19 luglio 2011

SIENA: IO C’ERO. APPUNTI DI VIAGGIO


Volevo esserci, condividere e al ritorno riflettere: partita con due amiche e arrivata con altre sei, pensando di stare solo un giorno per ascoltare e farmi un’idea. Viaggio in treno, denso di parole, parole di noi milanesi del comitato e altre, orgogliose di aver vinto le elezioni, conquistato liste elettorali con 50 e 50 di uomini e donne, e anche più, e poi una giunta con sei donne e sei uomini. Forti dell’aver lavorato insieme e creato un comitato composto da donne delle associazioni, del sindacato e dei partiti, senza trasversalità politica, perché bisognava scegliere, (problema ricorrente secondo me!) un nuovo governo per la nostra amata città, noi che sentiamo l’orgoglio di aver cominciato questo percorso di ribellione già il 29 gennaio in piazza della Scala e di averlo visto crescere fino al grande giorno italiano del 13 febbraio

Ecco, già questo viaggio di andata ricco di interrogativi e valutazioni sul come pretendere che emerga la necessità di includere lealmente anche queste esperienze e la loro specificità nella rete proposta da Se Non Ora Quando, è l’inizio del dibattito che ci aspetta e mi chiarisce ancora meglio la difficoltà a cui andiamo incontro.

L’arrivo, l’incrocio con le altre donne dalla stazione alla piazza, la bellezza dell’essere in tante ci assorbe, molti gli interventi e grande l’attenzione mediatica. Fatico a scegliere se farmi coinvolgere più da quello che avviene sotto al palco o da quanto succede sopra e come tutta la vita attratta da due poli, sto nel partito, ma anche nel movimento, cerco di non distrarmi da quanto viene proposto dall'”alto”, frenando la gioia di rivedere donne perse da anni e di conoscerne di nuove, portatrici di ricchezze simili e diverse. Decido di restare a dormire, non posso andarmene devo capire come finisce, e ho la fortuna di essere invitata da un’amica storica a condividere la casa con una fantastica donna mussulmana dalla quale imparerò moltissimo.

Atmosfera avvolgente, donne insieme, donne partecipanti, donne pensanti. Temi veri: maternità come diritto e non come ostacolo per trovare o mantenere il lavoro, congedo di maternità obbligatorio e l’importanza della rete. Temi indubbiamente condivisibili, anche se in quel momento personalmente sentivo l’urgenza di una protesta concreta: con la manovra ci stavano scippando 4 miliardi di euro promessi facendoci andare in pensione a 65 anni con la garanzia di servizi di conciliazione: asili, formazione e ricollocamento, servizi che però stavano per sparire!

Il susseguirsi di interventi che fotografano la situazione delle donne in Italia è incalzante, ma anche la passione per l’antipolitica impera come se il ruolo dei movimenti non fosse sollecitazione politica e come se non servissero i livelli istituzionali per dare concretezza alle richieste. Si vuole inventare un nuovo soggetto che porti cambiamento per rappresentare tutte le donne, dare una forma stabile a questo nuovo movimento; la rappresentanza, però, non può essere costruita con il rischio di omologare le esperienze locali, ma anzi valorizzando le diverse storie delle donne nel nostro paese.

Torniamo con il nostro bagaglio, non abbiamo fatto nessun check-in per non rischiare di perderlo, fa parte di noi e viaggia con noi, solo con il nostro bagaglio possiamo partecipare, ma ancora non abbiamo capito quanto può pesare, ma sappiamo che Siena è solo una delle tappe di un lungo viaggio iniziato molti anni fa, un viaggio che ha percorso strade diverse, ma che non può essere interrotto per iniziarne uno nuovo.

 

Diana De Marchi



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