6 marzo 2012

ASILO MARIUCCIA. CL: L’ASSO PIGLIATUTTO


La magistratura avrà ovviamente l’ultima parola sulla colpevolezza di Walter Izzo, presidente della Fondazione Asilo Mariuccia – Onlus, perché le indagini sono appena state avviate ma la notizia richiede comunque un commento, soprattutto da parte di chi come me, milanese fino al midollo, cerca di difendere la memoria del socialismo milanese a partire da quello dei primi del secolo.

L’Asilo Mariuccia è la storia della munificenza della miglior borghesia riformista della nostra città. Fu fondato da Ersilia Bronzini andata sposa a Luigi Majno, giovane brillante avvocato milanese incline al socialismo. Donna non da poco Ersilia Majno: prima fonda l’Unione Femminile, ancor oggi attiva, e poi nel 1902 l’Asilo Mariuccia, così chiamato in ricordo della giovanissima figlia scomparsa. L’istituto era nato per soccorrere le cosiddette giovani traviate, madri nubili talvolta dedite alla prostituzione. La sorte di questo Istituto è lunga da raccontare ma come molte organizzazioni benefiche, le IPAB (Istituzioni di Pubblica Assistenza e Benificienza), soprattutto se dotate di consistenti patrimoni, furono risucchiate dalla mano pubblica che se ne impadronì con meccanismi legislativi molto discutibili, dando finalmente pace agli appetiti delle forze politiche che vedevano in questi Istituti centri di potere da un lato e luoghi di buen retiro per gli emarginati dalla politica attiva dall’altro o saldo di crediti elettorali.

Così è andata anche all’Asilo Mariuccia che, per finire, a seguito della Legge regionale 1/2008 fu trasformato in persona giuridica di diritto privato, ne fu stravolto lo statuto e gli eredi dei fondatori ne furono in sostanza estromessi: il controllo passò in mano alla Regione che per statuto nomina tre dei cinque consiglieri mentre due sono di nomina comunale. Ecco dunque al lavoro CL: il presidente è Walter Izzo ex vicepresidente della Compagnia delle Opere e un consigliere è Diego Manfrone, presidente milanese sempre della Compagnia delle Opere. Sia l’uno che l’altro personaggio sono collezionisti d’incarichi in enti, associazioni e simili sempre a cavallo tra il pubblico e il privato ma sostanzialmente ad amministrare denaro pubblico o di provenienza pubblica.

Che cosa dobbiamo aggiungere a quello che scrisse Eugenio Scalfari? «Un sistema di potere come quello di Formigoni, Cl, non esiste in alcun punto del Paese. Nemmeno la mafia a Palermo ha tanto potere. Negli ospedali, nell’assistenza, nell’università, tutto è diretto da quattro – cinque persone». Ma il caso dell’Asilo Mariuccia è uno schiaffo dato subdolamente alla Milano riformista. E le contraddizioni tra la volontà dei fondatori e l’attività odierna sono evidenti, basta leggere lo Statuto: siamo passati all’assistenza sociale e socio-sanitaria a minori, abbandonando la missione originaria voluta da Ersilia Majno, quella di assistere le ragazze traviate e spesso indotte alla prostituzione. Qualcuno in Regione dovrebbe forse, guardando in casa, ripristinare il vecchio statuto.

Ma c’è di più. L’articolo 1 dello Statuto esordisce così: “L’Asilo Mariuccia – Istituto Laico eretto in Ente Morale con Regio Decreto 6 dicembre 1908 n. 527…”. Istituto Laico. Qualunque significato si voglia dare alla parola “laico” non ne troveremo nessuno che si adatti a CL, eppure governa, anzi, mal governa l’Asilo Mariuccia. Quanti enti hanno fatto la stessa fine? Quanti scandali di questo genere devono ancora succedere perche tutte le forze politiche si rendano conto che esiste un “problema” CL? Uno dei problemi della società italiana.

 

Luca Beltrami Gadola

 

 



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