22 giugno 2011

EXPO 2015. PER NOI UNA RUSPA NON FA PRIMAVERA


La lite mediatica tra Giuseppe Sala, AD di Expo2015 SPA che annuncia l’arrivo delle ruspe, e Stefano Boeri, nuovo assessore alla cultura del Comune di Milano con deleghe all’evento Expo, interessa poco. Per l’Expo le cose delle quali i cittadini milanesi devono occuparsi, anzi preoccuparsi, sono altre: l’acquisto delle aree – non dimentichiamo che pare che queste aree vadano bonificate: a spese di chi? – e il nuovo progetto sono i temi in campo.

Sull’acquisto delle aree abbiamo già detto e scritto su queste colonne e crediamo di aver interpretato la volontà dei cittadini milanesi, quella uscita dalle urne e che ha cambiato sindaco, Giunta e Consiglio comunale: i milanesi non sono d’accordo che si debbano regalare soldi, diritti edificatori e altre utilità né alla famiglia Cabassi, né a Fiera Milano per risistemare i suoi bilanci né indirettamente ad altri proprietari che confinino con il futuro sito di Expo. Le strade ci sono perché questo avvenga, certo si scombinano i giochi che con tanta cura erano stati predisposti al riguardo. Milano ha il dovere di farlo se è vero che soffia un altro vento. Ci contiamo.

Ma veniamo al progetto. Anche di questo abbiamo scritto, ma ecco quello che dice Giuseppe Sala: «La mia opinione è che sarebbe un errore vendere Expo come un grande orto botanico», «Non c’è una conferma completa del progetto dell’orto botanico planetario», «Si tratta di una scelta di concretezza che nasce dalla discussione con il Bie e con gli altri Paesi, per una logica più attrattiva, per far sì che vengano più nazioni possibile, (…) i visitatori devono venire a Milano per vedere qualcosa di unico, non qualcosa che possono vedere a cento chilometri di distanza», «L’Expo è sempre stata una finestra sul futuro, credo che dobbiamo dare un’immagine orientata al futuro, nel rispetto del tema», «Penso a un padiglione che ospiti il supermarket del futuro, o ai cibi del futuro».

Allora o se ne torna a casa lui perché non interpreta correttamente il mandato, la volontà del consiglio sino al suo insediamento, o se ne va a casa l’intero consiglio di Amministrazione che a due anni data si sveglia e cambia il programma con la stessa disinvoltura con cui si voltano le pagine di un calendario. Tanto per intenderci: questa è la “squadra”(1) della quale dovremmo fidarci da qui al 2015? Questa è la squadra di fiducia di Giuliano Pisapia?

Mettiamo un po’ in fila le cose. Letizia Moratti, sindaco allora, andò in giro in nome della città, cioè a nome nostro, chiedendo a mezzo mondo di dare fiducia a Milano assegnandole l’edizione 2015 della Esposizione Mondiale. Il governo Prodi l’ha sostenuta anche se a capo di una maggioranza diversa da quella milanese e per finire lo stesso Berlusconi l’ha nominata “commissario straordinario” per dare a lei “dottoressa Letizia Moratti sindaco pro tempore di Milano”, tutti i poteri che le sarebbero potuti servire – e non li ha saputi usare – per garantire il felice esito della manifestazione. Milano, che non è un’entità metafisica o un marchio commerciale, è una collettività – una civitas – ha un ruolo chiaro: rappresentare una parte importante delle capacità intellettuali, economiche, politiche e sociali del Paese. “Milano ambasciatrice d’Italia nel Mondo” (L. Moratti e altri in diverse occasioni).

L’immagine di Milano è legata a filo doppio al successo di Expo. Dunque, come cittadini, è nostro diritto sapere, sapere tutto. Vogliamo vedere la “road map” con qualcuno che ci spieghi con che criterio e su quali basi è stata tracciata; vogliamo vedere il nuovo master plan prima di trovarci nelle condizioni iniziali, quando è stata presentata un’ipotesi vergognosa; vogliamo vedere i conti di previsione con qualcuno che li certifichi autorevolmente e non di parte; vogliamo capire con che criterio e chi assegnerà i lavori, bandirà i concorsi di progettazione e li giudicherà; vogliamo essere sicuri che alla fine non restino solo macerie e debiti; non vogliamo che alla fine qualcuno parli di “disastro colposo”; vogliamo “partecipare”.

Di recente Giuseppe Sala ha detto: “Sono rimasto colpito da una frase che mi ha detto il sindaco di Shanghai: «Uno dei motivi alla base del successo del nostro Expo è stata la devozione della gente». Un po’ dobbiamo entrare in questa mentalità”. Devoti a che? Al dio denaro? Ai poteri forti? A chi ci ha governato? Nossignore. Milano oggi ha nuove “devozioni”, se così le vogliamo chiamare, e tra queste senz’altro la trasparenza e la partecipazione. Il vento è cambiato.

Luca Beltrami Gadola

(1)

La squadra (consiglio di amministrazione di Expo2015 spa):

Diana Bracco, presidente e rappresentante della Camera di Commercio di Milano

Giuseppe Sala, Amministratore delegato e rappresentante del Comune di Milano

Leonardo Carioni, per il Ministero dell’economia e delle Finanze

Enrico Corali, per la Provincia di Milano



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