18 ottobre 2011

CONSUMARE DROGA: TRA SPACCIO E USO PERSONALE


In Italia il possesso di sostanze stupefacenti è sempre illegale, nonostante il sentire comune, spesso, non veda l’utilizzo personale di sostanze stupefacenti cosiddette “leggere” (in specie la cannabis) come un fatto riprovevole e sanzionabile dall’ordinamento. Nel corso degli ultimi venti anni si è a lungo discusso all’interno dei più diversi schieramenti politici sulla “liberalizzazione” delle droghe leggere, ma non si è ancora giunti a una normativa di questo tipo per varie ragioni di natura politica e di pubblica sicurezza.

Nella nostra normativa nazionale in materia vengono anche alla luce problemi di privacy e di prevenzione sociale. In altre parole: un’abitudine privata, pur dannosa per la salute, può essere additata socialmente come riprovevole con tutte le conseguenze che esamineremo?  In ogni caso detenere sostanze stupefacenti non riconducibili al solo uso personale costituisce un illecito penale (cioè un reato). La detenzione di sostanze stupefacenti a fini di consumo privato è invece un illecito amministrativo, che prevede comunque sanzioni severe e conseguenze da non sottovalutare, soprattutto in caso di recidiva e di presunzione di consumo abituale.

Possedere sostanza stupefacente in quantità superiore a quella indicata per ciascuna sostanza in un apposito decreto del Ministero della Salute è uno degli elementi che fanno presumere una detenzione a fini non esclusivamente di uso personale: poiché ciò che conta è l’eventuale superamento di una determinata quantità di principio attivo, la sostanza sequestrata è sottoposta a specifiche analisi chimiche che permettono di valutare l’effettiva presenza di sostanza “pura” e il conseguente “superamento” della soglia di uso personale.

Senza voler approfondire gli aspetti penali – ed anche le conseguenze di tipo sociale che le leggi sugli stupefacenti hanno in Italia e nei principali Paesi europei – affrontiamo qui in dettaglio il nodo delle sanzioni amministrative. Si tratta di situazioni di fatto che possono capitare a tutti nella vita quotidiana, di là delle abitudini personali di ciascuno: è bene quindi sapere cosa prevede la legge e come comportarsi in tali frangenti, soprattutto se la contestazione riguarda giovani e giovanissimi.

A chi viene trovato in possesso di una piccola quantità di sostanze stupefacenti per uso personale, le autorità di pubblica sicurezza contestano una violazione amministrativa, con il conseguente sequestro della sostanza (che verrà analizzata per verificare che si tratti effettivamente di sostanza stupefacente e stabilire la quantità di principio attivo), segnalazione al Nucleo operativo tossicodipendenze della Prefettura (Not) e la successiva convocazione in Prefettura per un colloquio con un assistente sociale. In caso di prima segnalazione, il Prefetto può archiviare il procedimento con un formale invito ad astenersi dall’utilizzo di stupefacenti, oppure emanare le sanzioni previste.

È utile anche sapere che chi è oggetto di sanzioni amministrative (ex art.75 D.P.R. 309/90) non può conseguire la patente né il patentino; nel caso le sanzioni arrivino dopo il rilascio, il Prefetto dispone la revoca della patente e, per il riottenimento del documento, sarà necessario sostenere nuovamente l’esame di guida. Insomma, occorre comprendere che, da un punto di vista giuridico, allo stato normativo attuale, le sanzioni per i consumatori “privati” di sostanze stupefacenti sono complesse e parecchio severe e devono sicuramente indurre tutti a una particolare attenzione.

A maggior ragione, con un’ovvia considerazione che riguarda i giovani ed i giovanissimi, sempre più spesso – ci dicono le statistiche e le ASL – consumatori abituali di stupefacenti: in caso di soggetti con possibilità economiche ridotte, è molto frequente il passaggio dal semplice consumo al piccolo spaccio, al fine di reperire il denaro per il consumo personale.

Proprio in considerazione della severità delle sanzioni penali previste anche per il piccolo spaccio – che, a livello di conseguenze pratiche, non si distanzia molto da un’attività di spaccio più considerevole – occorre vigilare attentamente su tutti i piccoli sintomi fisici e psicologici che possono indurre a pensare che un giovane faccia uso di droga non solo saltuariamente. Ciò, al fine di evitare che un problema personale risolvibile si trasformi in un rischio di condotta penalmente rilevante dalle conseguenze drammatiche.

Occorre, infine, che gli adulti si facciano carico delle complesse istanze educative e socializzanti dei ragazzi, che troppo spesso sono lasciati a loro stessi nel tempo libero, trovando un valido svago soltanto nei locali di divertimento notturni, in cui lo sballo è prassi abituale e il consumo di stupefacenti è purtroppo davanti agli occhi di tutti.

 

Ilaria Li Vigni

 



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