26 luglio 2011

IL SAPERE PER UNA CITTA’ AMICHEVOLE


Ho già avuto modo di scrivere in altri articoli e pubblicazioni sulla vivibilità degli spazi urbani e sulla necessità di porre al centro dell’attenzione le esigenze dei pedoni, che in quanto tali, sono considerati utenti “deboli” della strada. Non è necessario andare subito col pensiero alle persone con disabilità motoria o visiva: è sufficiente vagliare le possibilità di un ragazzino, di una persona anziana o con ingombranti pacchi di muoversi in autonomia e sicurezza in città.

Spesso tale mobilità è compromessa dall’attuale organizzazione degli spazi pubblici e dalle caratteristiche dei percorsi pedonali. Il cittadino pedone deve frequentemente lottare con attraversamenti poco agevoli, spesso non realizzati secondo il criterio delle “linee di desiderio”, cioè percorsi brevi per raggiungere il luogo di destinazione, ad esempio la fermata del mezzo pubblico abituale. Spesso chi si sposta a piedi incontra marciapiedi con sconnessioni e pavimentazioni scabrose, pendenze trasversali eccessive, raccordi strada – passi carrabili con caratteristiche tali da compromettere la percorrenza pedonale in piano. Dettagli forse, ma tali da compromettere un’agevole mobilità a tutti: pensiamo alle persone con passeggini o al trasporto della spesa con carrelli, alle valige che hanno ruote piccole e mal sopportano un percorso con dislivelli o materiali accidentato.

Milano non possiede molte aree pedonali, e tra quelle presenti sono emblematici alcuni esempi critici come Corso Como, in cui il pedone deve percorrere una sorta di percorso-vita tra le attrezzature esterne degli esercizi commerciali e le opere provvisionali dell’annoso cantiere per il parcheggio sotterraneo; soprattutto è ancora lontana la realizzazione di una rete di percorsi per la mobilità lenta (percorsi sicuri casa-scuola, “greenways”, piste ciclabili facilmente fruibili). La nuova via Paolo Sarpi dopo i lavori di pedonalizzazione è molto più vivibile, con percorsi più agevoli e gradevoli, anche se in alcuni tratti con pendenze trasversali eccessive, ma purtroppo l’intervento è limitato alla sola via, manca il network che permetterebbe di collegarsi a Corso Garibaldi e proseguire sino a corso Sempione; inoltre le vie laterali presentano caratteristiche tali da rendere difficile la percorrenza a persone con mobilità ridotta: le persone anziane sono costrette a un faticoso esercizio muscolare per mantenere i carrelli di appoggio nella dritta traiettoria!

Milano è una città turistica, internazionale, che potrebbe puntare a diventare una città facilmente fruibile dai pedoni, dai turisti. Non sarebbe necessario fare interventi costosi, quali installare scale mobili e ascensori negli spazi urbani della nostra città, come si vede di frequente all’estero o fornire mezzi elettrici a prezzi agevolati per gli spostamenti delle aree pedonali, oppure incrementare gli arredi urbani per le sosta, anche breve. Occorre però che l’Amministrazione Comunale non agisca con interventi-spot, e che tutti i servizi siano effettivamente fruibili grazie ad una manutenzione attenta e periodica, che non vanifichi gli sforzi progettuali e non sia un ennesimo episodio frustrante nelle quotidiane vicissitudini del pedone. Sarebbe sufficiente che la nuova Amministrazione procedesse con un obiettivo di maggior fruibilità, negli interventi di manutenzione ordinaria, con maggiore attenzione alle esigenze dei pedoni deboli e ai dettagli che migliorerebbero notevolmente la qualità dei percorsi stessi, per tutti.

Un suggerimento pratico consisterebbe nell’incentivare, in concomitanza con ristrutturazioni di attività commerciali, il miglioramento dell’accessibilità dallo spazio pubblico, oltre all’attuale attenzione per la presenza all’interno di servizi igienici accessibili e fruibili: come può una persona con difficoltà motorie a fruire di un servizio adeguato, se non riesce in autonomia a varcarne la soglia? Sarebbe inoltre importante pensare a un sistema di comunicazione per i cittadini e per i turisti che sia multimodale, interattivo, “for all”, soprattutto rispetto al sistema di servizi offerti nel settore dei trasporti e turistico-ricettivo, anche in vista di Expo 2015, in cui dovremmo affrontare le problematiche connesse a un afflusso di un considerevole numero di persone, soprattutto stranieri.

Isabella Tiziana Steffan




Condividi

Iscriviti alla newsletter!

Per ricevere in anteprima sulla tua e-mail gli articoli di ArcipelagoMilano





Confermo di aver letto la Privacy Policy e acconsento al trattamento dei miei dati personali




Ultimi commenti