5 luglio 2011

EXPO 2015: RILANCIARE TUTTO MA NON GLI ARCHITETTI


Se tutto va come sperano gli amministratori di Expo 2015, entro luglio partiranno le prime gare per i lavori. Si tratterà come noto di appalti integrati, cioè gara d’appalto per l’affidamento sia delle opere, che del loro progetto. E’ una procedura che accorcia i passaggi e quindi i tempi di realizzazione. Una procedura apparentemente più efficiente e per questo preferita da molte amministrazioni pubbliche. Una procedura nella quale ha netta predominanza l’offerta economica rispetto al valore del progetto. E nella quale la discussione sul merito del progetto ha spazio quasi nullo.

La logica è sostanzialmente la stessa che ha guidato la gara sulle aree dell’ex-Fiera, dove l’offerta economica migliore (in quel caso più alta trattandosi di cessione dell’area) si è portata dietro le detestate torri storte che segneranno lo skyline di Milano. Forse per secoli, lasciando invece sulla carta il progetto riconosciuto da tutti migliore, quello di Renzo Piano. Certo non esistono scelte architettoniche e urbanistiche sganciate dai loro aspetti economici e finanziari, ma di norma è meglio discutere e decidere prima cosa si vuol fare e poi a chi affidarne l’esecuzione, al fine di spendere la cifra minore possibile rispetto a standards di esecuzione fissati.

I concorsi di architettura, seguiti da gare d’appalto per l’esecuzione delle opere progettate, possono – se ben preparati e ben espletati in tutte le loro fasi – garantire scelte progettuali di qualità, condivise dalla committenza e oggetto di confronto con la pubblica opinione locale. Di più, se veramente aperti a tutti i professionisti e trasparenti nelle loro aggiudicazioni, i concorsi possono rappresentare un’opportunità di crescita della cultura progettuale locale complessiva, e una possibilità di crescita per i piccoli e medi studi di progettazione di valore. Invece, come sappiamo, la logica dell’emergenza con troppa frequenza si presenta come scenario nella guida di processi decisionali delicati.

E anche in questo caso, dopo tre anni spesi dietro giochi di potere, le scadenze sono ormai alle porte, e in nome del rischio fallimento dell’evento, si presenta come ineluttabile la scelta di procedure di gara snelle e di maggior efficienza. Con le quali -secondo una modalità “chiavi in mano”- si delegano di fatto a poche imprese private scelte progettuali e modalità di controllo di gestione che dovrebbero invece essere pubbliche.

La società Expo ha dapprima fatto retromarcia sui concorsi di progettazione, e poi ha sostanzialmente lasciato cadere nel vuoto, nonostante l’iniziale disponibilità, anche la proposta di un nuovo tipo di bando ideato dall’Ordine degli Architetti di Milano insieme ad Assimpredil. Proposta che si configurava come un mix tra il concorso di progettazione e l’appalto integrato con l’obiettivo di tutelare la qualità progettuale attraverso una prima fase dedicata al solo al giudizio sulla qualità del progetto, indipendentemente dall’offerta economica. E solo una seconda in cui le imprese gareggiassero sull’offerta economica.

La domanda è se ci sono ancora margini di tempo e soprattutto volontà politica per un recupero delle procedure concorsuali, dopo il cambio di giunta a Milano e l’insediamento del nuovo sindaco. Come chiede la Conferenza degli Ordini degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori tenuta a Roma il 28 e 29 Maggio 2011 “L’Expo 2015 deve trasformarsi – attraverso l’utilizzo di concorsi – in una occasione di valorizzazione e di crescita della cultura del progetto”.

L’abitudine tipicamente italiana di affidare tutto alle imprese deve essere superata a favore di un processo che metta al centro la buona progettazione e il dibattito culturale sulla valorizzazione del territorio. L’esempio delle case prefabbricate dell’Aquila deve servire da ennesimo monito sul tema. Forse ha ragione anche l’architetto Mario Cucinella(1), quando ricorda come “peccato originale” del progetto Expo anche la scelta di non indire un concorso anche per il masterplan, affidandolo invece per incarico diretto a un gruppo di pur noti e validissimi progettisti.

Milano e il suo territorio abbondano di soggetti che operano nella progettazione architettonica e urbanistica a vari livelli. Ai quali si potrebbero affiancare le molteplici realtà presenti nella metropoli operanti nella grafica, nel design e nella multimedialità in genere. Una capitale della creatività, che potrebbe trovare sicuramente una spinta propulsiva da serie occasioni concorsuali, in cui sia possibile confrontarsi sui temi progettuali e sui contenuti generali dell’evento. Una Expo davvero diffusa tra i soggetti presenti sul territorio. Per lasciare un segno vivo di crescita culturale ed economica. E non solo metri cubi edificati o edificabili.

 

Paolo Ranci Ortigosa

 

(1) Il Sole 24 Ore, Progetti e Concorsi, 13-18 giugno 2011



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