31 ottobre 2011

musica


DALLA RUSSIA CON COMPETENZA

Dopo l’ottima prova di Bushkov e Petrushansky all’Auditorium con la Verdi, nel programma di musiche russe di cui abbiamo detto la scorsa settimana, ecco arrivare un altro segnale positivo da un paese che sta dimostrando una vivacità intellettuale – ma soprattutto musicale – di grande rilevanza, a dispetto della situazione sociale ed economica in cui versano la gente comune e – si dice – le istituzioni culturali.

Da una bella città che si trova nella Russia più profonda, in prossimità della riva sinistra del maestoso Don, 500 km a sud di Mosca e altrettanti a est di Kiev, arriva l’orchestra “Città di Voronezh”, con novanta anni di storia alle spalle e il titolo nobiliare di “orchestra accademica”, diretta fin dal 1972 dal pietroburghese Vladimir Verbitsky; e insieme a lei arrivano due soliste eccezionali, ben note al pubblico italiano, la pianista georgiana Elisso Virsaladze e la violoncellista moscovita Natalia Gutman. Basterebbero queste due presenze a darci la migliore garanzia di qualità dell’orchestra e del suo direttore.

La tournèe che ci porta questa compagine è partita da Taiwan, ha toccato Bari e Orvieto, si offre ora per due concerti a Milano, ospiti delle Serate Musicali, e si concluderà a Perth in quella Australia in cui Verbitsky ha consumato gran parte della carriera e dove è stato colmato di onorificenze.

Il motivo per cui vi parliamo di questi due concerti, che si terranno il 3 e il 4 novembre al Conservatorio, risiede non solo nella straordinaria presenza delle due concertiste, che tante volte abbiamo ascoltato e ammirato, sia come soliste che in duo, ma soprattutto nel programma che ci viene proposto: in due serate successive, introdotte dalle belle “entrate” di Glinka (una Ouverture e una Fantasia), saranno eseguiti i due Concerti per pianoforte e orchestra (opera 54) e per violoncello e orchestra (opera 129) di Schumann e le due Sinfonie, numero 4 (opera 36) e numero 5 (opera 64), di Čajkowskij.

Difficile immaginare un programma di maggior fascino, distribuito in due serate una a ridosso dell’altra. Ascolteremo musiche scritte tutte fra gli anni ’40 e ’80, legate dal filo sottile ma percepibile della instabilità psichica che ha tormentato le esistenze sia di Robert che di Pëtr Il’ič, dai rapporti che hanno sempre intessuto la Turingia e la Sassonia di Schumann con la San Pietroburgo di Čajkowskij e di Glinka, dai viaggi che hanno portato tutti e tre questi musicisti nelle terre l’uno dell’altro; un insieme di relazioni e di intersezioni che ci restituiscono un’Europa culturalmente molto legata e solida.

L’esatto contrario – ci addolora dirlo – del concerto che abbiamo ascoltato lunedì 24, sempre al Conservatorio, della “Orchestra Camerata Ducale” di Torino, fondata e diretta dal violinista Guido Rimonda, nata con il curioso programma di ridare lustro all’ottimo compositore vercellese Gianbattista Viotti (1755-1824) che ha avuto il torto di nascere negli stessi anni di Mozart (morì però ben trentatre anni dopo di lui!) e che da questi fu totalmente oscurato.

Il programma conteneva ben sette pezzi per violino e orchestra di ben cinque diversi compositori (uno di Haydn e uno di Mozart, due soli del suddetto Viotti, due di Paganini e uno – che non c’entrava nulla con i precedenti – di Wienawski!) scelti senza un minimo senso logico, o meglio con l’unico scopo immaginabile, quello di soddisfare l’ego e l’autostima del Rimonda che si è permesso anche di commentare ognuno dei sette brani con aneddoti e notiziole varie (evidentemente non era d’accordo sul programma di sala predisposto dall’organizzazione ed ha ritenuto che il pubblico avesse bisogno di ulteriori spiegazioni … mah!).

