere, e ci auguriamo vivamente che lo sia, l’occasione per mettere a confronto idee e proposte provenienti da tutto il mondo, su cosa ci attende e cosa possiamo fare per evitare un disastro globale, e migliorare per tutti la qualità della vita. Inoltre l’Expo sarebbe una grande opportunità per Milano, se la città sapesse diventare negli anni un centro di conoscenza e di elaborazione internazionale su questo tema, che non è solo dietetico.

Sull’alimentazione l’associazione Mondohonline sta promuovendo riflessioni e attenzione pubblica, a livello milanese, vista l’enorme importanza del problema e l’occasione dell’Expo. Giorni or sono ha organizzato un primo incontro-dibattito, tenuto presso la Facoltà di Agraria di Milano, i cui contributi sono recuperabili sul sito www.mondohonline.it. Contributi che offrono un’idea della complessità del problema.

Il focus dell’incontro è stato l’alimentazione e le città. La prospettiva delle città è cruciale perché la popolazione mondiale, oltre ad aumentare e a richiedere quindi una quantità crescente di calorie con caratteristiche appropriate, si sta urbanizzando. È solo nell’organizzazione produttiva, logistica delle città, nei corretti rapporti con la campagna e con l’ambiente, con le diverse culture che in essa coesistono, che il problema alimentazione può trovare un equilibrio. La centralità delle città non riguarda solo l’Europa, ma soprattutto i paesi emergenti e già emersi, dove l’urbanizzazione crea tensioni economiche e sociali formidabili.

Vi sono dunque esperienze, problematiche e soluzioni possibili molto diverse. Expo 2015 arriva al momento giusto, ma deve sapere cogliere l’occasione davvero straordinaria, che non sta nei mattoni, ma nelle idee. Dal canto suo Mondohonline darà il proprio contributo, mirato non certo a elaborare idee nuove, quanto a far sì che vi sia più consapevolezza, informazione e dibattito critico. Non esiste il monopolio della conoscenza di alcune istituzioni pubbliche internazionali. La conoscenza è accessibile a tutti e tutti possono contribuire a diffonderla e a integrarla.

 

Francesco Silva

 



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