12 aprile 2011

musica


 

L’ANNO DI LISZT

Il prossimo 22 ottobre si celebra il secondo centenario della nascita di Franz (o Ferenc?) Liszt e già dallo scorso gennaio pullulano in tutta Europa concerti dedicati alla sua musica, quella più celebre e soprattutto quella meno celebre; avendone lui scritto una quantità inverosimile, è molto facile scovare musica poco nota o addirittura ignorata, mentre l’enfasi della celebrazione fa sì che tutto venga comunque additato come capolavoro, da scoprire o da riscoprire.

Accade anche che – con l’ammirevole intenzione di rendergli ragione di torti da lui sicuramente subiti – si rilegga la sua musica spogliandola della componente virtuosistica con la quale la più parte delle scuole pianistiche l’hanno rivestita in questi due secoli fino a farla diventare una vera e propria palestra di ginnastica al pianoforte. D’altronde lo stesso Liszt era un così straordinario virtuoso da aver dato egli stesso origine a quel tipo di prassi esecutiva.

Ma quando lo si asciuga e lo si rende scarno ed essenziale, Liszt perde gran parte del suo fascino – e di quell’aura che lo circonda e ci emoziona – e diventa difficile accettarlo in abiti così diversi e inusuali; è presto detto che così si scopre il vero Liszt, ma cosa c’è di più vero di ciò che ci appartiene e da sempre ci accompagna?

Non tutti poi sanno che negli ultimi anni della sua esistenza Liszt ha subito una profonda trasformazione e si è avvicinato alla religione fino al punto da vestire l’abito talare; negli anni sessanta abbandona il palcoscenico, rinuncia ai successi che l’attendono ovunque vada, e scrive musica sacra che non va affatto incontro al suo pubblico ma risponde solo a un’intima esigenza ascetica, mistica, spirituale. Così quest’uomo che non ha mai affrontato l’opera lirica – ma vi ha girato intorno e l’ha saccheggiata con le sue salottiere parafrasi – si cimenta con la voce umana, con solisti e cori; dopo aver scritto, per lo strumento in cui s’identificava, una gran quantità di musica spumeggiante e pirotecnica fatta per trascinare e incantare il pubblico, si concentra sulla passione di Cristo e sulle visioni dei Santi. E oggi scopriamo o riscopriamo queste musiche come se fossimo chiamati a riconoscervi finalmente il “vero” Listz.

E’ noto che la musica di questo grandissimo pianista – che ha consumato gran parte della sua vita girando il mondo, raccogliendo successi e appassionando folle di ammiratori, che sono andato a suonare ovunque, spostandosi in continuazione da un continente all’altro – ha sempre diviso il pubblico scatenando amore e odio. In Italia ha trovato forse meno ammiratori che altrove, probabilmente perché gli italiani amano melodia e lirismo più che rapsodie e ritmi travolgenti, talché il suo attuale ritorno ci lascia generalmente più perplessi di ammirati.

Dobbiamo però dire che sono molto coraggiosi i pianisti che quest’anno affrontino Listz nelle nostre sale; se lo propongono nelle forme usuali, assecondandone l’intrinseco virtuosismo (in un’epoca in cui di virtuosismo non se ne può più), rischiano di apparirci uggiosi e inadeguati. Se lo rivisitano, cercando di restituircene l’essenzialità, deludono i non pochi amanti delle pirotecniche esecuzioni cui sono stati abituati dai virtuosi (spesso beniamini del pubblico) che le praticano da decenni. Se poi, come capita sempre più frequentemente, vanno a rovistare nella produzione meno conosciuta, e in specie quella degli ultimi anni, si scontrano con una sorta d’incredulità, e anche di diffidenza verso una religiosità che in quell’epoca aveva più il carattere sontuoso e solenne della Messa di Requiem verdiana che non quello mistico e spirituale degli Oratori e delle Passioni di Bach cui Listz sembra riferirsi. Da qui a ottobre ci saranno certamente riservate altre sorprese, dobbiamo perciò prepararci per tempo.

 

Musica per una settimana

 * giovedì 14, all’Auditorium di largo Mahler l’orchestra Verdi esegue, diretto dall’autore, l’oratorio Apokàlipsis del settantenne compositore romano Marcello Panni con la partecipazione di monsignor Gianfranco Ravasi

* venerdì 15, al Conservatorio per la Società dei Concerti, la Nordwestdeutsche Philarmonie diretta dal ventinovenne americano Eugene Tzigane esegue il Concerto per violoncello e orchestra in si minore opera 104 di Antonin Dvorak (solista W. E. Schmidt) e la Suite in fa diesis minore opera 19 di Ernst von Dohnànyi

* sabato 16, ancora all’Auditorium, “Lo scoiattolo in gamba” di Nino Rota, diretto da Kirill Vishniakov

* domenica 17 ore 10.30 alla Palazzina Liberty concerto per violino e pianoforte (Enrico Casazza e Carlo Balzaretti) con le Sonate n. 5 op. 24 di Beethoven, n. 1 op. 105 di Schumann e n. 1 op 78 di Brahms

* lunedì 18 segnaliamo il concerto della Mahler Chamber Orchestra e dell’Orchestra Mozart, dirette da Claudio Abbado, che al Teatro Comunale Valli di Reggio Emilia eseguono musiche di Debussy (Nocturnes e La mer) e di Ravel (la “Pavane pour une infante défunte” e, con Martha Argerich, il “Concerto in sol maggiore” per pianoforte e orchestra)

* lunedì 18, al Conservatorio, per le Serate Musicali, recital del pianista Vestard Shimkus con un programma omnibus che va da Beethoven a Liszt, poi da Ravel a Gershwin e a Piazzolla

* martedì 19, nell’Aula Magna dell’Università in via Festa del perdono, l’Orchestra dell’Università degli Studi diretta da Roberto Paternostro esegue l’Ouverture della Clemenza di Tito e la Sinfonia n. 35 k.385 (la Haffner) di Mozart e la Serenata in re maggiore opera 11 di Brahms

* martedì 19, al Conservatorio per la Società del Quartetto, la “Passione secondo Giovanni” di Johann Sebastian Bach, con l’Amsterdam Baroque Orchestra & Choir diretti da Ton Koopman

* martedì 19, mercoledì 20 e venerdì 22, all’Auditorium, la “Passione secondo Matteo” di Johann Sebastian Bach diretta da Ruben Jais con il coro istruito da Erina Gambarini

* lunedì 25, alle ore 16 sempre all’Auditorium, l’Oratorio di Pasqua ed altre musiche sacre di Johann Sebastian Bach

 

per un banale incidente tecnico l’ultima rubrica “musica per una settimana” è stata mutilata di molte informazioni, relative anche a concerti importanti; ce ne scusiamo con i lettori.

 

  questa rubrica è a cura di Paolo Viola

rubriche@arcipelagomilano.org

 

 



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