Infine ci è pervenuta una garbata obiezione alla critica da noi mossa la scorsa settimana al concerto di Lonquich, a proposito del quale avevamo scritto che “il repertorio per pianoforte a quattro mani è, con poche straordinarie eccezioni, molto modesto e frequentato soprattutto per motivi didattici, per far suonare l’allievo insieme al maestro sì da trasmettergli simbioticamente i fondamenti della tecnica e dell’interpretazione“. Ci scrive Enrico Glauber – colto musicologo e profondo conoscitore della musica mitteleuropea – che “quando non esistevano ancora i grandi mezzi di diffusione, molte sinfonie (quasi tutte quelle di Beethoven), furono trascritte per pianoforte a quattro mani per poter essere ascoltate e giudicate da una piccola cerchia di amici. C’è un bellissimo CD con la Sinfonia n. 1 di Mahler trascritta da Bruno Walter e verosimilmente autorizzata dallo stesso Mahler“. Tutto vero, ma vorrei chiedergli: è musica per le sale dei concerti pubblici o piuttosto musica da studio, da prove, o per quel personale diletto che si possono permettere solo le poche (pochissime, soprattutto in Italia) persone che sanno mettere le mani sullo strumento e soprattutto che conoscono – oltre al piacere dell’ascolto – la gioia e l’emozione di “suonare insieme”?

                                     

Musica per una settimana

*Giovedì 3, venerdì 4 e domenica 6 all’Auditorium, l’Orchestra Verdi diretta da Aldo Ceccato, e il Coro Sinfonico della Verdi diretto da Erina Gambarini, eseguono la Messa da Requiem di Verdi

*Giovedì 3 e venerdì 4 al Conservatorio per le Serate Musicali i concerti di cui si è detto sopra, con la pianista Elisso Virsaladze (giovedì) e la violoncellista Natalia Gutman (venerdì)

*Sabato 5 all’Auditorium San Fedele concerto di musiche contemporanee (Di Scipio, Sani, Berio, Traversa e Nono) con il mezzosoprano Silvana Torto, la flautista Annamaria Morini, strumenti elettronici curati da Alvise Vidolin e con i video di Roberto Doati

*Lunedì 7 alla Scala concerto del pianista Jeffrey Swann che eseguirà musiche di Liszt, Donatoni e Chopin

*Al Conservatorio avremo: Lunedì 7, per le Serate Musicali, Salvatore Accardo con Rocco Filippini, Laura Gorna e Francesco Fiore, nel Quartetto n. 5 opera 33di Cherubini, quello n. 3 opera 1 di Paganini e l’unico, meraviglioso, di Verdi;  Martedì 8, per la Società del Quartetto, Yefim Bronfman al pianoforte con Brahms (Sonata in fa minore), Liszt (gli Studi trascendentali) e Prokofiev (Sonata n. 8 in si bemolle maggiore opera 84); Mercoledì 9, per la Società dei Concerti, la Luzerner Sinfonieorchester diretta da J. Gaffigan e la violinista Simone Lamsma eseguiranno la Sinfonia in sol maggiore (da “L’isola disabitata”) di Haydn, il Concerto per violino e orchestra di Khačaturjan e la Sinfonia n. 39 in mi bemolle maggiore K. 543 di Mozart

*Mercoledì 9, ancora all’Auditorium, la Verdi Barocca diretta da Ruben Jais eseguirà Le Quattro Stagioni di Vivaldi e i Concerti Brandeburghesi n. 1 e 3 di Johann Sebastian Bach

*Al teatro Dal Verme giovedì 10 e domenica 13 l’Orchestra dei Pomeriggi Musicali, diretta da Carlo De Martini con le trombe Gabriele Cassone e Luciano Marconcini, eseguirà musiche di Vivaldi (Concerto per due trombe e archi), di Haydn (Concerto per tromba e archi e una Marcia) e di Mozart (Sinfonia n. 20 in re maggiore K. 133)

*Ricordiamo infine che alla Scala vi sono ancora quattro repliche – il 5, 8, 15 e 18 novembre – de “La donna del Lago” di Rossini, diretta da Roberto Abbado, e che è iniziato il ciclo dedicato a Beethoven e Schönberg diretto da Barenboim.

 

 

questa rubrica è a cura di Paolo Viola

rubriche@arcipelagomilano.org

 



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